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Matteo 26:39: La preghiera nella sofferenza.

 Matteo 26:39: La preghiera nella sofferenza.  Herbert Carson disse: “Essere umani significa affrontare il problema della sofferenza”. La sofferenza fa parte della vita degli esseri umani e anche la Bibbia ne parla come qualcosa di reale, concreta e personale. Paul David Tripp a riguardo afferma: “La sofferenza non è mai astratta, teorica o impersonale. Al contrario, la sofferenza è reale, tangibile, personale e specifica. La Bibbia non la presenta mai come un’idea o un concetto, ma ce la pone davanti agli occhi nella reale e cruenta storia delle vicende umane. Quando tratta della sofferenza, la Scrittura non è mai evasiva o superficiale nel suo approccio, né minimizza mai le difficili esperienze di vita che accadono in questo mondo orribilmente sconvolto dal male”. Dio comprende la nostra sofferenza perché l'ha vissuta in Cristo Gesù. Gesù prese con sé i tre discepoli più intimi (Pietro, Giacomo e Giovanni) per pregare insieme in un momento difficile della Sua vita, e andò co...

Matteo 26:39: Il modello di preghiera nella sofferenza.

Matteo 26:39: Il modello di preghiera nella sofferenza. “E, andato un po'più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: ‘Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi’”. Il racconto dell’agonia di Gesù nel giardino del Getsemani ci fa capire la sua umanità, quale fosse il costo della sua missione e anche il rapporto intimo che aveva con il Padre. Gesù era triste e angosciato per la sua morte in croce che doveva patire (vv.36-38) e per questo prega con la faccia a terra, per portare la sua angoscia e la sua preoccupazione al Padre.  “Padre mio” indica il rapporto intimo che Gesù aveva con Dio. Il soggetto di preghiera di Gesù era se era possibile che Dio allontanasse da lui questo calice.