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Malachia 3:6: L’immutabilità di Dio.

Malachia 3:6: L’immutabilità di Dio. Il futuro mai come adesso è incerto a causa del covid-19, dobbiamo imparare a convivere con questo virus. Molti sono del parere che non sarà tutto come prima.  Giornalisti, scienziati, sociologi, economisti si chiedono come sarà la nuova normalità. Come sarà la politica? Come sarà l’economia? Le piccole attività prospereranno in futuro? Si lavorerà da casa? Come sarà la nostra società soprattutto nelle aree metropolitane? Ci sarà una reazione collettiva, o individualista, a quello che sta succedendo nel mondo? La società sarà migliore di quella di adesso? Si ritornerà a quello che eravamo dopo la seconda guerra mondiale? Ci sarà più nazionalismo, o globalità? Ci sarà più cooperazione, o chiusura tra le nazioni? Ci sarà un nuovo equilibrio tra est e ovest? Dobbiamo aver paura che la nostra libertà diminuirà a causa della tecnocrazia per quanto riguarda la raccolta dei dati? Quale sarà allora la nuova normalità? Al di là del coronavirus, la v...

Malachia 3:6: Il carattere di Dio non cambia.

Malachia 3:6:  Il carattere di Dio non cambia. "Poiché io, il SIGNORE, non cambio; perciò voi, o figli di Giacobbe, non siete ancora consumati".  “Signore” (Yahweh) vuol dire “Colui che è”! Implica diversi significati importanti come auto-esistente, essere una realtà attiva e presente, che subentra in scena, infatti, si è presentato a Mosè per intervenire nella vita del Suo popolo per liberarli dalla schiavitù in Egitto (Esodo 3:14-15), e implica anche la sua immutabilità. Poiché il Signore, non cambia, la discendenza di Giacobbe non sarà distrutta a causa dei suoi peccati! (v.5). L'unica ragione per cui il popolo di Dio non è stato consumato nel giudizio è la bontà e la misericordia tenace di Dio, radicata nel suo stesso carattere. 

Filippesi 4:4: L’esortazione a gioire.

Filippesi 4:4: L’esortazione a gioire. “Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi”.   Dio si aspetta che noi siamo gioiosi e che ricerchiamo la gioia! Il tema della gioia è particolarmente evidente in Filippesi (Filippesi 1:4, 18, 25; 2:2, 17, 18, 28, 29, 3:1; 4:1, 4, 10). “Rallegratevi”, nel greco, è un imperativo attivo presente, e insieme all’avverbio “sempre”, significa che dobbiamo continuamente essere gioiosi nel Signore, quindi Paolo esorta la chiesa di Filippi a rallegrarsi sempre (cfr. 1 Tessalonicesi 5:16). Eppure la chiesa di Filippi si trovava nel dubbio, nella paura e nella sofferenza (Filippesi 1:28-29), in mezzo a una generazione storta e perversa (Filippesi 2:15). Così è stato anche per Paolo, quando fu imprigionato a Filippi (Filippesi 1:30; cfr. Atti 16:25), e lo è ancora nel presente, infatti, si trovava in prigione a Roma mentre scriveva queste parole (Filippesi 1:7,13-14).