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Romani 8:11: Le garanzie della nostra resurrezione

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 Romani 8:11: Le garanzie della nostra resurrezione Come un raggio di luce che squarcia improvviso la notte più profonda, la resurrezione di Cristo irrompe nella storia umana, illuminando il sentiero oltre la tomba.  Non un semplice evento confinato nei libri di storia, ma un’alba trasformativa che rivela un orizzonte nuovo dove sembrava esserci solo il muro invalicabile della morte. Nel silenzio della tomba vuota, risuona ancora l’eco di una promessa: la speranza della nostra resurrezione garantita da quella di Gesù. Mentre il mondo attorno a noi credenti, è avvolto nella nebbia dell’incredulità, o dell’amnesia spirituale che il peccato genera, noi custodiamo lucidamente la verità del vero significato della Pasqua, che la tomba non è la nostra destinazione finale!  Questo perché lo stesso Spirito che frantumò le catene della morte di Gesù pulsa già dentro di noi, operando silenziosamente la medesima potenza. Le nostre lacrime, le nostre ferite, le nostre malattie, persin...

Romani 4:18: Credere nel Dio che rende possibile l’impossibile (1)

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  Romani 4:18: Credere nel Dio che rende possibile l’impossibile (1)  Oggi riflettiamo su uno dei versetti più potenti della lettera ai Romani, ma anche di tutta la Bibbia, che ci parla della natura stessa della fede che è legata alla speranza.  Questo versetto è come una fiamma che illumina l’essenza stessa della fede cristiana. La fede è come un telescopio spirituale che ci permette di vedere ciò che è invisibile agli occhi naturali.  Quando guardiamo al cielo notturno a occhio nudo, vediamo solo piccoli punti di luce, ma quando usiamo un telescopio potente, improvvisamente galassie intere si rivelano davanti a noi.  Questo è ciò che accadde ad Abramo: gli occhi della fede videro nazioni intere come sua discendenza in un momento in cui non aveva ancora un figlio insieme alla moglie Sara. Per apprezzare pienamente la portata di questo versetto, dobbiamo considerare il contesto dell’Antico Testamento e la situazione di Abramo. Quando Dio chiamò Abramo da Ur dei ...

Marco 6:26: Una promessa avventata

 Marco 6:26: Una promessa avventata  “Il re ne fu molto rattristato; ma, a motivo dei giuramenti fatti e dei commensali, non volle dirle di no”. Promessa avventata Passione e orgoglio accecano Scelta malvagia Questa poesia in stile Senryu sintetizza questa predicazione. Vediamo il contesto di questo versetto. Il re Erode organizzò una festa di compleanno che si concluse con una nota molto amara.  Durante un ballo, Salomè (secondo lo storico Giuseppe Flavio), la figlia di Erodiada, moglie di Erode, che era stata sposata con il fratello di questo Filippo, dopo che Erode le disse con giuramento: “Chiedimi quello che vuoi e te lo darò” (Marco 6:22-23), lei consigliatasi con la madre, gli chiese la testa di Giovanni Battista in quel momento su un piatto (Marco 6:24-25).  Il rancore è stato il motore principale di questa tragedia. Come dice un proverbio italiano: “Chi di rancore è pieno mastica sempre veleno”; evidentemente Erodiada “masticava veleno” contro il profeta, pe...

Giovanni 12:26: All’ombra della croce di Gesù Cristo si coltiva la speranza

 Giovanni 12:26: All’ombra della croce di Gesù Cristo si coltiva la speranza “Se uno mi serve, mi segua; e là dove sono io sarà anche il mio servitore; se uno mi serve, il Padre l'onorerà”. Quanti di noi hanno ammirato un grande atleta o un artista e hanno desiderato emularne le gesta? Il desiderio di seguire un modello, un mentore, è profondamente radicato nell'animo umano.  Ma cosa significa veramente seguire qualcuno? E soprattutto, cosa significa seguire Gesù Cristo? In un mondo che ci invita a essere indipendenti e a perseguire i nostri obiettivi personali, queste parole di Gesù di Giovanni 12:26, ci invitano a riflettere sul significato profondo del discepolato.  In questa predicazione, esploreremo il significato di seguire Gesù, le sfide e le gioie che ne derivano, e la meravigliosa promessa che Egli ci fa di essere sempre con Lui e ricevere l'onore del Padre. Il contesto di questo versetto parla della glorificazione del Figlio dell’uomo, cioè Gesù. Questo verso si...

Matteo 7:7: Le chiavi della preghiera potente

 Matteo 7:7: Le chiavi della preghiera potente  “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto”. Questo versetto fa parte del “Sermone sul monte”. Questo discorso esige delle qualità morali, standard alti certamente difficili da raggiungere per la nostra natura umana peccaminosa, ma possiamo pregare con la certezza che il Signore ci esaudirà. Questo brano offre un incoraggiamento a tutti i discepoli che potevano essere sconfortati da ciò che Gesù aveva comandato di essere e di fare. Inoltre, è un incoraggiamento per ciò che aveva detto riguardo il non essere ansiosi per i nostri bisogni primari del mangiare e del vestire (Matteo 6:25-34). Possiamo allora pregare peri nostri bisogni spirituali e materiali certi che il Signore provvederà, esaudirà le nostre preghiere.  Eppure, troppo spesso trattiamo la preghiera come un esercizio formale, o un’opzione tra le tante della vita cristiana.  Queste parole di Gesù in Matteo 7:7, ci rivelano l’import...

Giosuè 14:12: Possiamo farcela!

 Giosuè 14:12: Possiamo farcela! “C’è la possiamo fare!” racchiude in sé un messaggio di grande forza e positività. È un invito a non arrendersi mai. Nello sport, gli atleti usano spesso questo motto per motivarsi a vicenda e a raggiungere la vittoria. Nel mondo del lavoro, i gruppi utilizzano questo motto per incoraggiarsi a vicenda e a raggiungere gli obiettivi comuni. Nel sociale, le persone usano questo motto per promuovere la giustizia, l'uguaglianza e un mondo migliore per tutti. Ma io oggi voglio usare questo motto in relazione alla fede, considerando l’esempio di Caleb, il figlio di Gefunne, il Chenizeo. In Giosuè 14:12 leggiamo le sue parole: “Dammi dunque questo monte del quale il SIGNORE parlò quel giorno, poiché tu udisti allora che vi stanno degli Anachiti e che vi sono delle città grandi e fortificate. Forse il SIGNORE sarà con me, e io li scaccerò, come disse il SIGNORE”. Questo versetto fa parte del racconto della distribuzione della terra di Canaan tra le tribù di ...

Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (2)

 Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (2) Stiamo meditando su Deuteronomio 2:7. In questo passo troviamo scritto per due volte “tuo Dio”, ne stiamo studiando il significato. Nelle precedenti predicazioni, abbiamo esplorato il significato profondo di "tuo Dio" in diversi contesti.  Innanzitutto, abbiamo riconosciuto la natura personale e relazionale del Signore, evidenziata dal patto stretto con Israele sul monte Sinai.  Successivamente, abbiamo approfondito la fedeltà di Dio ai patriarchi, Abraamo, Isacco e Giacobbe.  Fu proprio in virtù di questa fedeltà che il Signore decise di liberare Israele dalla schiavitù d'Egitto.  La liberazione non fu un evento casuale, ma l'adempimento di una promessa fatta ai patriarchi e un segno tangibile anche della compassione e della potenza di Dio. Infine, abbiamo analizzato come la liberazione dall'Egitto abbia portato alla formalizzazione del rapporto preesistente tra Dio e Israele come Suo popolo.  Il patto del Sinai...

Efesini 3:20: Troppo bello per essere vero!

 Efesini 3:20:  Troppo bello per essere vero! Quante volte abbiamo sentito, o abbiamo detto: "Troppo bello per essere vero!" È un’espressione che usiamo per varie circostanze, per esempio riferito a qualcosa che abbiamo desiderato moltissimo e che finalmente, dopo lunga attesa, si realizza e quasi quasi non ci crediamo che possa essere accaduto proprio a noi! Diciamo: “Proprio a me! Non ci posso credere! Troppo bello per essere vero!” Oppure si usa per indicare una situazione, o un evento che appare eccezionalmente positivo, quasi al punto da sembrare irrealistico, e per questo motivo è sospetto.  In questo senso, la frase implica un certo grado di scetticismo, o diffidenza, perché si crede che ci sia un imbroglio, o una trappola nascosta. "Troppo bello per essere vero!" descrive un'offerta, o un affare che sembra troppo vantaggioso per essere reale, ma credi che sia un imbroglio, come per esempio: vedi un'auto in vendita quasi nuova a un prezzo molto basso,...

Giovanni 14:1-3: La promessa di Gesù

 Giovanni 14:1-3: La promessa di Gesù Come dovrebbe comportarsi un cristiano nelle difficoltà e nelle sofferenze, quando la vita si fa dura?   Vogliamo essere forti, ma poi ci dimostriamo deboli.  A volte ci sentiamo, smarriti, frustrati, depressi, disperati, ma come possiamo affrontare queste situazioni?  Noi dobbiamo guardare alla promessa di Gesù per noi!  Spurgeon diceva: "Cristiano, medita molto sul cielo, ti aiuterà ad andare avanti e a dimenticare la fatica del cammino. Questa valle di lacrime non è che la via verso un paese migliore: questo mondo di sventura non è che il trampolino di lancio verso un mondo di beatitudine. E, dopo la morte, cosa viene? Quale mondo delle meraviglie si aprirà alla nostra vista stupita?"  Dopo aver fatto il lavaggio dei piedi ai Suoi discepoli, durante l’ultima cena (Giovanni 13:1-17), Gesù annunzia alcune verità sconvolgenti: uno di loro lo avrebbe tradito, Egli stava per lasciarli e Pietro lo avrebbe rinnegato....

Osea 1:10-2:1: La riconciliazione di Dio con il Suo popolo

 Osea 1:10-2:1: La riconciliazione di Dio con il Suo popolo In questi versetti Dio decide di ribaltare il giudizio dei vv.2–9 con la riconciliazione con il Suo popolo. Si passa bruscamente dalla cupa realtà del giudizio presente dovuta all’infedeltà spirituale del popolo di Dio, alle promesse di speranza della riconciliazione futura. Si passa da un passaggio di oracolo di giudizio alla promessa della salvezza futura. Si passa da un “voi non siete mio popolo” a “siete figli del Dio vivente” che culmina al capovolgimento incoraggiante dei nomi dei figli da “Lo-Ammi” (non mio popolo) ad “Ammi” (mio popolo) e da “Lo-Ruama” (che non ottiene compassione) a “Ruama” (che ottiene compassione). Questo passaggio è del tutto inaspettato e immeritato, e qualcuno lo ha definito la “teologia della grazia illogica”. Profeticamente possiamo vedere questo testo con tre fasi.

Isaia 41:10: La motivazione a non aver paura e a non smarrirsi.

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Isaia 41:10: La motivazione a non aver paura e a non smarrirsi. “Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia”. Questo versetto non è un rimprovero, un’esortazione, e nemmeno un consiglio, o un insegnamento, è la promessa della presenza di Dio in coloro che gli appartengono! Dio dice ai suoi servi di non temere e di non smarrirsi, perché Egli è con loro, è il loro Dio, presente nella loro vita con giustizia!  Noi vediamo prima di tutto che Dio dice a chi fa parte del suo popolo, ai tempi di Isaia, Israele, oggi i veri cristiani, di non temere (vedi anche Genesi 15:1; Genesi 26:24; Isaia 40:9; 41:13,14; 43:1,5; 44:2,8; 51:7; 54:4), cioè di non aver paura. Infatti “temere” (yārēʾ), indica avere paura, essere in uno stato di grande angoscia e profonda preoccupazione per il dolore, o per circostanze sfavorevoli. Il verbo fa riferimento a coloro che hanno paura e quind...

Aggeo 2:20-22. La sovranità di Dio (1)

Aggeo 2:20-22. La sovranità di Dio (1) Oggi nel mondo stanno accadendo cose terribili, abbastanza da far tremare e temere qualsiasi persona riflessiva.  In qualsiasi momento una persona potrebbe premere quel pulsante e causare una grande catastrofe nucleare che travolgerebbe il mondo intero e potremmo essere spazzati via tutti in un secondo! Se pensiamo anche a tutte le incertezze politiche, al terrorismo, alla crisi economica, alla piaga delle droghe, della criminalità e così via, certamente non c’è da starsene allegri, tutto ciò ci crea una certa preoccupazione. Ai tempi di Aggeo, non c’era la bomba nucleare, non c’era il terrorismo, ma la piccola Giudea, aveva di che preoccuparsi: problemi economici, politici, facevano parte del loro quotidiano.  Ma Dio usa Aggeo per esortare e incoraggiare il Suo popolo!

Ebrei 11:8-10: La fede di Abraamo.

Ebrei 11:8-10: La fede di Abraamo. Ci sono solo due modi per vivere: c’è il modo più comune, quello empirico, dell’esperienza, cioè vivere in base a ciò che vediamo. L'altro modo, molto meno comune, è vivere per fede, basare la tua vita principalmente e in definitiva su ciò che non puoi vedere.  Abraamo ha vissuto secondo questo modo, e cioè per fede! Lo scrittore della lettera agli Ebrei, dedica più spazio ad Abraamo come esempio di fede che a qualsiasi altra figura dell’Antico Testamento (vv 8-12, 17-19). Abramo occupa naturalmente un posto importante nella tradizione ebraica come padre della razza, ma viene anche presentato nell'insegnamento del Nuovo Testamento come padre di tutti coloro che hanno fede. Quando Dio fece la promessa ad Abraamo della discendenza, il patriarca credette e ciò gli contò come giustizia (Genesi 15:6; Romani 4:3-5; Galati 3:6; Giacomo 2:23). Gesù è la discendenza di Abraamo (Galati 3:16), e chi è in Cristo è discendenza di...

La promessa della pace di Dio.

Filippesi 4:6-7: La promessa della pace di Dio. Qualche anno fa, un uomo molto ricco voleva un dipinto sulla pace. Commissionò tre artisti per dipingere scenari pacifici. Dopo un mese gli artisti tornarono con i loro dipinti finiti. Ogni dipinto fu coperto da un velo in attesa del momento della rivelazione.  Il primo artista presentò il suo dipinto: era una bella scena di montagna. Le montagne erano coperte di pioppi verdi e fiori primaverili. Le cime maestose innevate erano alte fino a incontrare un cielo blu senza nuvole. L'uomo ricco disse: "Mi piace. Questa scena di montagna è davvero tranquilla ".  Poi il secondo artista tolse il velo dal suo capolavoro. Il suo dipinto era di una splendida vista sull'oceano. La sabbia era bianca come cristallo. Il mare era azzurro e tranquillo. Il sole stava tramontando lentamente nel cielo, mentre i suoi raggi riflettevano sul mare calmo. Nel centro dell'immagine vi erano due persone rilassate su una sedia a sdraio...

Introduzione all'Antico Testamento.

Introduzione all'Antico Testamento. Di tutta la letteratura che è stata tramandata dalle antiche civiltà del mondo, nessuna è tanto convincente quanto la Bibbia. Qualunque altra cosa può essere detto, la Bibbia ebraica o Antico Testamento, è ricca di fascino. Le sue pagine contengono i tesori letterari di tutta una nazione, dell'antico popolo di Israele, la sua storia abbraccia il periodo di formazione della civiltà del mondo come lo conosciamo oggi, a partire dall'età della pietra e finisce nel mondo dell’impero romano. Diciamolo chiaramente, per chi lo conosce, l’Antico Testamento non è un libro noioso, la sua combinazione unica di storie epiche, riflessioni filosofiche, di poesie, di profezie,ecc è tessuta insieme con tutti gli elementi di avventura, emozione e suspense che ci si aspetterebbe di trovare in un thriller di Hollywood per dirla con lo studioso John Drane. Infatti, le sue storie tradizionali sono diventate esse stesse la materia prima per molti film su gr...

L'esercizio della disciplina nella chiesa.

Matteo 18:15-20: L’esercizio della disciplina nella chiesa. La parola “disciplina” e in particolare “disciplina ecclesiastica” è considerata qualcosa di brutto, di  negativo per gli abusi commessi nel passato in campo politico e religioso, oppure per esperienze negative avute a riguardo, ma questo non significa che non sia biblica e il suo abbandono come l’abuso è distruttivo. A proposito lo studioso di greco biblico H. E. Dana osservò, riguardo gli abusi nella disciplina una cinquantina di anni fa, ma è sempre attuale, questo: “L’abuso della disciplina è riprovevole e distruttivo, ma non più del suo abbandono. Solo due generazioni fa, le chiese esercitavano la disciplina in un modo così vendicativo e arbitrario da assegnarle giustamente un cattivo nome. Oggi il pendolo ha oscillato all’estremo opposto, e la disciplina è quasi totalmente trascurata. È ora che una nuova generazioni di pastori ridiano a questa importante funzione della chiesa il suo giusto significato e il suo ...

La preghiera esaudita

Giovanni 14:13-14: La preghiera esaudita.  Il capitolo è iniziato con riferimento Gesù per la sua imminente partenza nella casa del Padre per andare a preparare un "luogo" per i suoi discepoli . Tommaso e Filippo non avevano capito la relazione intima e profonda di Gesù e il Padre, come il Padre è presente nelle parole e opere di Gesù. Dai versetti 12-14 la discussione si sposta di nuovo sulla partenza di Gesù che va al Padre, quindi la sua esaltazione e la sua missione successiva come intermediario tra il Padre e i discepoli, quindi che avrebbero fatto opere maggiori di lui e da delle istruzioni importanti sulla promessa della preghiera esaudita per incoraggiarli. Noi vediamo in questi versetti la promessa della preghiera esaudita. Nei versetti 13-14 vediamo la promessa dell’esaudimento, i presupposti dell’esaudimento, il proposito dell’esaudimento.

Chi è l'uomo beato?

Giacomo 1:12: Chi è l'uomo beato? Il tema della perseveranza nel tempo della sofferenza ci riporta ai versetti 2-4 dello stesso capitolo di Giacomo, sofferenza dovuta per la persecuzione con ogni probabilità. In quella occasione Giacomo aveva detto di affrontare le prove con gioia sapendo che  la prova produce costanza e la costanza operi affinché il credente può essere perfezionato, che il suo carattere possa maturare moralmente e spiritualmente parlando. Anche qui vediamo che la perseveranza porta la benedizione di Dio. Questa benedizione, naturalmente, è qualcosa che i cristiani possono godere in questa vita, ma l'attenzione di Giacomo è nel futuro, il culmine di questa benedizione è dopo la morte. I cristiani che perseverano sotto la prova, saranno approvati da Dio e quindi riceveranno la corona della vita che Dio ha promesso a quelli che lo amano. La costanza porta l'approvazione di Dio e la Sua approvazione porta la corona della vita.  Ora l'uomo che perseve...