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La pecora smarrita (Luca 15:4-7).

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La pecora smarrita (Luca 15:4-7)  Chiunque abbia perso qualcosa, sa quanto sia esasperante cercarla e non trovarla.  Ancora più esasperante è perdere la strada e l’indirizzo. Nicolas Bardyaev disse: “ Il problema dell'uomo deriva dal fatto che non solo ha perso la strada, ma ha perso l'indirizzo”. Questa parabola della pecora smarrita, ha catturato l'attenzione di molti artisti nel corso dei secoli. È chiaro che con la pecora perduta s’identifica il peccatore, mentre colui che la cerca, il pastore è Gesù Cristo.

Luca 15:4-7: La pecora smarrita.

Luca 15:4-7: La pecora smarrita. Chiunque abbia perso qualcosa, sa quanto sia esasperante cercarla e non trovarla.  Ancora più esasperante è perdere la strada e l’indirizzo. Nicolas Bardyaev disse: “ Il problema dell'uomo deriva dal fatto che non solo ha perso la strada, ma ha perso l'indirizzo”. Questa parabola della pecora smarrita, ha catturato l'attenzione di molti artisti nel corso dei secoli. È chiaro che con la pecora perduta s’identifica il peccatore, mentre colui che la cerca, il pastore è Gesù Cristo.

Introduzione alle parabole dell’amore di Dio per coloro che si sono persi (Luca 15:1-32).

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Introduzione alle parabole dell’amore di Dio per coloro che si sono persi (Luca 15:1-32). John Blanchard scrive: “Il Vangelo non è un piano umano per raggiungere Dio, ma un piano divino per raggiungere l'uomo”. Non c'è capitolo del Nuovo Testamento così ben conosciuto e tanto amato come questo capitolo del Vangelo di Luca. È stato chiamato "il Vangelo nel Vangelo", come se contenesse l'essenza distillata della buona notizia predicata e compiuta da Gesù. Il vescovo Ryle su questo capitolo disse: “Pochi capitoli hanno fatto più bene alle anime degli uomini”. E Robert Smith disse: “È piaciuto al Signore usare Luca 15 nel ministero evangelico più di altre parti, tranne forse Giovanni 3:16”. I farisei e gli scribi continuano a monitorare il comportamento di Gesù, e con queste parabole, Gesù risponde al loro mormorio perché accoglieva i pubblicani e i peccatori. I farisei e gli scribi non interpretavano bene il loro tempo presente (Luca 12:54-56), non...

Matteo 2:3-8: La reazione di Erode alla visita dei magi.

Matteo 2:3-8: La reazione di Erode alla visita dei magi. Gli spagnoli stavano assediando la cittadina di San Quintino, sulle frontiere della Francia. I suoi bastioni erano in rovina; febbre e carestie decimavano i suoi difensori; tradimento esisteva tra la sua popolazione terrorizzata. Un giorno gli spagnoli spararono sopra le mura di cinta una pioggia di frecce, a cui furono allegate piccoli foglietti di pergamena, promettendo agli abitanti che se si fossero arresi, le loro vite e le loro proprietà sarebbero state risparmiate. Il governatore della città era il grande capo degli Ugonotti, Gaspard de Coligni; la sua unica risposta fu scritta su un pezzo di pergamena, la legò a un giavellotto, la scritta era: “Reghem habemus”, cioè  "Abbiamo un re!" , e lo scagliò nel campo del nemico. Cosa possiamo dire noi cristiani? Chi è il nostro Re a cui vogliamo rimanere fedeli? È Gesù Cristo!

La visita dei magi (Matteo 2:3-8). (2). La reazione di Erode.

La visita dei magi (Matteo 2:3-8). (2). La reazione di Erode. Gli spagnoli stavano assediando la cittadina di San Quintino, sulle frontiere della Francia. I suoi bastioni erano in rovina; febbre e carestie decimavano i suoi difensori; tradimento esisteva tra la sua popolazione terrorizzata. Un giorno gli spagnoli spararono sopra le mura di cinta una pioggia di frecce, a cui furono allegate piccoli foglietti di pergamena, promettendo agli abitanti che se si fossero arresi, le loro vite e le loro proprietà sarebbero state risparmiate. Il governatore della città era il grande capo degli Ugonotti, Gaspard de Coligni; la sua unica risposta fu scritta su un pezzo di pergamena, la legò a un giavellotto, la scritta era: “Reghem habemus”, cioè  "Abbiamo un re!" , e lo scagliò nel campo del nemico. Cosa possiamo dire noi cristiani? Chi è il nostro Re a cui vogliamo rimanere fedeli? È Gesù Cristo!

La chiamata al discepolato. La Sovranità di Gesù.

Marco 1:16-20: La chiamata al discepolato. La Sovranità di Gesù. Forse ci saremmo aspettati che Marco riportasse prima di ogni altra cosa un miracolo spettacolare di Gesù, o un sermone potente, oppure qualche altra cosa sensazionale, invece riporta la semplice chiamata di quattro semplici uomini (quattro pescatori) per essere Suoi discepoli.  Forse ci saremmo anche aspettati che Marco raccontasse tutti i particolari relativi al tempo, al luogo, alle circostanze precise di questa chiamata, ma non lo fa, mostra solo l’essenziale, ciò che reputa veramente rilevante.  In questo brano vediamo la chiamata di quattro discepoli in due momenti diversi. Con Giovanni in prigione Gesù avrebbe potuto decidere di continuare a esercitare il Suo ministero da solo, ma ha scelto di non farlo perché evidentemente aveva delle ragioni molto importanti.