Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Croce

Ebrei 4:15: Il nostro Sommo Sacerdote nella passione

Immagine
 Ebrei 4:15: Il nostro Sommo Sacerdote nella passione La traduzione Nuova riveduta 2020 dice: “Perché non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, ma ne abbiamo uno che in ogni cosa è stato tentato come noi, però senza peccare”. Immaginate di trovarvi in una sala d’attesa di un ospedale. Entra un medico che vi dice: “So esattamente come ti senti". La vostra prima reazione potrebbe essere di irritazione. “Come puoi saperlo? Hai mai provato questo dolore?" Ma se poi scopriste che quel medico ha attraversato la stessa malattia, improvvisamente le sue parole assumerebbero un peso diverso. Un conto è la conoscenza teorica, un altro è l’esperienza vissuta che insieme alle sue competenze e bravura professionali ci sono di grande conforto. Oggi, in questo Venerdì Santo ci troviamo ai piedi della croce, contempliamo il mistero toccante della nostra fede: il Figlio di Dio che soffre e muore.  Mentre meditiamo sulla Passione di Cristo, in...

Galati 3:13: La sostituzione della salvezza in Cristo

 Galati 3:13: La sostituzione della salvezza in Cristo John Stott disse: “La croce non è un compromesso tra Dio e il diavolo, ma il trionfo di Dio sulla maledizione della legge". La croce non rappresenta un accordo tra Dio e il male, come se ci fosse stata una sorta di trattativa; ci fa anche capire che Dio non ha fatto concessioni al peccato, ma lo ha condannato nella persona di Gesù Cristo. Allora la croce non è un fallimento di Dio, ma la massima espressione del Suo amore, giustizia e santità. È attraverso la croce che siamo liberati dalla schiavitù del peccato e dalla condanna della legge grazie a Gesù Cristo. Questa è la terza predicazione da questo versetto. Nelle precedenti predicazioni abbiamo visto la salvezza in Cristo considerando in modo particolare il significato di “Cristo” e di “riscattati”; poi nella seconda predicazione abbiamo visto la specificazione della salvezza concentrandoci sulla maledizione della legge, cioè Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della ...

Galati 3:13: La salvezza in Cristo

 Galati 3:13: La salvezza in Cristo Questo testo ci dà alcune verità evangeliche molto basilari. Paolo, l'autore della lettera ai Galati, si trovava in una situazione complessa.  Le chiese in Galazia stavano subendo pressioni da alcuni insegnanti che sostenevano che la salvezza si ottenesse non solo attraverso la fede in Cristo, ma anche osservando la legge Ebraica.  Paolo smentisce questo falso insegnamento dicendo che tramite la legge c’è la condanna, la maledizione di Dio piuttosto che la salvezza e questo perché non siamo in grado di mettere in pratica la legge di Dio (Galati 3:10,12; cfr. per esempio Romani 3:19-20), e poi dice che siamo giustificati, cioè dichiarati giusti davanti a Dio per fede (Galati 3:11; cfr. per esempio Galati 2:16; 3:24), quindi per la sola grazia di Dio e non per opere (cfr. per esempio Romani 3:23-24; 11:5-6; Efesini 2:8-9). Ma attenzione come dice Ralph P. Martin: “Non che la fede in sé salvi; piuttosto la fede è l'atteggiamento umano di e...

Giovanni 12:26: All’ombra della croce di Gesù Cristo si coltiva la speranza

 Giovanni 12:26: All’ombra della croce di Gesù Cristo si coltiva la speranza “Se uno mi serve, mi segua; e là dove sono io sarà anche il mio servitore; se uno mi serve, il Padre l'onorerà”. Quanti di noi hanno ammirato un grande atleta o un artista e hanno desiderato emularne le gesta? Il desiderio di seguire un modello, un mentore, è profondamente radicato nell'animo umano.  Ma cosa significa veramente seguire qualcuno? E soprattutto, cosa significa seguire Gesù Cristo? In un mondo che ci invita a essere indipendenti e a perseguire i nostri obiettivi personali, queste parole di Gesù di Giovanni 12:26, ci invitano a riflettere sul significato profondo del discepolato.  In questa predicazione, esploreremo il significato di seguire Gesù, le sfide e le gioie che ne derivano, e la meravigliosa promessa che Egli ci fa di essere sempre con Lui e ricevere l'onore del Padre. Il contesto di questo versetto parla della glorificazione del Figlio dell’uomo, cioè Gesù. Questo verso si...

Romani 8:32: L’amore provvidente di Dio

 Romani 8:32: L’amore provvidente di Dio  Questo passo ci parla dell’amore provvidente di Dio. Spurgeon disse: “Non ci sono cambiamenti nell'amore del Signore, anche se ci possono essere cambiamenti nei modi di mostrarlo”. Dio essendo immutabile nel Suo carattere (cfr. per esempio Malachia 3:6), ed eterno (cfr. per esempio Isaia 40:28), il Suo amore non cambierà e non finirà mai e lo mostra in modi diversi! Prima di tutto in questo versetto vediamo che: I DIO HA PROVVEDUTO IL FIGLIO  Infatti: A) Dio non ha risparmiato il proprio Figlio “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio” La frase greca comincia con una particella enclitica intensiva (ge) che aggiunge enfasi, richiama particolare attenzione sulla frase e aggiunge una sfumatura emotiva. Il senso è “veramente”, o “certamente”, come traduce la “Nuova Diodati”. Quindi Colui, cioè Dio (vv.28,30) veramente, certamente non ha risparmiato il proprio Figlio! Paolo sta parlando di un dato di fatto, di qualcosa che è acc...

Filippesi 3:20: L’appartenenza differente

 Filippesi 3:20: L’appartenenza differente Come cristiani, cosa ci rende diversi dalle persone di questo mondo? È la nostra appartenenza: la nostra cittadinanza è nei cieli! I veri cristiani hanno prospettive migliori di chiunque altro: la certezza di andare in cielo perché la loro cittadinanza è nei cieli!! Questa certezza influenza e determina il loro comportamento, cioè vivono sulla terra secondo la loro cittadinanza celeste! Se sei un vero cristiano ti sei scontrato diverse volte con le persone di questo mondo sui valori, sulla visione, sull’etica, e ti sei sentito a volte scoraggiato, o frustrato, o non accettato a causa della tua identità in Cristo. Lo scontro di culture, visioni e comportamenti tra il Regno di Dio e il regno di questo mondo può essere demoralizzante per noi credenti, ma questo conflitto è un segno che la nostra cittadinanza è nei cieli, prova il nostro rapporto con Gesù Cristo.  Il mondo ama ciò che è suo, e tu come discepolo di Gesù Cristo, non fai più...

Luca 23:31: Il detto del legno verde e del legno secco

  Luca 23:31: Il detto del legno verde e del legno secco L'esecuzione Romana mediante crocifissione comportava una procedura elaborata.  Di solito il condannato veniva flagellata in modo brutale e disumana dai soldati, dopo gli davano la croce, o una parte di essa - la trave orizzontale - da portare per le strade fino al luogo dell'esecuzione, che era sempre un luogo pubblico.  La persona veniva poi spogliata e il suo abbigliamento dato ai carnefici, e successivamente, la vittima era legata, o inchiodata mani e piedi alla croce.  Infine, c'era l'affissione dell'iscrizione sopra la croce per indicare il crimine per cui il condannato era stato crocifisso così era per tutti i passanti un avvertimento. La persona crocifissa soffriva naturalmente per le percosse, per l'esposizione agli elementi, per la perdita di sangue, per i maltrattamenti, per la disidratazione, per gli insetti e per la circolazione sanguigna compromessa, e alla fine moriva di shock o asfissia…Era...

Il detto del legno verde e del legno secco (Luca 23:31)

 Il detto del legno verde e del legno secco (Luca 23:31) L'esecuzione Romana mediante crocifissione comportava una procedura elaborata.  Di solito il condannato veniva flagellata in modo brutale e disumana dai soldati, dopo gli davano la croce, o una parte di essa - la trave orizzontale - da portare per le strade fino al luogo dell'esecuzione, che era sempre un luogo pubblico.  La persona veniva poi spogliata e il suo abbigliamento dato ai carnefici, e successivamente, la vittima era legata, o inchiodata mani e piedi alla croce.  Infine, c'era l'affissione dell'iscrizione sopra la croce per indicare il crimine per cui il condannato era stato crocifisso così era per tutti i passanti un avvertimento. La persona crocifissa soffriva naturalmente per le percosse, per l'esposizione agli elementi, per la perdita di sangue, per i maltrattamenti, per la disidratazione, per gli insetti e per la circolazione sanguigna compromessa, e alla fine moriva di shock o asfissia…Era...

Matteo 26:31: Il detto delle pecore disperse

Matteo 26:31: Il detto delle pecore disperse Quando pensiamo agli apostoli li pensiamo come modello di fede e di eroismo, che hanno sopportato instancabilmente ogni difficoltà e persecuzione per il loro Signore, ma questo dopo la Pentecoste, dopo che lo Spirito Santo scese su di loro. Infatti prima, nell'ultima notte della vita terrena libera di Gesù, contrariamente alle loro sicure affermazioni di lealtà e coraggio, dimostrarono tutt'altro che fede ed eroismo, scoprirono tutti di essere timorosi, codardi e impotenti, scoprirono la loro fragilità. Il v.31 è un detto, una citazione dall’Antico Testamento. Cominciamo a vedere:

Il detto delle pecore disperse (Matteo 26:31).

 Il detto delle pecore disperse (Matteo 26:31). Quando pensiamo agli apostoli li pensiamo come modello di fede e di eroismo, che hanno sopportato instancabilmente ogni difficoltà e persecuzione per il loro Signore, ma questo dopo la Pentecoste, dopo che lo Spirito Santo scese su di loro. Infatti prima, nell'ultima notte della vita terrena libera di Gesù, contrariamente alle loro sicure affermazioni di lealtà e coraggio, dimostrarono tutt'altro che fede ed eroismo, scoprirono tutti di essere timorosi, codardi e impotenti, scoprirono la loro fragilità. Il v.31 è un detto, una citazione dall’Antico Testamento. Cominciamo a vedere: I IL CONTESTO DEL DETTO (v.30)  Nel v.30 leggiamo: “Dopo che ebbero cantato l'inno, uscirono per andare al monte degli Ulivi”. Dopo la cena Pasquale, quindi l’isituzione della “Cena del Signore”, e dopo aver cantato l’inno, com’era di usanza, dai Salmi 115-118, Gesù e i Suoi discepoli uscirono per andare al monte degli Ulivi. Consideriamo:

Ebrei 10:10: L’opera di Gesù Cristo sulla croce per i credenti: La santificazione

 Ebrei 10:10: L’opera di Gesù Cristo sulla croce per i credenti: La santificazione “In virtù di questa «volontà» noi siamo stati santificati, mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre.” “Santo subito” è uno slogan che è stato gridato nel 2005 per reclamare la rapida santificazione di papa Giovanni Paolo II. Questa espressione nacque durante il raduno di fedeli cattolici a Roma in l’occasione della morte (2 aprile), e dei funerali (8 aprile) di Giovanni Paolo II. In quell'occasione tantissimi fedeli, soprattutto giovani, sfilò gridando questo slogan e sollevando striscioni che lo esponevano. In realtà nella Bibbia la santificazione è attribuita allo Spirito Santo (cfr. Romani 15:16; 1 Corinzi 6:11; 1 Tessalonicesi 5:23) e a Dio subito per tutti i veri credenti. Infatti l’autore della lettera agli Ebrei afferma con certezza che tutti i cristiani sono santificati: “Noi siamo stati santificati.” “Siamo stati santificati” (hēgiasmenoi- perfetto passivo p...

Giovanni 10:11-18: Gesù è il buon Pastore (2) Il Buon Pastore ha un cuore per le Sue pecore.

Giovanni 10:11-18: Gesù è il buon Pastore (2) Il Buon Pastore ha  un cuore per le Sue pecore. Nella predicazione precedente (Giovanni 10:1-6), abbiamo visto che il Buon Pastore ha una relazione intima con le Sue pecore.  L’immagine che troviamo in questi versetti (vv.11-18), è ancora la pastorizia nell’aperta campagna, dove il pastore deve essere pronto a dare la propria vita per proteggere le sue pecore dagli animali predatori.  In primo luogo questi versetti ci parlano del: I SACRIFICIO DEL BUON PASTORE Nei vv.11-12 leggiamo: “Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore. Il mercenario, che non è pastore, a cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, abbandona le pecore e si dà alla fuga, e il lupo le rapisce e disperde”.   Per due volte nei versetti 11 e 14 leggiamo che Gesù dice di se stesso di essere il Buon Pastore.  “Buon” (kalós) si riferisce alla qualità del Suo carattere che è nobile, inecce...

Matteo 20:25-28: La via della croce.

Matteo 20:25-28: La via della croce. Dai vv.17-28 vediamo un tema unico che riguarda “la teologia della croce”. Come vediamo nella Bibbia, la via della croce è al centro del cristianesimo, ed è la via per sperimentare la salvezza, la presenza e la potenza di Dio nella nostra vita (per esempio 1 Corinzi 1:17-18,23; Romani 6; Galati 2:20; Colossesi 3:8-14). La via della croce è la via della grandezza che dobbiamo ricercare.  Ma dobbiamo fare attenzione! Come diceva Tozer, ci sono due tipi di croce: quella nuova e quella vecchia, noi dobbiamo seguire quella vecchia! Benché i predicatori della “nuova croce” possono usare un linguaggio biblico, il contenuto e l’enfasi sono diverse dalla “vecchia croce”. La “nuova croce” non si oppone alla natura peccaminosa del “Vecchio Adamo” che è in noi: non parla di rinunciare al peccato, di umiltà, di morire a se stessi, anzi mette al centro il proprio io, il proprio piacere, il sentirsi bene, e si usa la fede in Gesù Crist...

1 Corinzi 15:1: Un Vangelo da ricevere.

1 Corinzi 15:1: Un Vangelo da ricevere. “Vi ricordo, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato, che voi avete anche ricevuto, nel quale state anche saldi”. “Ricevuto”, indica accogliere, accettare e approvare, qualcosa che è trasmessa, in questo caso il Vangelo che Paolo ha predicato, che gli era stato trasmesso dal Cristo risorto e da nessun altro (Galati 1:9,12; cfr. Atti 9:3-6). Così “ricevere” significa qualcosa di più attivo del semplice sentirlo predicare, è accogliere nel cuore e quindi diventare cristiani. Ora ricevere il Vangelo implica una serie di cose. 1) Implica morire a se stessi. Nei Vangeli vediamo più volte che quando Gesù chiama, chiama a rinunciare  a se stessi e a seguirlo (Matteo 16:24-25; 8:34-35; Luca 8:26). Significa rinunciare al nostro egoismo, egocentrismo, orgoglio, autonomia, autodeterminazione, per diventare servi di Gesù Cristo (Romani 1:1; 12:11; 1 Tessalonicesi 1:9).

Matteo 26:39: Il modello di preghiera nella sofferenza.

Matteo 26:39: Il modello di preghiera nella sofferenza. “E, andato un po'più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: ‘Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi’”. Il racconto dell’agonia di Gesù nel giardino del Getsemani ci fa capire la sua umanità, quale fosse il costo della sua missione e anche il rapporto intimo che aveva con il Padre. Gesù era triste e angosciato per la sua morte in croce che doveva patire (vv.36-38) e per questo prega con la faccia a terra, per portare la sua angoscia e la sua preoccupazione al Padre.  “Padre mio” indica il rapporto intimo che Gesù aveva con Dio. Il soggetto di preghiera di Gesù era se era possibile che Dio allontanasse da lui questo calice.

1 Pietro 2:24: La morte di Gesù è una sostituzione.

1 Pietro 2:24: La morte di Gesù è una sostituzione. “Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati sanati”. (Vedi anche Romani 5:8; Ebrei 9:28; 1 Pietro 3:18).  Per sostituzione s’intende che una persona prende il posto di un’altra specialmente nel caso di un castigo in modo da evitarglielo.  Noi troviamo nella Bibbia che Abramo offrì invece del figlio un montone (Genesi 22:13), così l’Agnello pasquale fu sacrificato per la protezione contro il giudizio di Dio (Esodo 12:13-17); gli animali venivano sacrificati sotto l’Antico Patto come vediamo nel Levitico, per il popolo (Levitico 1:4; 4:13-20; 6:2-7;16:17,30,34, ecc.). Tali sacrifici avevano il senso di espiare (kāp̱ar) i peccati. “Espiare” significa coprire il peccato, coprirlo alla vista di Dio così da non suscitare la Sua ira. “Espiare” ha quindi il senso di riparare, ma anche quello di riconcili...

2 Corinzi 5:21: La morte di Gesù è una sostituzione.

2 Corinzi 5:21: La morte di Gesù è una sostituzione. “Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui”.  Gesù è morto per i peccatori, ma in Lui non c’era peccato (Giovanni 8:46; Ebrei 4:15; 1 Pietro 2:22; 3:18; 1 Giovanni 3:5); per volontà di Dio ha sperimentato il peccato e la maledizione dei peccatori (Galati 3:13). Benché non fosse un peccatore, Dio l’ha trattato come se lo fosse perché si era caricato del peso del peccato affinché il credente (“per noi”) potesse essere giustificato. Gesù prese il peccato e il giudizio di Dio (Isaia 53:4-5,10) e noi credenti la giustificazione, cioè Dio ha imputato a noi credenti la giustizia di Gesù, quindi siamo assolti, non siamo considerati colpevoli, ma giusti; Dio ci vede giusti (Romani 4:6; 1 Corinzi 1:30; Filippesi 3:9). 

1 Corinzi 6:20: Dio ha redento i credenti.

1 Corinzi 6:20: Dio ha redento i credenti. “Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo”. Paolo precedentemente aveva parlato di astenersi dalla fornicazione; chi si unisce a una prostituta è un solo corpo con lei e un cristiano non può farlo perché è unito al Signore (v.15), ed è anche il tempio dello Spirito Santo (v.19), questo gli ricorda l'autorità di Dio sulla sua vita (cfr. 1 Tessalonicesi 4:8). Pertanto, il credente non deve considerarsi indipendente e appartenente a se stesso. Paolo, nel v.20 spiega la ragione fondamentale per cui un vero cristiano non è padrone di se stesso: è stato comprato a caro prezzo, e di conseguenza il Signore ha pieni diritti di proprietà. “Siete stati comprati” (ēgorasthēte) indica la redenzione, significa “acquistare al mercato “, “essere tirato fuori dal forum”, cioè dal mercato degli schiavi (agorázō; 1 Corinzi 7:23, Apocalisse 5:9, ecc.). L’immagine, dunque, deriva dalla vendita all'asta degli...

Giobbe 19:27: La certezza di vedere Dio è serena.

Giobbe 19:27: La certezza di vedere Dio è serena. “ Io lo vedrò a me favorevole”. Giobbe è convinto che dopo la morte avrà un incontro positivo con Dio! Dio era il suo redentore e gli avrebbe reso giustizia. Questo fa pensare alla dottrina della giustificazione e per questo che un vero cristiano può affrontare la morte e incontrare Dio serenamente.         La giustificazione è un atto giuridico di Dio mediante il quale rende accettabile il peccatore davanti a Sé. Tramite la giustificazione, Dio considera, o dichiara giusti i peccatori.  La giustificazione è per grazia di Dio mediante la fede (Romani 3:23-28). La giustificazione non è per le nostre opere, ma è un dono gratuito di Dio! Questo ci libera dall’ansia, perché se fossimo accettati per le nostre opere, noi non saremmo mai sicuri di aver avuto un comportamento sufficientemente meritevole per ottenere l’approvazione divina. Invece la giustificazione per la grazia di Dio in Cristo mediante la fed...

Giovanni 1:5: Gesù è stato rifiutato.

Giovanni 1:5: Gesù è stato rifiutato. La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno sopraffatta.    “Splende” si riferisce all’incarnazione di Gesù (vv.7,14. Cfr. Isaia 9:1;60:1-5). Gesù con la sua vita e predicazione ha illuminato gli uomini, ma gli uomini lo hanno rifiutato! (Cfr. Matteo 5:14). Nel presente Vangelo, “tenebre” (skotía) indica  il mondo degli uomini estraniato da Dio, ignorante e spiritualmente cieco, malvagio e peccaminoso che ha ceduto alle lusinghe del maligno, quindi il mondo è dominato da Satana (Giovanni 3:19; 8:12, 12:35, 46; 1 Giovanni 1:5, 6; 2:8, 9, 11; Colossesi 1:13; 1 Giovanni 5:19). Noi vediamo in primo luogo la pazzia del rifiuto. Coloro che rifiutano Cristo sono stolti, anche se coloro che lo fanno si dichiarano sapienti (Romani 1:22). Noi viviamo in una società cosiddetta cristiana, ma la croce è considerata pazzia! (1 Corinzi 1:18,23). La società occidentale si è estraniata da Dio, allontanata da Dio, Dio non è pe...