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Ecclesiaste 1:1-2: L’autore del libro “Ecclesiaste” e il suo scopo

 Ecclesiaste 1:1-2: L’autore del libro “Ecclesiaste” e il suo scopo Ecclesiaste 1:1 dice: “Parole dell'Ecclesiaste, figlio di Davide, re di Gerusalemme.  Vanità delle vanità, dice l'Ecclesiaste, vanità delle vanità, tutto è vanità”. Il libro dell’Ecclesiaste è una lettura difficile, e questo lo puoi capire quando cominci a leggerlo e ti viene difficile interpretarlo; poi prendi un commentario che dovrebbero aiutarti a capirlo e nell’introduzione trovi scritto frasi tipo: "Questo libro è uno dei libri più difficili di tutta la Bibbia, uno che nessuno ha mai completamente padroneggiato"; oppure: "Duemila anni di studi e interpretazioni hanno completamente fallito nel capire ciò che voleva dire veramente l’autore quando parlava di vanità". David Guzik scrive: “Il libro dell'Ecclesiaste è uno dei libri più insoliti e forse più difficili da capire della Bibbia. Ha uno spirito di disperazione senza speranza; non ha lode né pace; sembra promuovere comportamenti...

L’avvertimento contro l’autoesaltazione attraverso la lingua.

Giacomo 3:1-2: L’avvertimento contro l’autoesaltazione attraverso la lingua. A questo punto Giacomo ha concluso la discussione del rapporto dei ricchi e poveri, quindi dell’amore imparziale e delle opere che dimostrano la vera fede. Ora riprende il tema della lingua menzionata in precedenza in 1:19-21. Dobbiamo ammetterlo niente potrebbe essere più desolante di una comunità divisa a causa dell’abuso verbale, specialmente se è causata dagli insegnanti della comunità. Alcuni studiosi pensano che le divisioni all’interno delle comunità a cui scrisse Giacomo, erano divise a causa degli insegnanti! In questi due versetti Giacomo avverte contro l’autoesaltazione attraverso la lingua. I versetti 1-2 sono un monito per gli aspiranti insegnanti, ma anche per tutti i cristiani a farci da maestri troppo facilmente nei vari aspetti della vita!

La parabola dei quattro terreni.

Matteo 13:1-23: La parabola dei quattro terreni. Nei capitoli precedenti, due temi sono stati sottolineati, insieme al conflitto che portano. In primo luogo, Gesù è il Figlio unico di Dio (Matteo 11:25-27) e in Lui Dio sceglie di stabilire il suo regno (Matteo 12:28). In secondo luogo, i nemici potenti, tuttavia, si oppongono a Lui, gli sono ostili e lo rifiutano (Matteo 11:12; 12:24). I discepoli devono lottare con questo dilemma: come può essere possibile che Gesù il Figlio di Dio non è ovunque e sempre convincente?  Al capitolo 13 Gesù da loro una risposta riguardo questo dilemma con una serie di parabole relative alla natura del Suo regno. Tra queste parabole c’è appunto, la parabola “del seminatore”, ma in realtà dovrebbe essere chiamata “dei quattro terreni”, perché l’attenzione è proprio posta sui quattro terreni. Gesù, dunque, insegnava in parabole.  "Parabole" (parabolé), nella traduzione greca dei LXX, traduce la parola ebraica māšāl che, oltre al signif...