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Giobbe 19:25: La certezza che il Salvatore difende.

Giobbe 19:25: La certezza che il Salvatore difende.    “Ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si alzerà sulla polvere”. Questa frase è un’espressione legale, giuridica. “Alla fine” (Aharon) indica parlerà per ultimo. Si riferisce ad avere l’ultima parola, sarà l’ultimo a parlare in tribunale. Con il significato che la sua decisione sarà definitiva, autorevole e senza ulteriore ricorso. Infatti “si alzerà” (qûm) stare in piedi, è un’espressione legale utilizzata in un'aula di tribunale, significa "tenere la posizione di un testimone" (Giobbe 31:14; Deuteronomio 19:16; Salmi 12:5; 27:12; 35:11; Isaia 19:21), o di un “giudice” (Salmi 76:9; 94:16; Isaia 2:19).           In precedenza, Giobbe aveva parlato del suo bisogno di un arbitro (yā∙ḵǎḥ), cioè uno che decide, che determina ciò che è giusto, al capitolo 9:33-34, di un testimone (ʿēḏ, Esodo 20:16), cioè uno la cui testimonianza è determinante per stabilire il giusto, o sbaglia...

Giobbe 19:25: La certezza che il Salvatore vive.

Giobbe 19:25: La certezza che il Salvatore vive. “Ma io so che il mio Redentore vive”. Giobbe in mezzo alla sofferenza, anche se morirà è certo che il suo Redentore vive, non è morto e non morirà e si prenderà cura della sua causa! Nell’Antico Testamento  la parola redentore ” go’el” è usato in vari modi: (1) Sul versante giuridico. Il redentore (Go’el) faceva giustizia nel caso in cui una persona veniva uccisa, ci poteva essere chi lo vendicava, il “vendicatore di sangue". Un Go’el poteva vendicare un parente ucciso. (Numeri 35:12-28; Deuetronomio 19:6-12; Giosuè 20:2-5; 2 Samuele 14:11). (2) Sul versante civile. Il redentore era colui che riscattava l’eredità perduta di un parente deceduto acquistando dalla schiavitù o sposando la vedova del defunto al fine di fornire un erede, o salvaguardare i diritti e le proprietà della sua famiglia come è accaduto con la vedova Rut che sposò il parente del marito Boaz (Rut 2:20; 3:13,  4:1-6). Boaz è stato il parente “r...

Efesini 1:17: La persona a cui è rivolta la preghiera

Efesini 1:17: La persona a cui è rivolta la preghiera   “affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria”. Paolo prega direttamente e solo Dio e nessun altro, questo è quello che vediamo anche nel resto della Bibbia.  Paolo prega il Dio del nostro Signore Gesù Cristo. Cosa significa? Non significa che Gesù è inferiore al Padre come natura, o che è stato creato, il riferimento è a Gesù come uomo (Giovanni 20:17. Indica che il credente appartiene al Nuovo Patto istituito da Gesù (Luca 22:14-20; 1 Corinzi 11:23-26; Ebrei 13:20) che è l’unico mediatore e avvocato tra Dio e gli uomini, Gesù è l’unica via per Dio (Giovanni 14:6; 1 Timoteo 2:4-5; Ebrei 4:14-16; 7:21-22; 8:6; 1 Giovanni 2:2). Gesù è il nostro Sommo Sacerdote, Egli è il nostro rappresentante. Dio è irraggiungibile all’uomo perché Dio è maestoso, santo! Per questa Sua natura noi non possiamo entrare alla Sua presenza! Ma grazie a Gesù si! (Efesini 1:17-18; 3:11-12; Ebrei 10:19-22). I...

Giobbe 19:25: La certezza del Salvatore personale.

Giobbe 19:25: La certezza del Salvatore personale. “ Ma io so che il mio Redentore vive”. Perché Giobbe dice: “ma”? In contrasto a che cosa lo dice? Nei vv.23-24, Giobbe desidera che le sue parole fossero impresse in un libro, o incise in una roccia come testimonianza favorevole duratura nel tempo per la sua innocenza davanti a Dio contro le false accuse degli amici, ma ciò non è possibile, allora c’è una testimonianza maggiore, la consapevolezza del redentore, del Salvatore. Noi notiamo la convinzione di Giobbe del Salvatore personale. In ebraico “io” (ʾǎnî) è messo in enfasi e indica che Giobbe aveva una convinzione consolidata come dire: “Io, sì, lo so, io credo fermamente!”. Nel presente sofferente, Giobbe guarda con fiducia al suo Redentore. Nonostante tutte le grandi afflizioni che si sono abbattute violentemente su di lui, Giobbe fa una grande dichiarazione di fede in Dio. È vero che Giobbe, nei capitoli precedenti, aveva fatto alcune dichiarazioni di perplessità su D...

Efesini 1:16: La perseveranza della preghiera.

Efesini 1:16: La perseveranza della preghiera. “Non smetto mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere”. Paolo era un uomo di preghiera. In questo versetto in primo luogo vediamo una preghiera regolare. Paolo più volte nelle sue lettere esorta le chiese a perseverare nella preghiera (Romani 12:12; Efesini 6:18; Colossesi 4:2; 1 Tessalonicesi 5:17), lui non solo lo dice, lui lo faceva, lui pregava regolarmente per le chiese.  L’intercessione era lo stile di vita di Paolo, pregava regolarmente per questi credenti, non li dimenticava. Alcuni studiosi pensano che Paolo pregasse tre volte al giorno. Nel Salmo 55:17 vediamo che il salmista prega tre volte al giorno: la sera, la mattina e a mezzogiorno (Salmi 55:17). Così anche Daniele pregava tre volte al giorno (Daniele 6:10,13). La preghiera di Paolo in secondo luogo era una preghiera di ringraziamento. Paolo ringrazia Dio per la loro fede e amore per tutti i santi (v.15). “Rendere grazie” significa...

Ester 4:14: La provvidenza di Dio non esclude la responsabilità dell’uomo.

Ester 4:14: La provvidenza di Dio non esclude la responsabilità dell’uomo. “Infatti se oggi tu taci, soccorso e liberazione sorgeranno per i Giudei da qualche altra parte; ma tu e la casa di tuo padre perirete; e chi sa se non sei diventata regina appunto per un tempo come questo?” I Giudei si trovano in esilio nel regno di Persia. Ester una ragazza Ebrea diventa regina, moglie del re Assuero. Aman favorito del re, ottiene un decreto di morte contro i Giudei sparsi in tutto il regno. Le parole di questo versetto sono di Mardocheo, un parente della regina Ester. Mardocheo, infatti, informò la regina del decreto di morte per tutti i Giudei e la esorta a parlare al re, cosa che poi farà, non con senza pericolo, infatti, non poteva andare nel cortile del re senza essere chiamata dal sovrano; secondo una legge valida per tutti, chi lo faceva era messo a morte (Ester 4:10-11). La regina si fa coraggio e va nel cortile del re, e il re la riceve; poi da lì, in un convito organizzato da ...

Neemia 4:14: Nei momenti difficili ricorda chi è il Signore.

Neemia 4:14: Nei momenti difficili ricorda chi è il Signore. “Dopo aver esaminato la cosa mi levai e dissi ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: ‘Non abbiate paura di loro! Ricordatevi del Signore grande e tremendo e combattete per i vostri fratelli, per i vostri figli e figlie, per le vostre mogli e per le vostre case!’". Neemia coppiere del re Artaserse, per grazia di Dio, ritorna a Gerusalemme per ricostruire le mura dall’esilio di Susa residenza del re Persiano (Neemia 1-3). Fin da subito, Neemia trovò una forte opposizione (Neemia 2:10,19; 4:1-11). Le parole di questo versetto sono appunto la reazione di fede di Neemia per incoraggiare ed esortare i suoi collaboratori e fratelli Giudei, contro gli attacchi dei nemici d’Israele (Neemia 4:6-8). Con il morale basso dei suoi uomini doveva rinnovare il loro coraggio per il loro compito difficile. Era un momento di crisi, il popolo Giudaico era scoraggiato dalla propaganda continua dei nemici. Neemia esorta il po...

Efesini 1:15: I segni di un vero cristiano.

Efesini 1:15: I segni di un vero cristiano. "Perciò anch'io, avendo udito parlare della vostra fede nel Signore Gesù “e del vostro amore per tutti i santi”.  Il solo fatto che pensiamo di essere cristiani non è sufficiente, il fatto che altre persone potrebbero dire che siamo cristiani, non è sufficiente. Il semplice fatto che una persona dica che egli sia un cristiano non prova che egli sia un vero cristiano! Ci deve essere qualche prova come la fede nel Signore Gesù e l’amore verso i credenti. Paolo da la motivazione della sua preghiera e ringraziamento (v.16): la fede nel Signore Gesù e l’amore per tutti i cristiani.  La fede dei credenti nel Signore Gesù.  La “fede” nel Signore Gesù', indica non solo la fiducia, ma la sfera o la locazione in cui vive e agisce la fede, il regno in cui opera la fede, quindi una fede attiva costante nella persona di Gesù (Efesini 1:1; Colossesi 1:4). Può avere anche il senso di fedeltà nei riguardi del Signore Gesù, quin...

Efesini 1:15: La motivazione dell’intercessione di Paolo.

Efesini 1:15: La motivazione dell’intercessione di Paolo. “ Perciò anch'io, avendo udito parlare della vostra fede nel Signore Gesù e del vostro amore per tutti i santi, non smetto mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere”.  Molte chiese e molti cristiani, si comportano come se la predicazione e la sana dottrina siano la cosa più importante, certamente lo sono, ma lo è anche la preghiera. Una chiesa, o individuo che mette solo l’enfasi sulla predicazione e sulla dottrina, e trascura la preghiera, è come una bella macchina sportiva senza molto olio nel motore, può fare un bel rombo, può andare veloce, ma prima, o poi si romperà.  Alla luce della loro meravigliosa eredità in Gesù Cristo (Efesini 1:3-14), Paolo adesso intercede per i possessori di quel tesoro.  Nonostante le sue condizioni potessero essere difficili, perché si trova agli arresti, Paolo prega per gli altri, non è risucchiato dai suoi problemi. Siamo di fronte un uomo spirituale...

Esdra 7:10: Un uomo di risveglio!

Esdra 7:10: Un uomo di risveglio! “poiché Esdra si era dedicato con tutto il cuore allo studio e alla pratica della legge del SIGNORE, e a insegnare in Israele le leggi e le prescrizioni divine”. Nel suo viaggio da Babilonia a Gerusalemme, il sacerdote e scriba Esdra è stato accompagnato e protetto dal Signore (Esdra 7:6-9), il motivo era perché si era dedicato con tutto il cuore allo studio, alla pratica e all’insegnamento della legge del Signore. Esdra è un modello esemplare sul tipo di rapporto che un credente dovrebbe avere con la Bibbia.  È un modello di un uomo di risveglio per la chiesa oggi. Per Esdra, la legge del Signore, non era un passatempo, non era un hobby, non era un modo per accrescere la sua cultura, o soddisfare la sua curiosità, era la sua vita! Amava Dio, la Sua Parola, amava il Suo popolo.  “Si era dedicato” (hekîn) indica stare fermo, essere fermamente deciso, determinato (1 Samuele 7:3; 1 Cronache 29:18). Può avere anche il senso di prestare ...