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Salmo: 71:20-21: Quando Dio riscrive la tua storia (2)

 Salmo: 71:20-21: Quando Dio riscrive la tua storia (2) La misericordia di Dio: l’intervento salvifico nelle difficoltà “Tu, che ci hai fatto vedere molte e gravi difficoltà, ci darai di nuovo la vita e ci farai risalire dagli abissi della terra; tu accrescerai la mia grandezza e ritornerai a consolarmi”. Da questa serie, abbiamo già parlato della maestà di Dio - della Sua grandezza incomparabile. Ma c’è una domanda che brucia nel cuore umano: “Va bene, Dio è grande... ma si preoccupa di me?” Nel film “Cast Away”, l’attore Tom Hanks, naufragato su un’isola deserta, urla all’oceano: “Io so che Tu puoi sentirmi! Lo so che puoi!”  È il grido universale dell’umanità verso un Dio che sembra lontano nelle nostre tempeste. Ma ecco la meravigliosa verità del Salmo 71: lo stesso Dio maestoso che abbiamo contemplato nella predicazione precedente è anche il Dio misericordioso che scende negli abissi della nostra sofferenza per tirarci fuori. Il salmista ci mostra che Dio non solo permett...

1 Samuele 7:9-10: Gli strumenti della vittoria

 1 Samuele 7:9-10: Gli strumenti della vittoria “Samuele prese un agnello da latte e l'offrì intero in olocausto al SIGNORE; e gridò al SIGNORE per Israele, e il SIGNORE l'esaudì. Mentre Samuele offriva l'olocausto, i Filistei si avvicinarono per assalire Israele; ma il SIGNORE in quel giorno fece rimbombare dei tuoni con gran fragore contro i Filistei e li mise in rotta, tanto che essi furono sconfitti davanti a Israele”. Seneca disse: "La speranza è il più grande bene che l'uomo possegga". Seneca sottolineava come la speranza sia un bene inestimabile per l'essere umano. Una forza che ci sostiene e ci motiva ad andare avanti, anche nelle situazioni più difficili. È l'antidoto alla disperazione. Ci permette di mantenere viva la fiamma dell'ottimismo, anche quando tutto sembra perduto come nella storia di questi versetti. “Non si può vivere senza speranza. Vivere senza speranza significa cessare di vivere” diceva Fëdor Dostoevskij. Perdere la speran...

2 Re 18:7-8: La conseguenza della consacrazione di Ezechia

  2 Re 18:7-8: La conseguenza della consacrazione di Ezechia 2 Re 18:7-8: La conseguenza della consacrazione di Ezechia I vv.5-6 parlano della consacrazione di Ezechia, cioè della fede e della fedeltà che aveva nel Signore, un esempio per tutti credenti. I vv.7-8 ci parlano della conseguenza della consacrazione di Ezechia. Come sottolineato da George Barlow: "Dio onora l'uomo che è zelante per la Sua gloria"; Ezechia ne è la prova tangibile.  La sua consacrazione a Dio non solo lo ha elevato spiritualmente, ma si è tradotta anche in benefici concreti nella sua vita terrena, infatti prosperò, ebbe dal Signore ricchezze e onore (2 Cronache 31:20–21; 32:23,27-30). Così vediamo tre elementi della conseguenza della fede e della fedeltà di Ezechia nel Signore. Prima di tutto consideriamo: I IL CONSEGUIMENTO (v.7)  Leggiamo nel v.7: “Il SIGNORE fu con Ezechia, che riusciva in tutte le sue imprese”. “Che riusciva in tutte le sue imprese” è in enfasi. Questa frase racchiude un mes...

Atti 12:5: L’importanza della preghiera comunitaria

 Atti 12:5: L’importanza della preghiera comunitaria “Pietro, dunque era custodito nella prigione, ma fervide preghiere a Dio erano fatte per lui dalla chiesa”.   Kent Hughes scrive: “Il capitolo 12, ambientato in un contesto di crescente persecuzione, si apre con l’apparente incapacità del popolo di Dio di fare qualsiasi cosa per liberarsi, ma poi descrive una straordinaria dimostrazione di forza tra cristiani apparentemente indifesi e rivela la fonte di quella forza”. Dai vv.1-4 apprendiamo che il re crudele Erode Agrippa I, nipote di Erode il Grande, cerca di ingraziarsi gli Ebrei perseguitando i cristiani: fa uccidere Giacomo, fratello di Giovanni e ritenne opportuno ritardare l'esecuzione di Pietro mettendolo in prigione, e facendolo custodire a turno con una stretta sorveglianza da quattro gruppi di quattro soldati ciascuno che si alternavano ogni tre ore, in quattro turni, secondo l’uso Romano.  Evidentemente Erode era preoccupato che una figura di così alto p...

Salmo 24:7-10: La realizzazione della presenza di Dio

 Salmo 24:7-10: La realizzazione della presenza di Dio I vv.7-10, mettono in evidenza che Dio è il Re glorioso. La prima parte del Salmo 24:1-2 ci parla della grandezza del Signore come Creatore (vv.1-2). La seconda parte ci parla di come l'uomo può entrare in relazione con questo grande Dio santo.  La terza parte ci parla del popolo che è chiamato ad accogliere il Re di gloria, il Guerriero vittorioso. George Fredrick Handel è considerato uno dei più grandi compositori nella storia della chiesa.  La sua famosa composizione “Messiah”, è la più popolare delle sue opere; ha spinto innumerevoli credenti ad adorare Dio. Questo capolavoro fu eseguito per la prima volta a Londra il 23 marzo 1743. In questa occasione era presente il re d'Inghilterra Giorgio II. Tutti i presenti rimasero profondamente commossi quando ascoltarono  questa musica ispiratrice e questo testo biblico. Quando fu cantato “The Hallelujah Chorus”, contenente le potenti parole: “Poiché il Signore Dio o...

1 Corinzi 15:57: La vittoria delle vittorie!

 1 Corinzi 15:57: La vittoria delle vittorie! “Ma ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo”. Sembrerebbe assurdo ed è certamente difficile parlare di vittoria in un momento drammatico e doloroso come la morte di una persona fedele a Dio che conosciamo. Come possiamo parlare di vittoria davanti la cessazione di una vita, quando un nostro caro muore, quando fisicamente non c’è più, quando non sentiremo più la sua voce, la sua risata, i suoi consigli, o quando non toccheremo più il suo volto, o le sue mani, o non vedremo più i suoi occhi che incrociano i nostri? Come possiamo parlare di vittoria per la morte di un nostro caro, quando non vedremo più il suo sorriso, o sentiremo più il suo amore, o anche dargli il nostro amore? Come possiamo parlare di vittoria per la morte di un nostro caro quando è strappato dalla nostra presenza per sempre, quando lascia un vuoto incolmabile? La morte è qualcosa che tocca tutti! Lo scrittore e poeta Argentin...

Esodo 17:8-13 La vittoria d’Israele su Amalec

 Esodo 17:8-13 La vittoria d’Israele su Amalec  Molti pensano alla preghiera come ultima risorsa, una sorta di ultimo disperato sforzo quando tutto il resto fallisce e si conclude con la frase: "Non ci rimane altro da fare che pregare”. Come ci ricorda questa storia la preghiera è un’azione che va fatta subito, o prima e durante di ogni cosa! John Blanchard scrive: “Abbiamo bisogno di più cristiani per i quali la preghiera è la prima risorsa, non l'ultima”. Subito dopo aver superato la difficoltà della carenza d'acqua si presenta un'altra difficoltà: l’attacco degli Amalechiti. Di punto in bianco, Israele si trova sotto attacco nel deserto. Questo episodio è la dimostrazione della presenza protettiva e di sostegno di Dio nei momenti di avversità per coloro che lo invocano con fede. Partiamo con ordine, consideriamo: I LA VENUTA DEL CONFLITTO (v.8)  Prima di tutto vediamo: A) Le persone del conflitto (v.8) Nel v.8 leggiamo: “Allora venne Amalec per combattere contro Isr...

1 Samuele 4:7,12-22 La gloria nell’arca del patto

1 Samuele 4:7,12-22: La gloria nell’arca del patto L'arca dell'alleanza affascina anche i non credenti, che la considerano un talismano per accedere al potere divino, o magico.  In una scena del famoso film di Spielberg: “I predatori dell'arca perduta”, Indiana Jones e il suo collega Marcus Brody spiegano ai servizi segreti dell'esercito perché Hitler stesse cercando l'arca. Brody afferma minacciosamente: " Un esercito che porta l'arca davanti a sé è invincibile".  Tuttavia, i tragici eventi di 1 Samuele 4 mostrano che non è così! La presenza dell'arca di Dio non garantiva affatto la vittoria! Infatti, gli Israeliti persero contro i Filistei! La vittoria non è dovuta a un oggetto sacro, ma dipende dal Signore (Proverbi 21:31).  Vediamo: I IL SIMBOLO DELL’ARCA DEL PATTO (v.7)  Nel v.7 leggiamo:“I Filistei ebbero paura, perché dicevano: ‘Dio è venuto nell'accampamento’. Ed esclamarono: ‘Guai a noi! Poiché non era così nei giorni passati’”. La fra...

1 Samuele 5:9: Il flagello del Signore sui Filistei

 1 Samuele 5:9: Il flagello del Signore sui Filistei “Così trasportarono a Gat l'arca del Dio d'Israele. E quando l'ebbero trasportata, la mano del SIGNORE fu contro la città che si fece prendere da un grande panico. Il SIGNORE colpì gli uomini della città, piccoli e grandi, e un flagello d'emorroidi scoppiò in mezzo a loro”. La pratica di catturare gli dèi di un nemico come un trofeo, era comune nelle guerre nell'antico Medio Oriente. L’arca del Dio d’Israele era l’arca del patto, dove il Signore rivelava la Sua volontà ai Suoi servi (Esodo 25:22; 30:36; Levitico 16:2; Giosuè 7:6), in questo modo serviva come simbolo della presenza divina che guidava il Suo popolo (1 Samuele 4:21-22; 6:19-20). I Filistei sconfiggono gli Israeliti in battaglia e presero l’arca del patto (1 Samuele 5:10-11) e la trasportarono ad Asdod nel tempio della loro divinità nazionale “Dagon” (cfr. Giudici 16:23; 1 Cronache 10:10).  Forse i Filistei pensavano di dargli sinceramente adorazione ...

1 Samuele 4:7: Il simbolo dell’arca del patto

 1 Samuele 4:7: Il simbolo dell’arca del patto “I Filistei ebbero paura, perché dicevano: ‘Dio è venuto nell'accampamento’. Ed esclamarono: ‘Guai a noi! Poiché non era così nei giorni passati’. La frase dei filistei: “Dio è venuto nell'accampamento” si riferisce all’arca del patto. L’arca del patto era l'oggetto più sacro nella religione di Israele. Questo oggetto a forma di scatola, era ricoperto d'oro e conteneva memoriali dell'esodo, in particolare le tavole di pietra contenenti i dieci comandamenti e un contenitore di manna. Due cherubini erano montati sul suo coperchio, le loro ali si toccavano sul suo centro, dove ogni anno il sommo sacerdote spruzzava sangue sacrificale nel giorno dell'espiazione. L'arca doveva essere custodita nella stanza interna del tabernacolo (cfr. per esempio Esodo 25:10-22; 30:6; 37:1-9; Deuteronomio 10:1-5; Ebrei 9:4), ed era dove il Signore rivelava la sua volontà ai suoi servi (Mosè: Esodo 25:22; 30:36; Aronne: Levitico 16:2...

Deuteronomio 1:29-33: Il Signore è con te!

Deuteronomio 1:29-33: Il Signore è con te!  Nel romanzo “In Requiem for a Nun A Play”, William Faulkner a uno dei suoi personaggi gli fa dire: “Il passato non è mai morto. Non è nemmeno passato". Nella vita cristiana, ricordare gli errori del passato sia nostri, o degli altri e come Dio ha operato è importante, perché possiamo crescere spiritualmente e la nostra fede può essere fortificata, o stimolata nell’affrontare le nostre sfide. Il passato, in questo senso, non deve mai morire!  Soprattutto come Dio si è manifestato, come ha operato nella storia! Così dalla storia di Dio con il popolo d’Israele, da questa storia passata, possiamo imparare delle verità che rafforzano la nostra fede nel Signore e possiamo essere incoraggiati nelle sfide che ci aspettano. Mosè stava ricordando al popolo di Israele la storia dei loro padri nel viaggio dall’Egitto fino al Giordano e di come si rifiutarono di prendere possesso di Canaan per paura degli Amorei e degli Anachiti (cfr. Numeri 13-1...

Giudici 7:2: Tutta la gloria deve essere di Dio

 Giudici 7:2: Tutta la gloria deve essere di Dio “Il SIGNORE disse a Gedeone: ‘La gente che è con te è troppo numerosa perché io dia Madian nelle sue mani; Israele potrebbe vantarsi di fronte a me, e dire: -È stata la mia mano a salvarmi-’". Nulla può impedire al Signore di salvare con molta, o poca gente! (1 Samuele 14:6). Gedeone fu chiamato da Dio a capo d’Israele e quindi a combattere contro i Madianiti e i loro alleati (Giudici 6:33) che si preparavano ad attaccare ancora una volta gli Israeliti. Il popolo di Dio non aveva il numero, l'esperienza, o l'equipaggiamento militare per competere contro il suo nemico, ma la vittoria non era in discussione, perché la vittoria non era militare, ma teologica: a Dio appartiene la vittoria! (cfr. 2 Re 5:1; Proverbi 21:31; Salmo 33:10-22). Dio chiama Gedeone per sconfiggere i più numerosi Madianiti (Giudici 6:5,14-16; 8:10). Ma come avrebbe interpretato Israele la vittoria se con Gedeone ci sarebbe stato tutto il contingente di uo...

Salmo 124:8: Il nostro aiuto

 Salmo 124:8: Il nostro aiuto “Il nostro aiuto è nel nome del SIGNORE, che ha fatto il cielo e la terra”. Avere il Signore nella propria vita fa la differenza in ogni circostanza in cui ci troviamo!  Avere il Signore dalla propria parte è il fattore determinante in ogni situazione!  I credenti dell'Antico Testamento avevano una consapevolezza riconoscente della presenza di Dio in mezzo a loro, perché l’avevano sperimentato in modo potente. Al v.1 di questo salmo, Davide inizia con “se” (lûlēʾ), questa congiunzione, a volte ricorre in alcuni testi dell'Antico Testamento dove viene attribuito al Signore una liberazione inaspettata (cfr. Genesi 31:42; 43,10; Deuteronomio 32:29; 1 Samuele 25:34; 2 Samuele 2:27; 2 Re 3:14; Salmo 94:17).  Questo salmo di Davide descrive la benevolenza di Dio che li ha protetti dai nemici, se non fosse stato per il Signore, li avrebbero inghiottiti vivi. “Inghiottire” è una metafora di "morte". La morte, rappresentata dallo "Sheol"...

Salmo 3:6-8: Il trionfo di Davide.

Salmo 3:6-8: Il trionfo di Davide. Un tattico militare una volta disse che le battaglie vengono vinte prima di essere combattute. Questo per indicare che la vittoria dipende dalla preparazione preliminare. Un generale lo ha definito “Preparare un buon risultato”.  Il re Davide ci fa capire come avere un buon risultato, la vittoria, anche quando la situazione è difficile! Ma il buon risultato è stato preparato con la conoscenza di Dio e la comunione con Lui. Questa ha reso forte la fede di Davide e lo ha preparato per un momento drammatico e difficile della sua vita. Infatti, a un certo punto della vita di Davide, c’è stata un'insurrezione, capeggiata dal figlio Absalom, che si è trasformata in un attacco personale contro di lui e la sua fede, ma Davide superò la crisi. Davide non si arrese alle circostanze avverse!  Come la pressione esterna ci rende tristi e a volte angosciati, così la fede in un grande Dio ci darà la forza e la vittoria. Sugar ...

Giovanni 11:25-26: Gesù è la resurrezione e la vita.

Giovanni 11:25-26: Gesù è la resurrezione e la vita. Joseph Fort Newton, un ministro battista vissuto tra il 1880 e il 1950 nella sua autobiografia “River of Years”, descrisse drammaticamente il giorno in cui, da piccolo, guardò per la prima volta in una tomba aperta. Era la sepoltura di suo padre. La neve giaceva a terra. Soffiava un forte vento e un fuoco ardeva a pochi metri di distanza. Sebbene troppo piccolo per comprendere appieno ciò che vedeva e sentiva, il giovane Joseph Newton sapeva nel suo cuore che qualcosa di forte era successo. Stava vicino a sua madre, stringendole la mano. Con grande sincerità, il vecchio ministro della cittadina lesse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai”. (Giovanni 11:25 -26). Riflettendo sull'esperienza, Newton dichiarò: “Non dimenticherò mai il potere di quelle parole. Era come se una Mano grande e gentile, più forte della mano dell'uomo e più tenera ...

Giudici 6:14:Una rassicurazione motivante.

Giudici 6:14:Una rassicurazione motivante. “Allora il SIGNORE si rivolse a lui e gli disse: ‘Va' con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non sono io che ti mando?’”  A causa dei loro peccati, il Signore diede gli Israeliti nelle mani dei Madianiti per sette anni. Il potere dei Madianiti con gli Amalechiti era opprimente, arrivavano come una moltitudine di cavallette con i loro cammelli e ridussero Israele in grande miseria, e la popolazione impaurita fu costretta a nascondersi nelle grotte, nelle caverne  e nei forti (Giudici 6:1-6). Pertanto il popolo d’Israele gridò al Signore; Dio ascoltò le sue preghiere, e gli mandò un profeta che gli ricordò la sua liberazione dall’Egitto e il motivo per cui avvenne l’oppressione dei Madianiti: Israele peccò d’idolatria! (Giudici 6:7-10). Il peccato ha delle conseguenza: attira il giudizio di Dio!

Giosuè 6:20: L’obbedienza a Dio ci dà la vittoria.

Giosuè 6:20: L’obbedienza a Dio ci dà la vittoria. “Il popolo dunque gridò e i sacerdoti sonarono le trombe; e quando il popolo udì il suono delle trombe lanciò un gran grido, e le mura crollarono. Il popolo salì nella città, ciascuno diritto davanti a sé, e s'impadronirono della città”. Gerico era una città ben fortificata con un esercito coraggioso; era edificata su una collina, e poteva essere solo presa risalendo una ripida scarpata, quindi poneva in nemici in svantaggio. A questo si aggiunge che la sua fortificazione era caratterizzata da un muro di pietra alto dai tre metri e mezzo circa ai cinque metri circa, da uno spessore di circa  due metri. Alla sua sommità c'era una pendenza di pietra liscia verso l'alto a trentacinque gradi per circa dieci metri, dove si univano massicci muri di pietra che torreggiavano ancora più in alto. Chiunque avesse voluta conquistarla, doveva assediarla per mesi, prima che capitolasse per fame, o cercare di indebolire le mura di ...

Giovanni 1:5: Gesù è stato rifiutato.

Giovanni 1:5: Gesù è stato rifiutato. La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno sopraffatta.    “Splende” si riferisce all’incarnazione di Gesù (vv.7,14. Cfr. Isaia 9:1;60:1-5). Gesù con la sua vita e predicazione ha illuminato gli uomini, ma gli uomini lo hanno rifiutato! (Cfr. Matteo 5:14). Nel presente Vangelo, “tenebre” (skotía) indica  il mondo degli uomini estraniato da Dio, ignorante e spiritualmente cieco, malvagio e peccaminoso che ha ceduto alle lusinghe del maligno, quindi il mondo è dominato da Satana (Giovanni 3:19; 8:12, 12:35, 46; 1 Giovanni 1:5, 6; 2:8, 9, 11; Colossesi 1:13; 1 Giovanni 5:19). Noi vediamo in primo luogo la pazzia del rifiuto. Coloro che rifiutano Cristo sono stolti, anche se coloro che lo fanno si dichiarano sapienti (Romani 1:22). Noi viviamo in una società cosiddetta cristiana, ma la croce è considerata pazzia! (1 Corinzi 1:18,23). La società occidentale si è estraniata da Dio, allontanata da Dio, Dio non è pe...

Il regno imbattibile

Salmo 2. Ci sono diversi salmi che vengono chiamati messianici perché parlano del Messia , parlano profeticamente di Gesù , come questo salmo (Cfr. Matteo 3:17; Marco 1:11; Luca 3:22; 9:35; Atti 4:25-28; 13:32-33; Ebrei 1:3-6; Apocalisse 12:5; 19:15-19, ecc.). Il Salmo riflette il patto di Dio con il re Davide e di conseguenza con la sua discendenza, comporta la promessa che attraverso la dinastia davidica, Dio stabilisce il Suo dominio universale sulla terra e in modo definitivo nella persona di Gesù, che è della stirpe di Davide (Matteo 1:1; Luca 1:32; 2:4,11). Alcuni studiosi dicono che questo salmo si basava su un evento storico e veniva cantato per l’incoronazione di un re come quello riportato in 2 Samuele 5:3 quando venne unto re Davide, è una dichiarazione rituale, che il re di Gerusalemme, grazie a Yahweh è inattaccabile, imbattibile, e invincibile, ma era cantato in tempi di crisi nazionali quando le il popolo aveva bisogno di ricordare che Dio aveva stabilito il loro ...