Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta sacrificio

Galati 3:13: La sostituzione della salvezza in Cristo

 Galati 3:13: La sostituzione della salvezza in Cristo John Stott disse: “La croce non è un compromesso tra Dio e il diavolo, ma il trionfo di Dio sulla maledizione della legge". La croce non rappresenta un accordo tra Dio e il male, come se ci fosse stata una sorta di trattativa; ci fa anche capire che Dio non ha fatto concessioni al peccato, ma lo ha condannato nella persona di Gesù Cristo. Allora la croce non è un fallimento di Dio, ma la massima espressione del Suo amore, giustizia e santità. È attraverso la croce che siamo liberati dalla schiavitù del peccato e dalla condanna della legge grazie a Gesù Cristo. Questa è la terza predicazione da questo versetto. Nelle precedenti predicazioni abbiamo visto la salvezza in Cristo considerando in modo particolare il significato di “Cristo” e di “riscattati”; poi nella seconda predicazione abbiamo visto la specificazione della salvezza concentrandoci sulla maledizione della legge, cioè Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della ...

1 Samuele 7:9-10: Gli strumenti della vittoria

 1 Samuele 7:9-10: Gli strumenti della vittoria “Samuele prese un agnello da latte e l'offrì intero in olocausto al SIGNORE; e gridò al SIGNORE per Israele, e il SIGNORE l'esaudì. Mentre Samuele offriva l'olocausto, i Filistei si avvicinarono per assalire Israele; ma il SIGNORE in quel giorno fece rimbombare dei tuoni con gran fragore contro i Filistei e li mise in rotta, tanto che essi furono sconfitti davanti a Israele”. Seneca disse: "La speranza è il più grande bene che l'uomo possegga". Seneca sottolineava come la speranza sia un bene inestimabile per l'essere umano. Una forza che ci sostiene e ci motiva ad andare avanti, anche nelle situazioni più difficili. È l'antidoto alla disperazione. Ci permette di mantenere viva la fiamma dell'ottimismo, anche quando tutto sembra perduto come nella storia di questi versetti. “Non si può vivere senza speranza. Vivere senza speranza significa cessare di vivere” diceva Fëdor Dostoevskij. Perdere la speran...

Esdra 3:3: Dalle ceneri alla fiamma: il ristabilimento del culto

 Esdra 3:3: Dalle ceneri alla fiamma: il ristabilimento del culto “Ristabilirono l’altare sulle sue basi, sebbene temessero i popoli delle terre vicine, e offrirono sopra di esso olocausti al Signore: gli olocausti del mattino e della sera”. Dalle ceneri della distruzione, una fiamma di speranza si riaccese.  In un tempo difficile, un piccolo gruppo di uomini e donne Israeliti furono desiderosi di ritornare a Gerusalemme con un unico scopo: ricostruire!  Si trovavano in esilio in Babilonia - per il giudizio di Dio - e volevano ritornare in patria con l'intenzione di onorare il Signore che avevano disonorato con l'idolatria molti anni prima. Non si limitarono a rialzare le mura di una città, ma volevano riaccendere l'altare del Signore, simbolo del loro legame indissolubile con Lui.  Esdra 3:3 ci racconta questa storia potente, una storia di rinascita, di coraggio e di incondizionata devozione.  Un racconto che risuona ancora oggi, invitandoci a riflettere sul no...

Romani 8:32: L’amore provvidente di Dio

 Romani 8:32: L’amore provvidente di Dio  Questo passo ci parla dell’amore provvidente di Dio. Spurgeon disse: “Non ci sono cambiamenti nell'amore del Signore, anche se ci possono essere cambiamenti nei modi di mostrarlo”. Dio essendo immutabile nel Suo carattere (cfr. per esempio Malachia 3:6), ed eterno (cfr. per esempio Isaia 40:28), il Suo amore non cambierà e non finirà mai e lo mostra in modi diversi! Prima di tutto in questo versetto vediamo che: I DIO HA PROVVEDUTO IL FIGLIO  Infatti: A) Dio non ha risparmiato il proprio Figlio “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio” La frase greca comincia con una particella enclitica intensiva (ge) che aggiunge enfasi, richiama particolare attenzione sulla frase e aggiunge una sfumatura emotiva. Il senso è “veramente”, o “certamente”, come traduce la “Nuova Diodati”. Quindi Colui, cioè Dio (vv.28,30) veramente, certamente non ha risparmiato il proprio Figlio! Paolo sta parlando di un dato di fatto, di qualcosa che è acc...

1 Samuele 7:12: Il Dio del finora è il Dio dell’ora in poi!

1 Samuele 7:12: Il Dio del finora è il Dio dell’ora in poi!  Possiamo affermare che il Dio del finora è il Dio dell’ora in poi! Il Signore (Yahweh) è il Soccorritore, l’Aiutatore del Suo popolo!  È Colui che fornisce aiuto, o assistenza a coloro che confidano in Lui! Davide nel Salmo 28:7 dice: “Il SIGNORE è la mia forza e il mio scudo; in lui s'è confidato il mio cuore, e sono stato soccorso; perciò il mio cuore esulta, e io lo celebrerò con il mio canto”. Nel Salmo 54:4 Davide dice: “Ecco, Dio è il mio aiuto; il Signore è colui che sostiene l'anima mia”. In Ebrei 13:6 è scritto: “Il Signore è il mio aiuto; non temerò. Che cosa potrà farmi l'uomo?” Così l’autore di Ebrei 4:16 c’incoraggia dicendo: “Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno”. La verità che Dio è santo e maestoso alla luce di ciò che siamo, ci potrebbe schiacciare e scoraggiare a invocarlo per essere soccors...

1 Samuele 7:9: Il Signore esaudisce la preghiera

 1 Samuele 7:9: Il Signore esaudisce la preghiera “Samuele prese un agnello da latte e l'offrì intero in olocausto al SIGNORE; e gridò al SIGNORE per Israele, e il SIGNORE l'esaudì”. C’è una guerra in corso tra Filistei e gli Israeliti, ci si prepara a una battaglia, e i soldati d’Israele hanno paura dei loro nemici e chiedono al profeta (1 Samuele 3:20, 21; 4:1), giudice d’Israele (1 Samuele 7:15–17) e sacerdote Samuele di non cessare di pregare per loro affinché Dio li salvi (cfr. per esempio 1 Samuele 4:3; Esodo 14:13; Giudici 2:18; 6:37; 7:7; 10:12-13) dalle mani dei Filistei (1 Samuele 7:8). Samuele allora, come vediamo in questo versetto, offrì un sacrificio al Signore e pregò il Signore con grande intensità e insistenza (gridò - yizÊ¿aq) per chiedere aiuto per il popolo. Samuele stava supplicando Dio come intercessore, era come un generale a capo dell’esercito di Dio che affrontava la guerra con il sacrificio e la preghiera!  Così Samuele offrì interamente un agnello da ...

1 Corinzi 10:31-11:1: La rotaia del nostro comportamento.

1 Corinzi 10:31-11:1: La rotaia del nostro comportamento. Tutto il mondo è stato sorpreso dal covid-19, non era preparato ad affrontare questo piccolissimo virus; qualcuno ha detto che è come una guerra, o peggio del terrorismo! Il futuro, mai come adesso, è stato incerto a causa del covid-19; molti sono convinti che dobbiamo imparare a convivere con questo virus, sono del parere che tutto non sarà come prima, anzi qualcuno pensa che dobbiamo aspettarci altri virus del genere. Giornalisti, scienziati, sociologi, economisti si chiedono come sarà la nuova normalità. Come sarà la politica?  Come sarà l’economia?  Le piccole attività prospereranno in futuro? Si lavorerà da casa?  Come sarà la nostra società? Soprattutto nelle aree metropolitane? Come saranno le relazioni sociali? Ci sarà una reazione collettiva a quello che sta succedendo nel mondo?  Sarà migliore di quella di adesso?  Ci sarà più nazionalismo, o globalità?  Ci sarà più cooperazione, o chiusura...

Giovanni 10:1-6,11-18: Gesù è il buon pastore.

Giovanni 10:1-6,11-18: Gesù è il buon pastore. Giovanni 10 è un capitolo molto amato dai cristiani perché parla che Gesù è il Buon Pastore che si prende cura delle Sue “pecore”, dei Suoi discepoli.  Nel Nuovo Testamento Gesù Cristo è chiamato anche il “Grande Pastore” (Ebrei 13:20-21), e il “Supremo Pastore” (1 Pietro 5:4).  L'Antico Testamento spesso immagina Dio come il pastore di Israele, che guida e protegge il suo popolo (Salmo 78:52–54; 79:13; 80:1; 95:7; 100:3). Come un pastore, Dio nutre il suo gregge, raccoglie gli agnelli, li porta delicatamente e li conduce (Isaia 40:11; Geremia 23:3–4; Ezechiele 34:11–16; Zaccaria 10:3). In questi versetti vediamo: I IL BUON PASTORE HA UNA RELAZIONE INTIMA CON LE SUE PECORE (vv.1-6).  Per capire bene questo testo è importante conoscere l’ambiente dove si svolge la vicenda che racconta Gesù.  Ci troviamo in un piccolo villaggio giudaico, dove la maggior parte delle famiglie possedeva delle pecore....

Giovanni 6:51: Gesù è il pane vivente.

Giovanni 6:51: Gesù è il pane vivente. Durante la seconda guerra mondiale, i tedeschi costrinsero molti ragazzini di dodici e tredici anni nella Junior Gestapo. Questi ragazzi sono stati trattati molto duramente e hanno svolto lavori disumani. Quando la guerra finì, la maggior parte aveva perso le tracce delle loro famiglie e vagava senza cibo o riparo. Come parte di un programma di aiuti alla Germania del dopoguerra, molti di questi giovani sono stati collocati in tendopoli. Qui medici e psicologi hanno lavorato con i ragazzi nel tentativo di ripristinare la loro salute mentale e fisica. Hanno scoperto che molti dei ragazzi si svegliavano nel mezzo della notte, urlando di terrore. Un medico ha avuto un'idea per gestire quella paura. Dopo aver dato un pasto abbondante ai ragazzi, li mise a letto con un pezzo di pane tra le mani, che fu loro detto di conservare fino al mattino. I ragazzi hanno poi dormito profondamente perché, dopo tanti anni di fame, hanno finalmente avuto la ce...

Matteo 20:25-28: La via della croce.

Matteo 20:25-28: La via della croce. Dai vv.17-28 vediamo un tema unico che riguarda “la teologia della croce”. Come vediamo nella Bibbia, la via della croce è al centro del cristianesimo, ed è la via per sperimentare la salvezza, la presenza e la potenza di Dio nella nostra vita (per esempio 1 Corinzi 1:17-18,23; Romani 6; Galati 2:20; Colossesi 3:8-14). La via della croce è la via della grandezza che dobbiamo ricercare.  Ma dobbiamo fare attenzione! Come diceva Tozer, ci sono due tipi di croce: quella nuova e quella vecchia, noi dobbiamo seguire quella vecchia! Benché i predicatori della “nuova croce” possono usare un linguaggio biblico, il contenuto e l’enfasi sono diverse dalla “vecchia croce”. La “nuova croce” non si oppone alla natura peccaminosa del “Vecchio Adamo” che è in noi: non parla di rinunciare al peccato, di umiltà, di morire a se stessi, anzi mette al centro il proprio io, il proprio piacere, il sentirsi bene, e si usa la fede in Gesù Crist...

Matteo 11:29: Le motivazioni a prendere il giogo di Gesù.

Matteo 11:29: Le motivazioni a prendere il giogo di Gesù. “Perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre”. Gesù precedentemente aveva esortato a prendere il Suo giogo, cioè  a camminare con Lui e a servirlo fedelmente seguendo i Suoi insegnamenti con il Suo aiuto. Ora spiega perché dobbiamo prendere il giogo di Gesù e imparare da Lui? Due sono i motivi: perché è mansueto e umile di cuore. Troviamo un contrasto tra il carattere dei farisei e quello di Gesù. Gesù, a differenza degli scribi e dei farisei che annullavano la Parola di Dio con le loro tradizioni (per esempio Matteo 15:1-9;23), si sottomette alla legge di Dio (Matteo 5:17-19), è mansueto e umile. Inoltre i farisei, e anche oggi erano maestri arroganti, duri, cattivi e crudeli, ma Gesù è mansueto e umile di cuore.

1 Timoteo 1:15: Un’affermazione affidabile d’accogliere.

1 Timoteo 1:15: Un’affermazione affidabile d’accogliere. Morgan, R. J. scrive: “Hugh Latimer (1485-1555 circa), il ‘Predicatore della Riforma inglese’, doveva molto al suo mentore, Thomas Bilney. Bilney era un tranquillo studioso dell'università di Cambridge, ha acquisito un Nuovo Testamento greco dal famoso Erasmo.  Mentre lo esaminava, un verso della Scrittura sembrava scritto con lettere di luce: ‘Cristo Gesù venne nel mondo per salvare i peccatori!’ ‘Questa frase’, scrisse in seguito, ‘attraverso le istruzioni di Dio e il lavoro interiore, ha così esaltato il mio cuore, che prima era ferito dalla colpa dei miei peccati, e immediatamente ho trovato il meraviglioso conforto e tranquillità nella mia anima. Le mie ossa contuse sobbalzarono di gioia’. Bilney voleva condividere la sua conversione con gli altri, ma questa era la verità della riforma e la riforma non aveva ancora raggiunto l'Inghilterra.  Insegnanti come Lutero, e insegnamenti come la giustificazione ...

1 Corinzi 11:1: L’esempio da seguire.

1 Corinzi 11:1: L’esempio da seguire. “Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo”. Questo versetto serve a concludere l'argomentazione di Paolo per questa sezione. Paolo ha appena dato il suo principio di azione al v.33 del capitolo 10, egli ora esorta a seguire il suo esempio (cfr. 1 Tessalonicesi 1:6; 2 Tessalonicesi 3:7,9). “Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo” indica sia l’autorità che aveva Paolo e sia il modello di rinunciare al proprio diritto di libertà per il bene degli altri. Allora l’esortazione di Paolo ai credenti è di seguire il suo esempio come lui segue quello di Cristo! “Siate” è un imperativo presente e indica “diventate” piuttosto che “essere”, inoltre indica lo sforzo morale. Quale punto di somiglianza ha in mente Paolo?

1 Corinzi 10:33: Compiacere a tutti!

1 Corinzi 10:33: Compiacere a tutti! “Così come anch'io compiaccio a tutti in ogni cosa, cercando non l'utile mio ma quello dei molti, perché siano salvati”.  Paolo c’insegna a compiacere a tutti. Nel compiacere a tutti troviamo: (1) Il servizio. “Così come” introduce un paragone spiegando il modo e il motivo per cui non essere motivo di scandalo. “Compiaccio” indica accogliere, dare piacere, soddisfazione, felicità, indurre qualcuno a sentirsi bene, quindi essere premurosi, rispettosi verso tutti. Ha l’idea di servizio nell’interesse degli altri, il cercare il benessere degli altri. Il verbo, tra i greci era usato spesso in contesti di schiavitù: l'obiettivo dello schiavo era di compiacere il padrone. Ora Paolo non ci vuole dire di cercare di guadagnarsi il favore degli uomini a discredito della verità del Vangelo e quindi della gloria di Dio. Paolo non cambiava il messaggio del Vangelo, secondo le persone che aveva davanti per renderle felici, o per cercare la l...

Ebrei 11:4: La fede di Abele.

Ebrei 11:4: La fede di Abele.  Al v. 2, l’autore della lettera agli Ebrei aveva parlato che gli antichi ebbero per la fede l’approvazione di Dio. Questa serie di esempi di uomini e donne del passato inizia con Abele. A volte, come nel caso di Abele, le persone soffrono per la loro fede senza avere una liberazione temporale.  In altre occasioni, come nel caso di Enoc, Dio porta grande liberazione in risposta alla fede.  Per la maggior parte, la vita di fede è una miscela di sofferenza e trionfo, come Abramo (vv.8-19), o Mosè (vv 23-29).  Abele, in un certo senso anticipa gli esempi finali di questo capitolo (vv. 35-38), che soffrono in questa vita senza ottenere quando promesso per ottenere una resurrezione migliore.

1 Corinzi 15:3: La morte di Gesù Cristo ha un significato importante per il cristianesimo.

1 Corinzi 15:3: La morte di Gesù Cristo ha un significato importante per il cristianesimo. “Cristo morì per i nostri peccati”. La morte di Gesù Cristo è molto importante! 1) La morte di Cristo è il contenuto fondamentale del Vangelo.  Il termine “Vangelo” (euangelion) significa "buona notizia". Paolo dice che il Vangelo consiste nella morte di Cristo per i nostri peccati, che fu seppellito, che è stato risuscitato (1 Corinzi 15:1-5). La legge mosaica, il sermone sul monte, l'insegnamento e l'esempio di Cristo, mostrano a noi, i nostri peccati e ci rivelano il bisogno di essere salvati, ma non forniscono il rimedio per il peccato! Questo rimedio si trova solo nella morte di Cristo. (Romani 6:23).  2) La morte di Cristo è il cuore del cristianesimo.

2 Corinzi 5:21: La morte di Gesù è una sostituzione.

2 Corinzi 5:21: La morte di Gesù è una sostituzione. “Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui”.  Gesù è morto per i peccatori, ma in Lui non c’era peccato (Giovanni 8:46; Ebrei 4:15; 1 Pietro 2:22; 3:18; 1 Giovanni 3:5); per volontà di Dio ha sperimentato il peccato e la maledizione dei peccatori (Galati 3:13). Benché non fosse un peccatore, Dio l’ha trattato come se lo fosse perché si era caricato del peso del peccato affinché il credente (“per noi”) potesse essere giustificato. Gesù prese il peccato e il giudizio di Dio (Isaia 53:4-5,10) e noi credenti la giustificazione, cioè Dio ha imputato a noi credenti la giustizia di Gesù, quindi siamo assolti, non siamo considerati colpevoli, ma giusti; Dio ci vede giusti (Romani 4:6; 1 Corinzi 1:30; Filippesi 3:9). 

Romani 3:23-25: La morte di Gesù ha soddisfatto l’ira di Dio.

Romani 3:23-25: La morte di Gesù ha soddisfatto l’ira di Dio. “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio -  ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue.  Una dottrina importante della Bibbia è la propiziazione, la morte di Gesù ha propiziato Dio. La propiziazione è stata il motivo principale dell’incarnazione di Gesù. Noi vediamo che la propiziazione è stata necessaria perché il peccato suscita l’ira di Dio (Romani 1:18; 5:9; Efesini 5:6; 1 Tessalonicesi 1:10; Ebrei 3:11; Apocalisse 19:15). Ora questo testo ci dice che tutti gli uomini hanno peccato, quindi tutti siamo sotto l’ira di Dio. L’ira di Dio non è altro che la Sua santa reazione al male e la sua ferma opposizione a esso; non è una furia indiscriminata, incontrollata e irrazionale, ma la reazione di un Dio santo e giusto che non è indifferente all’empietà e a...

Marco 10:45: Gesù ha dato la sua vita come prezzo di riscatto per molti.

Marco 10:45: Gesù ha dato la sua vita come prezzo di riscatto per molti. “Poiché anche il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti”. (Cfr. Ebrei 9:26; 1 Giovanni 3:5).  Gesù ha volontariamente velato la sua gloria come Figlio dell'uomo (Marco 8:38; 13:26; 14:62) per assumere la forma di uno schiavo servendo fino alla morte perché questa era la volontà di Dio (Filippesi 2:6-8). Il suo servizio fino alla morte deve essere considerato un atto volontario (Giovanni 10:11,15,17) come indicato dalla frase: “Per dare la sua vita”. La morte di Gesù è un atto di obbedienza a Dio e vicaria per i molti (cfr. Isaia 53:11-12; Marco 14:24, cfr. Matteo 1:21; Giovanni 10:11,15; 17:9; Efesini 5:25; Atti 20:28; Romani 8:32-35), infatti, la preposizione “per” (anti) significa “in cambio di”, o “al posto di”. 

Giovanni 6:51:Gesù è il pane della vita.

Giovanni 6:51:Gesù è il pane della vita. “Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo”. Gesù è il pane vivente disceso dal cielo. È stato mandato dal Padre (Giovanni 3:16; 6:57).  “Cielo” (ouranós) indica un posto trascendente, il posto dove Dio dimora (Matteo 5:16; 23:22; Atti 7:55; Apocalisse 11:13). Gesù discende dal cielo, dove condivideva la gloria con Dio (Giovanni 17:5; 3:13; Atti 1:10-11; 7:55).  “Il pane vivente” è sinonimo di pane della vita e indica che Gesù dà la vita, la Sua carne, cioè il suo corpo per la vita del mondo. Questa è un’allusione alla Sua morte sulla croce, al Suo sacrificio (Matteo 20:28; 2 Corinzi 5:21; Galati 1:4; 2:20; 3:13; Efesini 5:2, 25; 1 Timoteo 2:6; Tito 2:14; 1 Pietro 2:24; 1 Giovanni 2:2). Anche la preposizione “per” (hyper) ci parla di sacrificio, infatti, è ripetutamente trovato in un contesto sacrificale ...