Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta dono

Luca 1:72-74: La lode profetica di Zaccaria (2)

Immagine
 Luca 1:72-74: La lode profetica di Zaccaria (2) Ti sei mai chiesto perché il Signore ti ha salvato?  Spesso pensiamo alla salvezza principalmente come una liberazione dal peccato, dalla condanna di Dio, dalla morte eterna.  Questo è vero, ma è solo metà della storia.  Nel testo di oggi, Zaccaria ci mostra che il Signore ci salva per uno scopo preciso: per servirlo. Nel suo cantico di lode, Zaccaria pieno di Spirito Santo, celebra non solo la fedeltà di Dio nel mantenere le Sue promesse fatte ad Abraamo, ma anche il duplice aspetto della salvezza per la Sua misericordia: liberazione e servizio.  È come ricevere non solo la libertà da una prigione, ma anche una chiamata a una nuova missione dopo essere usciti dalla prigione. Nella precedente predicazione dei vv.67-71, abbiamo visto la benedizione del sacerdote Zaccaria, che pieno di Spirito Santo, loda il Signore per la salvezza e il Salvatore, ne abbiamo visto le caratteristiche. In questa seconda parte della lo...

Il dono della grazia di Dio (1 Corinzi 1:4)

 Il dono della grazia di Dio  “Io ringrazio sempre il mio Dio per voi, per la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù” (1 Corinzi 1:4). Noi in questo versetto vediamo che Paolo aveva la costanza, l’abitudine di ringraziare Dio per la chiesa di Corinto. Anche se si sentiva responsabile per loro come un padre per i suoi figli (1 Corinzi 4:14-15), Paolo era consapevole che la chiesa di Corinto apparteneva a Dio (1 Corinzi 1:1) e manifestava in essa la Sua grazia, e per questo lo ringraziava, in questo vediamo l’amore di Paolo per la chiesa. Un primo aspetto allora che ci colpisce di Paolo è che la sua gratitudine a Dio non era per se stesso, ma per quello che Dio aveva dato alla chiesa di Corinto. Un secondo aspetto della gratitudine di Paolo a Dio per la chiesa di Corinto è che era grato nonostante non fosse una chiesa coerente con la fede cristiana, infatti per esempio all’interno della chiesa vi erano divisioni (1 Corinzi 1:10-13; 11:17); gelosie e contese (1 Corinzi ...

2 Corinzi 4:17: La sofferenza è un dono di Dio per non essere legati a questo mondo

2 Corinzi 4:17: La sofferenza è un dono di Dio per non essere legati a questo mondo Riguardo la sofferenza A. W. Tozer disse: “La Bibbia ha molto da dire sulla sofferenza e la maggior parte è incoraggiante”. Dopo aver parlato della prima motivazione per cui non dobbiamo scoraggiarci, e cioè che l’uomo interiore si rinnova mentre il nostro uomo esteriore, il corpo fisico si consuma, ora Paolo dà la seconda motivazione: la sofferenza è un dono di Dio per non essere legati a questo mondo. Il 10 novembre 1942, dopo la vittoria nel deserto di El Alamein, il primo ministro britannico Winston Churchill disse: “Questa non è la fine. Non è nemmeno l'inizio della fine. Ma forse è la fine dell'inizio". Ogni giorno ci avviciniamo di più alla morte, ci stiamo avvicinando alla fine dell’inizio, infatti la fine di questa vita, per noi credenti, è la fine dell’inizio della nostra relazione con Dio in questa vita terrena. Ma non finisce tutto su questa terra e con la nostra morte!

Giovanni 3:16: La prova dell’amore di Dio.

Giovanni 3:16: La prova dell’amore di Dio. “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio”. Ci sono numerose prove, dell’amore di Dio, ma ce ne una in particolare: ha dato il Figlio, Gesù Cristo!   In questo versetto vediamo il costo dell’amore di Dio.  Dio ha pagato un prezzo alto per salvare i credenti! “Ha dato” richiama l'attenzione sul sacrificio di morte come un’offerta per il peccato (Matteo 20:28; Marco 10:45; 1 Timoteo 2:6; Galati 1:4; Tito 2:14). Dio colma di sua iniziativa l’abisso che c’è tra Lui e gli uomini a causa del peccato e non lo ha fatto con oro e con argento, ma con il sangue, la vita di Gesù (1 Pietro 1:18-19). Dio non risparmiato il Figlio, ma lo ha dato in sacrificio sostitutivo per gli ingiusti (Romani 8:32, 1 Pietro 3:18).

L’avvertimento contro l’autoesaltazione attraverso la lingua.

Giacomo 3:1-2: L’avvertimento contro l’autoesaltazione attraverso la lingua. A questo punto Giacomo ha concluso la discussione del rapporto dei ricchi e poveri, quindi dell’amore imparziale e delle opere che dimostrano la vera fede. Ora riprende il tema della lingua menzionata in precedenza in 1:19-21. Dobbiamo ammetterlo niente potrebbe essere più desolante di una comunità divisa a causa dell’abuso verbale, specialmente se è causata dagli insegnanti della comunità. Alcuni studiosi pensano che le divisioni all’interno delle comunità a cui scrisse Giacomo, erano divise a causa degli insegnanti! In questi due versetti Giacomo avverte contro l’autoesaltazione attraverso la lingua. I versetti 1-2 sono un monito per gli aspiranti insegnanti, ma anche per tutti i cristiani a farci da maestri troppo facilmente nei vari aspetti della vita!

Una preghiera importante per la nostra vita

Giacomo 1:5-8 Una preghiera importante per la nostra vita. Ci sono diverse preghiere  importanti da fare a Dio, ma ce ne una in particolare: pregare Dio per ricevere la saggezza. Avere saggezza nella vita è importante e lo sappiamo tutti, ma non è solo averla importante, lo è anche usarla. Il filosofo romano Cicerone (106 a.C-43 a.C) disse: “ Non basta acquistare la saggezza:bisogna anche usarla”. Il punto,comunque, prima di usarla è averla! Come averla possiamo? Basta l’esperienza? Leggere tanti libri? Sembra immotivato e inaspettato il fatto che Giacomo parli di saggezza a questo punto, ma la  saggezza è necessaria nell’affrontare le prove come le persecuzioni per le chiese del primo secolo. A volte non sappiamo come affrontare le prove:una malattia, problemi di lavoro, familiari, economici e così via. Nell’ora della prova  a volte ci sentiamo disorientati, in affanno, soli, corriamo qua e là in cerca di conforto e non sappiamo cosa fare in una determinata situazion...

L'acqua viva

Giovanni 4:13-14: L'acqua viva. Gesù lasciò la Giudea e se ne andò di nuovo in Galilea, doveva passare per la Samaria. Gesù venne nel mondo per morire in croce per salvare i peccatori, ma c’era un’ora un momento, secondo il piano di Dio, che Lui doveva morire, perciò evitava gli scontri diretti con i capi religiosi fino a quando non doveva arrivare quell’ora, perciò dovette lasciare per questo motivo come leggiamo nei vv.1-2, la Giudea per la Galilea perché i capi religiosi seppero che faceva più discepoli di Giovanni  Battista, in questo momento non voleva uno scontro diretto.  Ora per andare in Galilea a piedi, con i Suoi discepoli, doveva passare per la Samaria. Verso mezzogiorno, il caldo, la stanchezza lo costringono a fermarsi, in una città della Samaria di nome Sicar, vicino a un pozzo, il pozzo di Giacobbe. Giacobbe era un patriarca di Israele vissuto centinaia di anni prima. Gesù, dunque,  si ferma vicino questo pozzo, mentre i suoi discepoli sono and...