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Salmo 107:6-7: Smarriti e ritrovati (2)

 Salmo 107:6-7: Smarriti e ritrovati (2) Il GPS di Dio nel deserto della vita   “Ma nella loro angoscia gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni. Li condusse per la retta via, perché giungessero a una città da abitare”. Il vagare nel deserto spirituale contemporaneo riflette la profonda ricerca umana di autenticità in un mondo frammentato.  Cerchiamo costantemente quella “città da abitare” che solo un incontro genuino con il trascendente può offrire - la Bibbia si riferisce al Signore.  J. Mary Luti ci ricorda: “A volte le persone che vagano non sanno quanto siano perdute. Quando se ne accorgono, spesso sono così lontane che nessun aiuto sembra possibile. Afflitte dall’inquietudine tipica dell’Occidente benestante, vagano da un matrimonio all’altro, da una dieta all’altra, da un percorso spirituale all’altro, da una droga all’altra. Per l’anima senza meta, frenetica di appetiti, nulla può soddisfare se non l’amore di Dio che dà fondamento e orie...

Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1)

 Salmo 107:4-5: Smarriti e ritrovati (1) Il GPS di Dio nel deserto della vita  Immaginate una carovana smarrita e affamata nel buio del deserto, dove la disperazione opprime ogni cuore. Circondata solo da sabbia e da un’oscurità impenetrabile, la sua unica speranza di sopravvivenza risiede nel ritrovare la pista.  La fame e la sete li consuma, l’anima si affievolisce e la paura impedisce persino di dormire. La notte si fa sempre più cupa e l’umidità penetra le tende, gelando i viaggiatori.  Questa doveva essere la situazione dei viaggiatori descritti nel Salmo 107:4-7:  “Essi vagavano nel deserto per vie desolate; non trovavano città dove poter abitare. Soffrivano la fame e la sete, l’anima veniva meno in loro. Ma nella loro angoscia gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni. Li condusse per la retta via, perché giungessero a una città da abitare”. In questa prima parte della nostra serie sul “GPS divino”, esploreremo la condizione di chi si...

La motivazione a non avere panico (Isaia 41:10)

La motivazione a non avere panico (Isaia 41:10). Una bambina e suo padre stavano tornando dal funerale della loro amata madre e moglie.  Alcuni vicini di casa li hanno invitati a trascorrere alcuni giorni con loro in modo che non fossero soli in casa con tutti i loro tristi ricordi.  Tuttavia, il padre decise che sarebbe stato meglio andare a casa.  Quella notte il padre mise il letto della bambina accanto al suo, ma nessuno dei due riusciva ad addormentarsi.  La figlia disse: “Papà, è buio, non posso vederti. Ma ci sei, non è vero?”  "Sì, cara, papà è qui vicino a te. Cerca di dormire”.  Alla fine la piccola si addormentò. Nell'oscurità e nella profondità della notte e del dolore, il padre in lacrime pregò ad alta voce: "O Padre celeste, è così buio, e il mio cuore trabocca di dolore. Ma tu ci sei, non è vero?”  E immediatamente gli venne in mente il brano del profeta Isaia: “Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il t...

Isaia 41:10: La motivazione a non aver paura e a non smarrirsi.

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Isaia 41:10: La motivazione a non aver paura e a non smarrirsi. “Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia”. Questo versetto non è un rimprovero, un’esortazione, e nemmeno un consiglio, o un insegnamento, è la promessa della presenza di Dio in coloro che gli appartengono! Dio dice ai suoi servi di non temere e di non smarrirsi, perché Egli è con loro, è il loro Dio, presente nella loro vita con giustizia!  Noi vediamo prima di tutto che Dio dice a chi fa parte del suo popolo, ai tempi di Isaia, Israele, oggi i veri cristiani, di non temere (vedi anche Genesi 15:1; Genesi 26:24; Isaia 40:9; 41:13,14; 43:1,5; 44:2,8; 51:7; 54:4), cioè di non aver paura. Infatti “temere” (yārēʾ), indica avere paura, essere in uno stato di grande angoscia e profonda preoccupazione per il dolore, o per circostanze sfavorevoli. Il verbo fa riferimento a coloro che hanno paura e quind...

Salmo 30:7: La necessità della disciplina di Dio.

Salmo 30:7: La necessità della disciplina di Dio. “O SIGNORE, per la tua benevolenza avevi reso forte il mio monte; tu nascondesti il tuo volto, e io rimasi smarrito”. Davide, a causa di una malattia che lo ha portato all’orlo della morte (vv.2-5), ha cominciato a riflettere sulla sua condizione davanti a Dio e quindi anche sulla vita. L’improvviso sconvolgimento di una vita tranquilla, il fatto che Dio nascose la Sua faccia, porta Davide a riconoscere che stava costruendo la sicurezza della propria vita su un fondamento sbagliato, cioè se stesso (v.6). Il peccato di Davide era l’orgoglio: l’auto-sufficienza e l’auto-indipendenza. Ora Davide riconosce che è la benevolenza di Dio che ha reso forte il suo monte, e non se stesso! Questa immagine indica una solida, sicura e prosperosa condizione (Salmo 18:34; 27:5). Dio ha messo Davide in altezze inattaccabili, lo ha stabilito in sicurezza come una forte montagna! La conseguenza, o la natura di nascondere la faccia è in riferimento al...