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Nati da Dio! (Giovanni 1:11-13)

 Nati da Dio! (Giovanni 1:11-13) Nella Roma del I secolo, a volte un padre adottava un giovane esterno alla famiglia perché fosse l’erede principale del suo nome e del suo patrimonio. Se il padre considerasse indegni i suoi figli naturali, trovava qualcun altro con le qualità che desiderava in un figlio.  Il figlio adottivo aveva così la precedenza su qualsiasi figlio suo di nascita naturale nel processo di eredità, il nuovo figlio riceveva molti diritti e privilegi che altrimenti non avrebbe avuto senza adozione. Il cristiano fa parte della famiglia di Dio, è diventato un figlio di Dio per Sua adozione, perché Dio gli concesso sovranamente, secondo la Sua grazia, la rinascita spirituale (Giovanni 1:12–13).  L’evangelista Giovanni sta parlando della luce, cioè di Gesù, ha appena detto che era nel mondo, che il mondo è stato fatto per mezzo di Lui e il mondo non l’ha conosciuto. Ora continua a parlare del fatto che è venuto in casa Sua e non tutti lo hanno ricevuto, ma chi...

Giovanni 1:11-13: Nati da Dio!

 Giovanni 1:11-13: Nati da Dio! Nella Roma del I secolo, a volte un padre adottava un giovane esterno alla famiglia perché fosse l’erede principale del suo nome e del suo patrimonio. Se il padre considerasse indegni i suoi figli naturali, trovava qualcun altro con le qualità che desiderava in un figlio.  Il figlio adottivo aveva così la precedenza su qualsiasi figlio suo di nascita naturale nel processo di eredità, il nuovo figlio riceveva molti diritti e privilegi che altrimenti non avrebbe avuto senza adozione. Il cristiano fa parte della famiglia di Dio, è diventato un figlio di Dio per Sua adozione, perché Dio gli concesso sovranamente, secondo la Sua grazia, la rinascita spirituale (Giovanni 1:12–13).  L’evangelista Giovanni sta parlando della luce, cioè di Gesù, ha appena detto che era nel mondo, che il mondo è stato fatto per mezzo di Lui e il mondo non l’ha conosciuto. Ora continua a parlare del fatto che è venuto in casa Sua e non tutti lo hanno ricevuto, ma chi ...

Osea 1:3-5: Izreel la punizione di Dio

  Osea 1:3-5: Izreel la punizione di Dio La chiamata di un profeta a volte era bizzarra perché Dio poteva chiedergli di fare cose fuori dalla normalità per illustrare situazioni del popolo e lanciare così un messaggio; il profeta stesso così era un segno per il popolo. Questo era il caso anche di Osea, Dio gli ha chiesto di sposare una prostituta e fare figli di prostituzione, e Osea lo ha fatto. Se la moglie Gomer rappresenta la nazione con i suoi peccati, i figli di prostituzione rappresentano i singoli Israeliti. Dio dice anche a Osea come deve chiamare i figli, questi nomi particolari che troviamo nei vv.4-9, simboleggiano l’azione del Signore sul popolo d’Israele, servivano come messaggi di Dio (cfr. Isaia 7:3; 8:3-4; Ezechiele 23:4) per essere elaborati e spiegati dal profeta. Dunque questi nomi erano di cruciale importanza nel ministero di Osea ed esprimevano lo sdegno, la disapprovazione del Signore per tutto il popolo per il suo adulterio spirituale, per la mancanza di dev...