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Marco 4:18-19: Gli ostacoli alla parola di Dio

 Marco 4:18-19: Gli ostacoli alla parola di Dio Un professore in visita al Fuller Theological Seminary ha raccontato una storia sulla predicazione di un sermone in un paese in via di sviluppo in cui centinaia di persone si sono fatte avanti come espressione del loro desiderio di camminare con Gesù.  Pochi mesi dopo, ha predicato lo stesso sermone in una chiesa negli Stati Uniti; non solo nessuno si è fatto avanti al suo invito, ma anche la chiesa sembrava visibilmente annoiata dal messaggio biblico.  Questa storia è un grande promemoria della verità che dobbiamo “seminare” il vangelo, ma il frutto dipende dalla ricettività degli ascoltatori e dell'opera del Signore nei loro cuori. Il vangelo è la più bella notizia che l’umanità possa ascoltare e ricevere; così anche tutta la bibbia. La bibbia, la parola di Dio, può fare miracoli in noi, può operare efficacemente (cfr. per esempio 1 Tessalonicesi 2:13), ma ci possono essere degli ostacoli che gli impediscono di operare nel...

Giovanni 15:1-8: Gesù è la vera vite.

Giovanni 15:1-8: Gesù è la vera vite. Noi in questi versetti vediamo che Gesù è la vera vite, e i credenti, i Suoi discepoli sono i tralci, chiamati a portare frutto per la gloria di Dio. Senza l’unione con Gesù Cristo, questo non sarà possibile, perché dipendiamo da Gesù per portare frutto nella vita cristiana! Noi, in questi versetti, vediamo i simboli, il sistema e lo scopo. Cominciamo a vedere: I I SIMBOLI (vv.1,5). Prima di tutto troviamo: A)La vera Vite (vv.1,5). Noi al v.1 leggiamo: “Io sono la vera vite”. Così nel v.5 è scritto: “Io sono la vite”. Il pronome “Io” è enfatizzato.  Così anche “vera”, infatti nel greco è messa in enfasi, quindi “Io sono la vite vera”.  Questo è l’ultimo dei sette detti di Gesù che iniziano con “Io sono” (Giovanni 6:35; 8:12; 10:7,9, 11,14; 14:6; 15:1,5). Gesù è la vera vite che porta frutto (v.1).  La vite non è una pianta ornamentale,  esiste per dare i suoi frutti. “Vera” (alÄ“thi...

La parabola del fico infruttuoso (Luca 13:6-9).

Luca 13:6-9: La parabola del fico infruttuoso. George Whitefield ha scritto nel suo diario che durante il suo primo viaggio in Georgia, il cuoco della nave aveva il brutto vizio di bere. Quando il cuoco fu rimproverato per questo e altri peccati, disse in modo arrogante che sarebbe stato peccatore fino agli ultimi due anni della sua vita e poi si sarebbe ravveduto. Whitefield aggiunse che, dopo sei ore che il cuoco fece questa dichiarazione arrogante, morì di una malattia legata al suo bere. Nel contesto vediamo che Gesù richiama al ravvedimento dai peccati, chi non si ravvede perirà! (Luca 13:1-5). L'avvertimento di questa parabola è: può esserci un periodo di misericordia e di pazienza di Dio, ma c'è un limite di tempo; ora è il momento di pentirsi prima che sia troppo tardi.

Luca 13:6-9: La parabola del fico infruttuoso.

Luca 13:6-9: La parabola del fico infruttuoso. George Whitefield ha scritto nel suo diario che durante il suo primo viaggio in Georgia, il cuoco della nave aveva il brutto vizio di bere. Quando il cuoco fu rimproverato per questo e altri peccati, disse in modo arrogante che sarebbe stato peccatore fino agli ultimi due anni della sua vita e poi si sarebbe ravveduto. Whitefield aggiunse che, dopo sei ore che il cuoco fece questa dichiarazione arrogante, morì di una malattia legata al suo bere. Nel contesto vediamo che Gesù richiama al ravvedimento dai peccati, chi non si ravvede perirà! (Luca 13:1-5). L'avvertimento di questa parabola è: può esserci un periodo di misericordia e di pazienza di Dio, ma c'è un limite di tempo; ora è il momento di pentirsi prima che sia troppo tardi.

Salmo 1:3: La via del devoto a Dio (Terza parte).

Salmo 1:3: La via del devoto a Dio (Terza parte). “Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà. Dopo aver parlato della condizione di beatitudine in cui si trova il devoto, cioè è beato, quindi che è separato dai peccatori ed è saturo della Parola di Dio, ora il salmista parla dello sviluppo del devoto. La Parola di Dio nella vita del devoto dà stabilità.  Un albero piantato con radici profonde è stabile, non si sradica, anche se arriva la tempesta, forse si spezzerà, forse i rami si staccheranno, ma le radici profonde non si staccano.  Così il credente quando affronta le prove, o le tentazioni rimane fermo nella Parola di Dio! 

La parabola delle zizzanie (Matteo 13:24-30, 36-43).

La parabola delle zizzanie (Matteo 13:24-30, 36-43). Vicino un orologio in una chiesa a Strasburgo, in Germania, ci sono queste parole: “In una di queste ore, il Signore viene”.   Ci sono moltissimi passi nella Bibbia, come i versetti di questa parabola, che parlano che Gesù un giorno ritornerà, ma non sappiamo quando; proprio perché non possiamo prevedere il momento, dobbiamo essere pronti in ogni momento (C. S. Lewis).  È molto chiaro che per alcuni quando Gesù ritornerà sarà di salvezza e per altri di giudizio.  Alla fine della storia umana, come è scritto in questa parabola, Gesù salverà chi gli appartiene e giudicherà chi non gli appartiene.  In questa parabola notiamo tre aspetti: la semina, la sorpresa dei servi e lo scenario futuro.

Giovanni 15:1,5: Gesù è la vera vite.

Giovanni 15:1,5: Gesù è la vera vite. “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo….Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla”. Gesù è la vera vite che porta frutto.  "Vera" (alÄ“thinÄ“) indica ciò che “è autentico”, “reale”, “ genuino” e quindi “affidabile”, “degno di fiducia”. Nell’Antico Testamento vediamo che Israele è rappresentato come una vite (Salmo 80:8-19; Isaia 5:1-8; Geremia 2:21; 6:8-9; Ezechiele 15:1-8; 17:6-8; 19:10-14; Osea 10:1-2), come una vigna piantata dal Signore, dalla quale Egli si aspettava il frutto, invece ha fallito (Salmo 80:8-19; Isaia 5:1-8; Geremia 2:21). Ora in contrasto con il fallimento della vite del popolo di Israele per la mancanza di buoni frutti, Gesù afferma: “Io sono la vera vite”, cioè colui che porta i buoni frutti. Gesù non dice che la Chiesa è la vite, ma che egli è stesso è la vite e i discepoli (tutti i credenti) ...

I segni caratteristici del discepolo di Cristo.

I segni caratteristici del discepolo di Cristo. In questa lezione vedremo:  I segni caratteristici del discepolo di Gesù. “Il cristianesimo non è semplicemente un programma di comportamento, ma è il potere di una nuova vita”. (Benjamin B. Warfield)   I cristiani non sono persone che non peccano mai, persone perfette, ma persone che si contraddistinguono come discepoli di Cristo perché in loro c’è il potere di una nuova vita, quella di Dio (Giov.1:12-13; 3:3,5;2 Pie.1:3-4). Il discepolato non è principalmente una questione di quello che facciamo, ma è una conseguenza di ciò che siamo in Cristo. Chi è in Cristo ha determinate caratteristiche, come dai frutti si riconosce un albero così da alcuni segni visibili si riconosce un discepolo di Gesù (Matt.7:16-17). Quali sono i segni di un discepolo di Gesù?