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Matteo 26:31: Il detto delle pecore disperse

Matteo 26:31: Il detto delle pecore disperse Quando pensiamo agli apostoli li pensiamo come modello di fede e di eroismo, che hanno sopportato instancabilmente ogni difficoltà e persecuzione per il loro Signore, ma questo dopo la Pentecoste, dopo che lo Spirito Santo scese su di loro. Infatti prima, nell'ultima notte della vita terrena libera di Gesù, contrariamente alle loro sicure affermazioni di lealtà e coraggio, dimostrarono tutt'altro che fede ed eroismo, scoprirono tutti di essere timorosi, codardi e impotenti, scoprirono la loro fragilità. Il v.31 è un detto, una citazione dall’Antico Testamento. Cominciamo a vedere:

Il detto delle pecore disperse (Matteo 26:31).

 Il detto delle pecore disperse (Matteo 26:31). Quando pensiamo agli apostoli li pensiamo come modello di fede e di eroismo, che hanno sopportato instancabilmente ogni difficoltà e persecuzione per il loro Signore, ma questo dopo la Pentecoste, dopo che lo Spirito Santo scese su di loro. Infatti prima, nell'ultima notte della vita terrena libera di Gesù, contrariamente alle loro sicure affermazioni di lealtà e coraggio, dimostrarono tutt'altro che fede ed eroismo, scoprirono tutti di essere timorosi, codardi e impotenti, scoprirono la loro fragilità. Il v.31 è un detto, una citazione dall’Antico Testamento. Cominciamo a vedere: I IL CONTESTO DEL DETTO (v.30)  Nel v.30 leggiamo: “Dopo che ebbero cantato l'inno, uscirono per andare al monte degli Ulivi”. Dopo la cena Pasquale, quindi l’isituzione della “Cena del Signore”, e dopo aver cantato l’inno, com’era di usanza, dai Salmi 115-118, Gesù e i Suoi discepoli uscirono per andare al monte degli Ulivi. Consideriamo: