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Matteo 23:37-39: Il lamento di Gesù su Gerusalemme

 Matteo 23:37-39: Il lamento di Gesù su Gerusalemme In questi versetti vediamo il lamento di Gesù per Gerusalemme. William Hendriksen riguardo questi versetti scrisse: “Il discorso pubblico finale di Cristo si chiude opportunatamente con un commovente lamento, in cui si rivelano sia la sua solenne tenerezza che la severità del giudizio divino su tutti coloro che hanno risposto a tale meravigliosa compassione con disprezzo”. Quindi, in questo lamento di Gesù vediamo sia la Sua tenerezza e sia la Sua severità. Bontà e severità sono caratteristiche che troviamo anche in Dio Padre (cfr. Romani 11:22). Ci sono molti che pensano solo a Gesù come il Gesù di amore, di compassione, ma questo passo ci parla anche della Sua severità. Gesù era attento alla reazione comportamentale delle persone verso di Lui; non era indifferente. Ho diviso questa predicazione in tre punti. Cominciamo a considerare, il primo punto:

Matteo 23:27-28: Come sepolcri imbiancati!

 Matteo 23:27-28: Come sepolcri imbiancati! In Costa Azzurra, avere un balcone su un appartamento è uno status symbol così importante che è abbastanza comune vedere balconi dipinti sui muri dei condomini.  Le persone dipingono persino il bucato bagnato appeso a uno stendibiancheria, solo per dargli un tocco di realtà, ma è solo apparenza! Così anche la Bibbia ci dice che ciò che è visibile all'esterno può rivelare la vera persona (Per esempio Proverbi 15:13; Matteo 7:16-20; Giacomo 2:17-18), ma a volte è fuorviante, l'aspetto esteriore può essere anche ingannevole (Isaia 29:13; Matteo 7:15; 15:1-9; 2 Corinzi 11:13-15; Colossesi 2:23) come in questo caso degli scribi e dei farisei. Come c’insegnano questi versetti, mentre le persone giudicano e possono essere ingannati dall’apparenza, Dio invece non lo è! (cfr. Salmo 139:1-2; Proverbi 21:2; Luca 16:14–15; Apocalisse 2:22-23; 3:15-17). Per esempio in 1 Cronache 28:9 leggiamo: “E tu, Salomone, figlio mio, riconosci il Dio di tuo ...

Matteo 22:14. L’insegnamento della parabola delle nozze

Matteo 22:14. L’insegnamento della parabola delle nozze C'è una buona dose di mistero collegato all'evangelizzazione: predichiamo il Vangelo, invitiamo le persone ad accettare la salvezza pentendosi, confessando i loro peccati e credendo a Gesù Cristo, ma solo pochissime persone diventano veri cristiani. Diverse volte ci siamo chiesti se stavamo evangelizzando nel modo giusto, abbiamo pensato che forse c’era stato qualcosa di sbagliato nelle nostre parole. In questa terza parabola, Gesù sottolinea perché non tutti coloro che sono chiamati a far parte del regno dei cieli rispondono positivamente. Nel v.14 leggiamo: “Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti”. “Molti” (polloi) e “pochi” (oligoi) sono in enfasi. Gli eletti sono in numero inferiore ai chiamati, troviamo un contrasto. Grant Osborne scrive che “molti" e "pochi": “Dovrebbero essere interpretati in modo semitico come equivalenti a ‘tutti / non tutti’, il che significa che tutto Israele è stato ch...

La parabola delle nozze (Matteo 22:1-13)

La parabola delle nozze (Matteo 22:1-13) Questa è una parabola di avvertimento. Gesù si trova a Gerusalemme, in quella che è la settimana della sua passione (Matteo 21:1-13,18-26,46); si trova nel tempio dove risponde alle domande dei capi dei sacerdoti e degli anziani (Matteo 21:23,45-46). In questo contesto racconta tre parabole sul regno di Dio, questa è l’ultima (Matteo 21:28-22:14). Come le altre due parabole, anche questa è fortemente allegorica. Queste parabole sono indirizzate proprio ai responsabili del popolo: ai capi sacerdoti e farisei (Matteo 21:45-46), e forse anche agli anziani (cfr. Matteo 21:23) che hanno sfidato l’autorità di Gesù, si sono opposti e sono stati increduli verso di Lui.

Matteo 22:1-13: La parabola delle nozze

Matteo 22:1-13: La parabola delle nozze Questa è una parabola di avvertimento. Gesù si trova a Gerusalemme, in quella che è la settimana della sua passione (Matteo 21:1-13,18-26,46); si trova nel tempio dove risponde alle domande dei capi dei sacerdoti e degli anziani (Matteo 21:23,45-46). In questo contesto racconta tre parabole sul regno di Dio, questa è l’ultima (Matteo 21:28-22:14). Come le altre due parabole, anche questa è fortemente allegorica. Queste parabole sono indirizzate proprio ai responsabili del popolo: ai capi sacerdoti e farisei (Matteo 21:45-46), e forse anche agli anziani (cfr. Matteo 21:23) che hanno sfidato l’autorità di Gesù, si sono opposti e sono stati increduli verso di Lui.

La similitudine del cammello e della cruna di un ago: (Matteo 19:24).

La similitudine del cammello e della cruna di un ago: (Matteo 19:24). Per il suo primo sermone in una lezione di predicazione elementare, uno studente africano, scelse un testo che descrive le gioie che condivideranno i veri cristiani quando Cristo ritornerà e l’introdurrà nella casa celeste. “Sono negli Stati Uniti da diversi mesi ormai. Ho visto la grande ricchezza che c'è qui: le belle case, le macchine e i vestiti. Ho ascoltato anche molti sermoni nelle chiese. Ma devo ancora ascoltare un sermone sul paradiso. Perché tutti hanno così tanto in questo paese che nessuno predica sul paradiso. Le persone qui non sembrano averne bisogno. Nel mio paese la maggior parte della gente ha pochissimo, quindi predichiamo sempre il paradiso. Sappiamo quanto ne abbiamo bisogno”. Indubbiamente non essere ricchi e ricordarsi del paradiso significa anelare a stare nella felicità eterna, in paradiso piuttosto che nella sofferenza su questa terra. Invece la persona che ha tanto, che ...

Matteo 19:24: La similitudine del cammello e della cruna di un ago.

Matteo 19:24: La similitudine del cammello e della cruna di un ago.  Per il suo primo sermone in una lezione di predicazione elementare, uno studente africano, scelse un testo che descrive le gioie che condivideranno i veri cristiani quando Cristo ritornerà e l’introdurrà nella casa celeste. “Sono negli Stati Uniti da diversi mesi ormai. Ho visto la grande ricchezza che c'è qui: le belle case, le macchine e i vestiti. Ho ascoltato anche molti sermoni nelle chiese. Ma devo ancora ascoltare un sermone sul paradiso. Perché tutti hanno così tanto in questo paese che nessuno predica sul paradiso. Le persone qui non sembrano averne bisogno. Nel mio paese la maggior parte della gente ha pochissimo, quindi predichiamo sempre il paradiso. Sappiamo quanto ne abbiamo bisogno”. Indubbiamente non essere ricchi e ricordarsi del paradiso significa anelare a stare nella felicità eterna, in paradiso piuttosto che nella sofferenza su questa terra. Invece la persona che ha tanto, che è b...

La parabola del fariseo e del pubblicano (Luca 18:9-14)

 La parabola del fariseo e del pubblicano (Luca 18:9-14). Dal modo di pregare possiamo vedere che tipo di rapporto abbiamo con Dio! In questi versetti vediamo il tipo di rapporto di due uomini che hanno con Dio attraverso la loro preghiera!  L’enfasi della preghiera è il modo di porsi davanti a Dio, quindi deve essere fatto con l’umiltà e Dio ci approverà! Noi in questa parabola vediamo che Dio approva la preghiera fatta con umiltà e non quella fatta con orgoglio, vale a dire colui, che vuole essere ascoltato per i propri meriti, che confida nelle proprie opere! Il brano quindi è polemico contro l’arroganza, l’orgoglio e incoraggia l’umiltà.  Vediamo la motivazione e lo scopo della parabola per “certuni che erano persuasi di essere giusti e disprezzavano gli altri” (v.9). “Persuasi” (pepoithotas- perfetto attivo participio), allude a uno stato di convinzione, una fiducia in se stessi, che risiede nella persona e questa non va via (cfr. Luca 11:2...

La parabola del figliol prodigo (Luca 15:11-32).

La parabola del figliol prodigo (Luca 15:11-32). Un uomo si era perduto nel deserto e si trascinava da due giorni sulla sabbia infuocata. Era ormai giunto allo stremo delle forze, improvvisamente vide davanti a sé uno che dava cravatte, ma il povero uomo aveva bisogno di acqua. Così quell'uomo cercò di dare una cravatta all’assetato, ma questi rifiutò. Verso sera, il viaggiatore assetato, strisciando sulla sabbia, alzò la testa e rimase allibito: era nel piazzale di un lussuoso ristorante, con il parcheggio pieno di macchine lussuose. L’uomo barcollando va vicino alla porta cercando di entrare, chiedendo acqua, ma il portiere rispose: “ Desolato signore qui non si può entrare senza cravatta”. Molte persone sono perdute, lontane da Dio, vagano nel deserto, Dio da loro una soluzione per la loro salvezza dai peccati, ma da alcuni non è presa in considerazione perché sembra una soluzione strana, assurda o troppo semplice. In questa parabola vediamo che il padre rappresenta D...

La parabola della moneta perduta (Luca 15:8-10).

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La parabola della moneta perduta (Luca 15:8-10). Tutti noi perdiamo le cose di tanto in tanto, e a volte si fanno cose assurde quando non le troviamo come quel giovane negli Stati Uniti di Waukesha, nel Wisconsin che scrisse queste parole quando perse la patente e poi si è sparato un colpo di pistola alla testa. Le parole riportate erano: “Senza una patente di guida non ho la mia auto, lavoro, o vita sociale. Quindi penso che sia meglio finire tutto adesso”.   In questa seconda parabola, una donna ha perso una delle sue dieci monete.  Il contesto della parabola è: Gesù è criticato dai farisei e dagli scribi perché accoglie i pubblicani e i peccatori. Con questa parabola della moneta perduta, come quella della pecora perduta, Gesù vuole descrivere la premura, l’amore di Dio per il peccatore perduto e la gioia nel ritrovarlo.  Ora, se i farisei e gli scribi si potevano sentire insultati perché Gesù chiedeva loro di pensare come un pastore della precede...

Luca 15:8-10: La parabola della moneta perduta.

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Luca 15:8-10: La parabola della moneta perduta. Tutti noi perdiamo le cose di tanto in tanto, e a volte si fanno cose assurde quando non le troviamo come quel giovane negli Stati Uniti di Waukesha, nel Wisconsin che scrisse queste parole quando perse la patente e poi si è sparato un colpo di pistola alla testa. Le parole riportate erano: “Senza una patente di guida non ho la mia auto, lavoro, o vita sociale. Quindi penso che sia meglio finire tutto adesso”.   In questa seconda parabola, una donna ha perso una delle sue dieci monete.  Il contesto della parabola è: Gesù è criticato dai farisei e dagli scribi perché accoglie i pubblicani e i peccatori. Con questa parabola della moneta perduta, come quella della pecora perduta, Gesù vuole descrivere la premura, l’amore di Dio per il peccatore perduto e la gioia nel ritrovarlo.  Ora, se i farisei e gli scribi si potevano sentire insultati perché Gesù chiedeva loro di pensare come un pastore della preceden...

IL RICCO STOLTO (Luca 12:13-21).

IL RICCO STOLTO (Luca 12:13-21).  Blaise Pascal scriveva: “ Tutti gli uomini, nessuno eccettuato, cercano di essere felici, per quanto impieghino mezzi diversi, tutti tendono a questo fine. Quelli che spinge alcuni ad andare alla guerra, e altri a non andarci, è sempre questo desiderio, presente negli uni come negli altri, sebbene accompagnato da opinioni diverse. La volontà non fa mai il minimo passo se non verso quest’oggetto. È il movente di tutte le azioni di tutti gli uomini, anche di quelli che s’impiccano”.  Tutti ricerchiamo la felicità! Il punto è come e dove trovarla. Molti fin dall’antichità considerano la felicità come il fine ultimo dell’uomo ed è vista come uno stato di completa soddisfazione derivante dal possesso. Perciò, per molti la felicità, è nell’avere ricchezze e goderle, per questo motivo si ama e si ricerca di accumulare sempre più soldi.  Ma come ha detto qualcuno con i soldi, puoi comprare tutto dovunque vai, tranne che la felicità!! ...

L’amico a mezzanotte (Luca 11:5-13).

L’amico a mezzanotte (Luca 11:5-13). Il contesto immediato di questa parabola è costituito da una serie di episodi e di precetti sulla preghiera. Gesù dava priorità alla preghiera e come era solito fare, andò in disparte per pregare (v.1; cfr. Marco 1:35; Matteo 14:23; Luca 5:16; 6:12;9:18); egli aveva il piacere e sentiva il bisogno di avere comunione con il Padre! Gesù era “Gesù”, eppure non trascurava la preghiera, perché conosceva l’importanza di questo prezioso strumento.  Se Gesù il Figlio di Dio pregava tanto, noi lo dovremmo fare a maggior ragione? Quando Gesù ebbe finito, un discepolo gli chiese di insegnare loro a pregare.  Questa parabola, infatti, s’inserisce proprio tra il modello che Gesù dà della preghiera, cioè il Padre nostro, e la promessa dell’esaudimento alle richieste (vv.9-11).  Questa parabola sottolinea la libertà e la persistenza nella preghiera, ed è quindi un incentivo a pregare, a chiedere. Come Gesù, quindi, anche noi dobbiamo d...

La perla di gran valore (Matteo 13:45-46).

La perla di gran valore (Matteo 13:45-46). Le perle sono tra le più antiche gemme del mondo; da quando furono scoperte, sono rimaste le gemme più apprezzate e desiderate al mondo.   Una perla, la “Big Pink” è stata stimata nel 1991 a 4.7 milioni di dollari; è iscritta nel libro dei Guiness World Records essendo la più grande perla Abalone naturale mai trovata. Questa gemma misura 470 carati. Con questa parabola, Gesù esprime la continuità con il pensiero della parabola precedente (la parabola del tesoro nascosto), riguardo il valore del regno di Dio, ma come ho detto in quell’occasione, c’è qualche differenza.  Nella parabola del tesoro nascosto viene messa in enfasi più il tesoro, mentre nella parabola della perla di gran valore viene messo in evidenza di più il mercante che cerca le perle e non la perla stessa che trova, quindi si potrebbe chiamare benissimo la parabola del mercante. La persona della parabola del tesoro non cerca il tesoro, ci s’imbatte, m...

La parabola del tesoro nascosto (Matteo 13:44).

La parabola del tesoro nascosto (Matteo 13:44). Ci sono due parabole del regno, che parlano del regno dei cieli come qualcosa di grande valore: questa parabola del tesoro nascosto e la parabola successiva della perla di gran valore, o del mercante. Queste due parabole sono molto simili in quanto entrambi coinvolgono un oggetto di grande valore e una persona, ma sono significativamente differenti in altri dettagli.  Per esempio nella parabola del tesoro nascosto viene messa in enfasi il tesoro, mentre nella cosiddetta parabola della perla di gran valore viene messo in evidenza il mercante. La persona della prima parabola non cerca il tesoro, ci s’imbatte, mentre nella seconda parabola della perla, o del mercante, è il mercante che cerca le perle. In questa parabola vediamo in primo luogo:

Marco 4:26-29: La parabola del seme che cresce spontaneamente in segreto e della mietitura.

Marco 4:26-29: La parabola del seme che cresce spontaneamente in segreto e della mietitura .  Questa parabola, a secondo com’è interpretata, è chiamata: “Il seme che cresce in segreto”, o come “L’agricoltore paziente”. Se osserviamo e meditiamo attentamente, questa parabola potrebbe anche essere intitolata: “La parabola del seme che cresce spontaneamente in segreto e della mietitura”, infatti il seme è la parte centrale della parabola, si comincia con il seme (v.26); poi si passa alla semina e alla crescita (v.27), fino al frutto (v.29) e infine la mietitura (v.29). Questo è anche confermato dal contesto, Marco la collocata in una serie di parabole sulla crescita del regno di Dio riguardanti il seme (Marco 4:3-34), infatti questa parabola è la seconda di tre parabole che parlano, appunto del seme: la parabola del seminatore (vv.1-9), questa e poi quella di senape (vv.30-34). Quindi il tema centrale della parabola è il seme, o l’intera azione: semina, crescita, e miet...

La parabola del seme che cresce spontaneamente in segreto e della mietitura (Marco 4:26-29).

La parabola del seme che cresce spontaneamente in segreto e della mietitura (Marco 4:26-29).  Questa parabola, a secondo com’è interpretata, è chiamata: “Il seme che cresce in segreto”, o come “L’agricoltore paziente”. Se osserviamo e meditiamo attentamente, questa parabola potrebbe anche essere intitolata: “La parabola del seme che cresce spontaneamente in segreto e della mietitura”, infatti il seme è la parte centrale della parabola, si comincia con il seme (v.26); poi si passa alla semina e alla crescita (v.27), fino al frutto (v.29) e infine la mietitura (v.29). Questo è anche confermato dal contesto, Marco la collocata in una serie di parabole sulla crescita del regno di Dio riguardanti il seme (Marco 4:3-34), infatti questa parabola è la seconda di tre parabole che parlano, appunto del seme: la parabola del seminatore (vv.1-9), questa e poi quella di senape (vv.30-34). Quindi il tema centrale della parabola è il seme, o l’intera azione: semina, crescita, e mi...

La parabola dei quattro terreni (Matteo 13:1-23).

La parabola dei quattro terreni (Matteo 13:1-23). Nei capitoli precedenti, due temi sono stati sottolineati, insieme al conflitto che portano.  In primo luogo, Gesù è il Figlio unico di Dio (Matteo 11:25-27) e in Lui Dio sceglie di stabilire il suo regno (Matteo 12:28).  In secondo luogo, i nemici potenti, tuttavia, si oppongono a Lui, gli sono ostili e lo rifiutano (Matteo 11:12; 12:24).  I discepoli devono lottare con questo dilemma: come può essere possibile che Gesù il Figlio di Dio non è ovunque e sempre convincente?  Al capitolo 13 Gesù da loro una risposta riguardo questo dilemma con una serie di parabole relative alla natura del Suo regno.  Tra queste parabole c’è appunto, la parabola “del seminatore”, ma in realtà dovrebbe essere chiamata “dei quattro terreni”, perché l’attenzione è proprio posta sui quattro terreni. 

Matteo 12:25: La rovina dovuta alla divisione.

Matteo 12:25: La rovina dovuta alla divisione. Durante il periodo della guerra civile americana, sembra che la frase: “Ogni regno diviso contro se stesso va in rovina” sia stata la più utilizzata frequentemente che in qualsiasi altro momento della storia americana. Un regno, una città, una casa, e aggiungiamo, una chiesa divisa ha delle gravi conseguenze!  In questa predicazione vediamo il contesto della parabola, il contenuto e infine nella conclusione ciò che comunica la parabola.

La rovina dovuta alla divisione (Matteo 12:25).

La rovina dovuta alla divisione (Matteo 12:25). Durante il periodo della guerra civile americana, sembra che la frase: “Ogni regno diviso contro se stesso va in rovina” sia stata la più utilizzata frequentemente che in qualsiasi altro momento della storia americana. Un regno, una città, una casa, e aggiungiamo, una chiesa divisa ha delle gravi conseguenze!  In questa predicazione vediamo il contesto della parabola, il contenuto e infine nella conclusione ciò che comunica la parabola.