Spezzare le catene della negatività (1)

 Spezzare le catene della negatività (1)
Le cause della negatività 
Uscito nel 1994 e diretto da Frank Darabont, il film “Le ali della libertà” (The Shawshank Redemption) è uno dei film più amati e acclamati della storia del cinema.
Andy Dufresne, un banchiere, viene condannato ingiustamente per l’omicidio della moglie e del suo amante. Viene rinchiuso nel carcere di Shawshank, dove incontra Red, un detenuto veterano che diventa suo amico. Andy affronta anni di ingiustizie, abusi e corruzione, ma mantiene sempre la speranza. In segreto, scava un tunnel nella sua cella e riesce a fuggire, lasciando dietro di sé prove della corruzione del direttore. Il film si conclude con Andy e Red che si ritrovano in libertà, in Messico.
I temi con un significato profondo sono: 
Redenzione: Non solo Andy, ma anche Red e altri detenuti trovano una forma di liberazione interiore.
Speranza contro disperazione: Andy incarna la speranza, anche nei momenti più bui. Red, inizialmente scettico, impara a credere.
Libertà interiore: Anche in prigione, Andy è libero nella mente. La libertà non è solo fisica.
Corruzione e giustizia: Il film denuncia il sistema penitenziario corrotto, ma mostra che la giustizia può trionfare.

Ci sono due frasi molto potenti dette da Andy Dufresne: “La speranza è una cosa buona, forse la migliore delle cose, e le cose buone non muoiono mai.” 

L’altra è: “Datti da fare a vivere, o datti da fare a morire.” 

Molti di noi sono molto negativi, vivono senza speranza e sono così occupati a morire lentamente nella negatività che dimenticano di vivere.

Questo atteggiamento è come un’erbaccia: se non ne riconosciamo le radici, continuerà a crescere nel giardino della nostra vita, soffocando tutto ciò che di buono cerchiamo di coltivare.

La negatività ha radici in tre aree della nostra vita: spirituali, emotive e fisiche. Ci dedicheremo di più a quelle spirituali.
Cominciamo con le:
I CAUSE SPIRITUALI
Ci sono almeno sei cause spirituali.

Prima di tutto c’è la:
A) Mancanza di fede
La fede è l’antidoto alla negatività: “Ora la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono” (Ebrei 11:1). 

La negatività trova terreno fertile dove la fede è debole, e questo accade perché non abbiamo compreso pienamente la natura di Dio!
Se Dio è davvero sovrano, onnipotente, immutabile, fedele e buono, immanente - e lo è - allora la negatività è illogica per il cristiano.

Quando dubitiamo di ciò che Dio è, o della Sua capacità di intervenire, il pessimismo prende il sopravvento, scivoliamo inevitabilmente nella negatività.

La negatività è anche il risultato di una “amnesia teologica”, dimentichiamo chi è Dio, come ancora incredulità mascherata: è vivere come se Dio non fosse sufficiente, come se le Sue promesse non fossero abbastanza buone e come se Lui non fosse in controllo di tutto e di tutti.

La negatività rivela una teologia difettosa sulla sovranità di Dio.
Se credi veramente che Dio è sovrano su ogni dettaglio della tua vita, e che tutto coopera al bene di coloro che lo amano (Romani 8:28), non hai ragione di essere negativo.

La fede non è negare i problemi, ma vedere Dio più grande dei problemi! 

Il cristiano vive con due occhi: uno guarda le difficoltà reali di questo mondo, l’altro guarda le promesse certe di Dio. La negatività viene quando chiudiamo l’occhio della fede.

La fede cristiana non è ottimismo ingenuo, ma realismo visto attraverso la fede in un grande Dio, quel Dio che ci ha salvati dal peccato e dall’inferno! (cfr. per esempio Efesini 2:4-5; 1 Tessalonicesi 1:10).

Riconosciamo la triste realtà, ma la vediamo attraverso la lente della croce e della resurrezione di Cristo, dell’eternità che Dio ci concede con una casa in cielo (Giovanni 14:2-3; 2 Corinzi 5:1) per la Sua sola grazia (cfr. per esempio Romani 3:24; Efesini 2:8-9).

Viviamo come se questo mondo fosse tutto ciò che esiste. Ma siamo stranieri e pellegrini qui (1 Pietro 2:11); la nostra cittadinanza è nei cieli (Filippesi 3:20).

La negatività viene quando dimentichiamo che stiamo andando a Casa, che questa terra non è la nostra patria definitiva!

Senza fede è impossibile piacere a Dio (Ebrei 11:6), ma è anche impossibile vivere nella pace e nella speranza. 

La negatività nasce dal guardare troppo a noi stessi, o troppo alle circostanze e niente o troppo poco a Dio! 
La fede è un “telescopio” che vede lontano, oltre le nuvole temporali, fino al trono di Dio.

Chi vive di fede vede oltre sé stessi e le circostanze presenti.

La fede nel Signore ci libera dal bisogno di controllare le circostanze per essere felici. 
Se Dio è dalla nostra parte in Cristo, possiamo affrontare qualsiasi cosa e credere che Dio ci darà tutto quello che abbiamo bisogno.

Quando capiamo che Dio ha già dato il Suo meglio - Suo Figlio Gesù Cristo - per noi quando eravamo nemici, possiamo fidarci che ci darà tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere (Romani 8:32).
Allora cominci ad avere fede e non sarai negativo!

Spurgeon disse: “Una piccola fede porterà la tua anima in cielo; una grande fede porterà il cielo nella tua anima.”

Anche una piccola fede basta per la salvezza, ma una fede grande trasforma la tua vita quotidiana portando il cielo qui, ora: la gioia, la pace e la presenza di Dio diventano la tua esperienza presente, non solo una promessa futura. Questa è la fede che sconfigge la negatività!

Ma la fede non cresce dal nulla. Si nutre e si rafforza attraverso la comunione con Dio. 

Ed è proprio qui che arriviamo alla seconda causa spirituale della negatività la:
B) Mancanza di comunione intima con Dio
La comunione con Dio non è un lusso per cristiani “super spirituali”: è l’ossigeno per ogni credente che vuole vivere invece di sopravvivere!

C’è una differenza tra conoscere qualcosa di Dio e avere comunione con Dio. 
Puoi conoscere una persona per sentito dire, ma quando passi del tempo con lei, quando condividete la vita quotidiana, uscite insieme, lavorate insieme parlate apertamente, allora non avrai più solo informazioni, ma amicizia.

La comunione è relazione viva, profonda e intima con Dio, altrimenti è solo religiosità!
Davide desiderava avere una comunione intima con Dio: “Una cosa ho chiesto al Signore, e quella ricerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita” (Salmo 27:4). 

Quando perdiamo questo desiderio di stare alla presenza di Dio, quando la nostra devozione diventa routine religiosa invece che relazione viva, la negatività si insinua più facilmente.

Un albero può avere un tronco imponente e rami maestosi, ma senza radici profonde che attingono acqua, muore. Non importa quanto sia bello dall’esterno - senza il nutrimento invisibile che viene dal basso, appassisce.

La comunione con Dio è come quelle radici nascoste. Nessuno le vede. Non fanno notizia. Non impressionano. Ma sono lì che silenziosamente attingono linfa vitale. 
Quando le radici sono profonde, l’albero resiste alle tempeste. Quando sono superficiali, il primo vento forte lo abbatte.

La negatività è il sintomo di un albero con radici superficiali - sembra vivo, ma non attinge abbastanza dalla Fonte per resistere alle stagioni difficili.

Quando non abbiamo comunione con Dio, o se l’abbiamo superficiale, saremo pessimisti!
La negatività è spesso un sintomo di questa superficialità!
Una vita spirituale fatta di religiosità invece che di relazione viva, vera, profonda e intima, ci apre alla negatività!

Siamo spiritualmente forti o deboli a seconda di quanto conosciamo Dio e quanto intimamente coltiviamo la comunione con Lui!

La comunione con Dio si nutre di:
Preghiera autentica - non formule vuote, ma dialogo sincero (Filippesi 4:6-7).
Meditazione della Parola - non lettura superficiale, ma ruminazione (Salmo 1:2-3).
Adorazione genuina - non performance, ma prostrazione del cuore (Giovanni 4:23-24).

Robert Murray M’Cheyne disse: “Dovrei passare le ore migliori della giornata in comunione con Dio. È la mia occupazione più nobile e fruttuosa, e non deve essere relegata in nessun angolo.”

Non dare a Dio gli avanzi del tuo tempo - dagli il meglio!
Più tempo passi con Dio in privato, meno tempo passerai nella negatività!
La negatività muore dove la comunione con Dio vive! 

La terza causa la:
C) Mancanza della pienezza dello Spirito Santo
Puoi avere lo Spirito Santo e vivere come se non ci fosse. Puoi essere salvato e rimanere spiritualmente debole.
Questa è la tragedia di molti cristiani: hanno lo Spirito, ma lo Spirito non ha loro.

Paolo comanda: “Non ubriacatevi! Il vino porta alla dissolutezza. Ma siate ricolmi di Spirito” (Efesini 5:18). 

L’ubriaco è sotto il controllo dell’effetto del vino, fa cose insensate, dice cose strane, è senza freni, non riesce a controllare le sue azioni! (Proverbi 23:29-35).

“Siate ricolmi” (presente imperativo) indica un riempimento continuo, non un evento unico. 
“Ricolmi” (plērousthe) significa essere sotto il controllo, l’influenza dello Spirito Santo, come l’alcool controlla l’ubriaco.

Quindi, non si tratta di quantità - come se lo Spirito Santo fosse un liquido - ma di controllo, cioè, che governa la nostra vita.

Tutti i credenti hanno lo Spirito Santo (cfr. per esempio Romani 8:9; 1 Corinzi 6:19), ma non tutti si lasciano controllare da Lui. 

Come disse John MacArthur: “Il problema non riguarda la presenza dello Spirito Santo, ma piuttosto la misura in cui la Sua potenza riempie le nostre vite e controlla ciò che diciamo, pensiamo e facciamo.”

La pienezza dello Spirito non è un’esperienza mistica riservata a pochi “super-credenti”. 
È la normalità della vita cristiana. È lo Spirito santo che ci dà:
Potenza per testimoniare (Atti 1:8)
Consolazione nelle prove (Giovanni 14:16-18)
Guida nelle decisioni (Romani 8:14)
Trasformazione e frutto del carattere (2 Corinzi 3:18; Galati 5:22)

Lo Spirito Santo produce frutto nella nostra vita: “Amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo” (Galati 5:22-23).

La negatività è l’esatto opposto di questo frutto. Quando non ci lasciamo controllare dallo Spirito, la carne, la natura umana peccaminosa, domina – e la carne produce lamentela, amarezza, scoraggiamento.

Senza questa pienezza, cerchiamo di vivere la vita cristiana con le nostre forze – ed è una ricetta perfetta per la frustrazione, l’esaurimento spirituale e, inevitabilmente la negatività.

Come si perde la pienezza dello Spirito Santo? Non la presenza perché siamo stati suggellati (Efesini 4:30), ma l’influenza potente.
Questo avviene quando gli resistiamo (Atti 7:51), lo contristiamo con il peccato (Efesini 4:30), quando soffochiamo i doni spirituali (1 Tessalonicesi 5:19).

Allora il modo per essere ripieni dello Spirito Santo è: camminare in sottomissione a Lui (Galati 5:16), crocifiggendo il nostro io (Galati 2:20).

Il ragionamento è semplice, ma radicale: o sei riempito dello Spirito Santo o sei riempito di te stesso. Non c’è via di mezzo. 
Quando sei pieno di te, la negatività riempie gli spazi vuoti lasciati dallo Spirito Santo.

Muori a te stesso! Arrenditi al Suo controllo! Lascia che lo Spirito riempia ogni angolo della tua vita - e la negatività non troverà più spazio dove abitare!

La quarta causa è la:
D) Mancanza di memoria: non ricordiamo le benedizioni di Dio
Immagina di tenere un diario dove scrivi solo i problemi. Ogni giorno: “Oggi è andata male questa cosa... ho avuto questo problema... quella persona mi ha deluso...”
Dopo un anno, rileggendo quelle pagine, concluderesti di aver vissuto l’anno più terribile della storia.
Ma se accanto ai problemi avessi registrato anche le benedizioni: “Le porte che si sono aperte… Dio ha esaudito la preghiera del…, Dio ha provveduto inaspettatamente”, il racconto sarebbe completamente diverso. La stessa vita, ma due narrazioni opposte.

La nostra memoria spirituale funziona così: registra automaticamente il negativo, ed è tragicamente selettiva. Ricordiamo perfettamente ogni torto subito, ogni delusione, ogni fallimento, ma le benedizioni le dimentichiamo, sono come neve al sole; devono essere registrate intenzionalmente se non vogliamo che la storia della nostra vita diventa una cronaca di negatività. 
La negatività prospera nell’amnesia spirituale.

Ed è proprio per questo motivo che il Salmista esorta la sua anima (napšî) cioè la sua interiorità (emozioni, mente e volontà) a non dimenticare nessuno dei benefici del Signore, infatti nel Salmo 103:2 leggiamo: “Benedici, anima mia, il Signore e non dimenticare nessuno dei suoi benefici.”
Il Salmista deve comandare alla propria anima di benedire (bārākî - benedici - piel attivo imperativo) e ricordare (tiškĕḥî - dimenticare - qal attivo iussivo imperfetto).

Non è automatico. Non è naturale. Richiede intenzionalità e disciplina spirituale.

Dio conosce la nostra tendenza alla dimenticanza. Per questo motivo, nella Bibbia troviamo continui comandi a ricordare:

Quando Israele attraversò il Giordano, Dio ordinò di erigere dodici pietre di memoria per ricordare che le acque del Giordano si separarono al passaggio del popolo ebraico (Giosuè 4:6-7)
La Pasqua era un memoriale annuale della liberazione dall’Egitto (Esodo 12:14)
La Cena del Signore è un memoriale continuo della morte di Cristo (1 Corinzi 11:24-25)

Quando dimentichiamo chi è Dio, e cosa ha fatto, quindi anche le Sue benedizioni:
Dubitiamo della Sua bontà presente
Perdiamo la speranza per il futuro (se non ha provveduto prima, perché dovrebbe farlo ora?)
Diventiamo lamentosi e ingrati
Viviamo come orfani spirituali invece che come figli amati
La negatività prende il sopravvento

L’antidoto biblico alla negatività è ricordare intenzionalmente le benedizioni di Dio! 

Nella mente di molte persone esiste un museo perfettamente organizzato: “La Galleria della negatività”. 
Ogni offesa ha la sua vetrina, ogni delusione è esposta con cura, ogni fallimento è catalogato per data e dettagli. Visitano questo museo ogni giorno, si fermano davanti a ogni vetrina, rivivono ogni dolore. 
Ma “la Galleria della Gratitudine”? È chiusa per mancanza di reperti!
Non perché Dio non abbia fatto nulla, ma perché nessuno ha raccolto le benedizioni per esporle. Le grazie sono state lasciate per strada, svaniscono come fumo al vento.

Non aspettare che la gratitudine ti travolga come un’onda - scegli attivamente di ricordare. Costruisci le tue “pietre memoriali” spirituali. 
Tieni un registro mentale, o in un diario, o in un calendario le benedizioni di Dio. 
Quando la negatività bussa, apri l’archivio della memoria e leggi ad alta voce: “Ecco cosa Dio ha fatto. Ecco chi Lui è. Ecco quanto mi ama.”

Un credente che si lamenta è una contraddizione in termini - è come un giardino innaffiato che si lamenta della siccità! 
Abbiamo tutto in Cristo (Efesini 1:3), eppure viviamo come mendicanti che hanno dimenticato di possedere un tesoro.
La negatività muore dove fiorisce la memoria della grazia!

La quinta causa è la:
E) Mancanza di rinnovamento della nostra mente con la Parola di Dio (Romani 12:2)
La nostra mente può essere un giardino o una discarica - dipende da cosa ci mettiamo dentro. Non puoi seminare erbacce e aspettarti di raccogliere rose.
Non puoi avere pensieri da fogna e aspettarti una vita profumata.
Se passi ore a consumare notizie negative, gossip e social media tossici, cosa pensi che crescerà? 
Ciò che entra nella mente determina ciò che esce. Secondo ciò che abbiamo interiormente saranno le nostre azioni e parole. È un principio che ha insegnato Gesù (cfr. per esempio Marco 7:18-23; Luca 6:45).

Se il tuo tesoro interiore è pieno di spazzatura negativa, sarai negativo. 

Paolo scrive in Romani 12:2: “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.”

Paolo esorta la chiesa a non conformarsi a questo mondo. Parla del sistema filosofico, di pratiche e norme di una società che non segue la volontà di Dio - un periodo malvagio estraneo e ribelle a Dio.

Esorta invece, a essere trasformati.
“Siate trasformati” (metamorphousthe - presente passivo imperativo) è un comando continuo: ogni giorno dobbiamo lasciarci trasformare da Dio! 
La forma passiva indica che la potenza della trasformazione viene da Dio, ma noi dobbiamo lasciarlo operare senza resistenza.

“Trasformare” (metamorphoo) indica un cambiamento radicale - come il bruco che diventa farfalla. È la stessa parola usata per la trasfigurazione di Gesù sul monte (Marco 9:2) e per la nostra trasformazione a immagine di Cristo (2 Corinzi 3:18).

La trasformazione ha lo scopo di farci conoscere per esperienza la volontà di Dio: dalla conformità al mondo alla conformità alla volontà di Dio - quella buona, gradita e perfetta.

Ma qual è il mezzo? Paolo è chiaro: “Mediante il rinnovamento della vostra mente.”
Con una mente trasformata cambierà anche il modo di pensare e di agire riguardo alla volontà di Dio.

Perché la mente?
La “mente” (nous) è la sede dei pensieri, della conoscenza e dell’intelletto e indica la facoltà di percepire, comprendere, riflettere e formare i concetti (Luca 24:45).

La mente è anche la sede delle decisioni, perché in base a ciò che abbiamo nella mente agiamo; perciò, possiamo dire che la mente è la centrale operativa delle nostre azioni (Romani 1:28; 1 Pietro 1:13).

La parola “rinnovamento” (anakainōsei) viene da un’altra parola greca (anakainoo) che troviamo in Colossesi 3:9-10 dove Paolo afferma che ci siamo spogliati dell’uomo vecchio con le sue opere e ci siamo rivestiti del nuovo che si va rinnovando (anakainoumenon - presente medio o passivo participio) in conoscenza a immagine di Colui che l’ha creato.

Il verbo “rinnovamento” è al tempo presente, perciò indica un continuo processo di rinnovamento!

Giorno per giorno, dobbiamo essere rinnovati nella nostra mente!
Visto l’importanza della mente, il diavolo cercherà di attaccarla come fece con Eva (2 Corinzi 11:3). 
Nella nostra mente ci sono vecchie abitudini negative - vere fortezze che controllano le nostre azioni (2 Corinzi 10:4-5). 
Queste fortezze sono ragionamenti contrari a Dio, difficili da espugnare, come la negatività.
È necessario demolire queste fortezze negative attraverso la Parola di Dio e il Suo Spirito!

Quando la mente non è rinnovata, la negatività domina:
Ansia cronica - sempre in allerta per la prossima catastrofe
Cinismo - nulla è buono, tutto è corrotto
Disperazione - nessuna speranza
Paralisi - troppo spaventati per agire nella fede

La negatività prospera nelle menti non rinnovate. Quando smetti di nutrire la tua mente con la verità di Dio e inizi a pascolare nella spazzatura del mondo, la trasformazione va all’indietro - da farfalla torni bruco.

La mente è come uno smartphone: se scarichi app spazzatura, rallenta, si blocca, diventa inutilizzabile. Non puoi scaricare malware mentale otto ore al giorno e aspettarti che la tua mente funzioni bene.

Come puoi rinnovare praticamente la tua mente?
Fai digiuno mediatico: Spegni le fonti tossiche per un periodo e osserva come cambia la tua prospettiva
Sostituisci il tempo sui social con tempo nella Parola: Se passi due ore al giorno su Instagram, prova a passarne almeno 30 minuti nella Bibbia
Elimina fonti tossiche di informazione: Se certi canali, account, notiziari o film ti lasciano sempre più negativo, evitali!
Memorizza versetti: Nascondi la Parola nel cuore (Salmo 119:11) così quando la negatività attacca, hai munizioni divine pronte

Una mente rinnovata dalla Parola è una fortezza contro la negatività. Una mente nutrita di spazzatura è una porta spalancata al pessimismo.

E infine, l’ultima causa spirituale è la:
F) Mancanza di comunione con la chiesa locale
I lupi non attaccano il gregge - attaccano la pecora isolata.  Così un cristiano isolato è un cristiano vulnerabile - e il diavolo lo sa.
L’isolamento spirituale non è contemplato nella Bibbia per il credente (cfr. per esempio Proverbi 27:17; Ecclesiaste 4:9-10; Ebrei 10:24-25).
Non è vero quando si dice: “Io e Dio bastiamo. Non ho bisogno di nessuno!”

Donald Grey Barnhouse disse: “La chiesa di Gesù Cristo non è un edificio in cui le persone si riuniscono per una funzione religiosa, ma è un raduno di persone che si riuniscono per adorare Dio e per edificarsi a vicenda attraverso la fede e la forza reciproche.”

È nella chiesa che avviene la crescita spirituale, il rafforzamento della fede e dove alimentiamo la nostra passione per il Signore.
Prendi un carbone ardente dal fuoco e mettilo da solo. In pochi minuti si raffredda e si spegne. Ma finché è insieme agli altri carboni, continua a bruciare luminoso e caldo. 
Così è il cristiano: da solo, si raffredda spiritualmente. Insieme, mantiene il fuoco.

È impossibile conoscere davvero Cristo e crescere alla Sua somiglianza da soli. Hai bisogno di una comunità di credenti che insieme cercano di seguirlo, servirlo e amarlo.
Paolo ci mostra una verità potente in Efesini 4:15-16: la crescita spirituale non avviene nell’isolamento, ma nella comunione.

“Da lui tutto il corpo trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte” - ascolta   bene: “NELLA MISURA”! 
Questo significa che quanto più sei connesso con la chiesa, tanto più cresci. Quanto più sei isolato, tanto meno cresci.

Ma c’è dell’altro: “Mediante l’aiuto fornito da tutte le giunture” - “TUTTE LE GIUNTURE”!
Non solo quelle “importanti”. 
Ogni membro, anche quello che sembra più piccolo o insignificante, fornisce un aiuto essenziale!
Tu sei importante. La tua presenza attiva nella comunità non è opzionale. 
Non sei uno spettatore - sei una parte vitale del corpo. 

Quando manchi tu, tutto il corpo ne risente
Quando ti isoli, privi gli altri del tuo contributo unico che solo tu puoi dare
Quando ti disconnetti, smetti di ricevere ciò che gli altri hanno da darti, la crescita si blocca, e la negatività trova terreno fertile

La crescita spirituale è proporzionale alla comunione con i credenti: più connessione, più crescita. Più isolamento, più negatività.

Cosa succede nell’isolamento:
Perdi la prospettiva: nessuno ti corregge quando sei nell’errore
Le bugie crescono: “Nessuno mi capisce... Dio mi ha abbandonato...”
Diventi vulnerabile agli attacchi del diavolo: Sei una pecora sola 
Nessuno ti incoraggia secondo il Signore quando sei scoraggiato 
Nessuno ti sfida secondo il Signore quando sei compiacente
Nessuno ti ricorda la verità quando la dimentichi
La negatività si rinforza: camera d’eco dei tuoi pensieri peggiori

Quando ti allontani dalla comunità dei credenti, la negatività trova terreno fertile. La negatività cresce nell’isolamento.

Oltre alle cause spirituali, ci sono 
II ALTRE CAUSE
Vediamole brevemente. Stiamo parlando di:
A) Cause emotive/psicologiche
Nelle cause emotive:
(1) Non apprezziamo ciò che siamo o abbiamo
Theodore Roosevelt disse: “Il confronto è il ladro della gioia.”
Paragonarsi agli altri ci ruba la capacità di apprezzare ciò che abbiamo, alimentando insoddisfazione, invidia e negatività.

Viviamo nell’era dei social media dove confrontiamo costantemente le nostre vite ordinarie con le vetrine perfette degli altri. 
Vediamo le loro vacanze, non le loro ansie. I loro successi, non le loro lotte, eppure paragonandoci alla loro apparente vita perfetta, diventiamo negativi.

E ancora:
(2) Non abbiamo aspettative realistiche
La disillusione è sempre figlia dell’illusione
Quando ci costruiamo aspettative irrealistiche che non corrispondono alla realtà, prepariamo la strada per la delusione e il crollo nella negatività.
La disillusione è quando ti rendi conto che qualcosa non è come pensavi - e quell’illusione infranta ti fa crollare.

È quell’immagine idealizzata che si scontra duramente con la realtà. Più alta è l’aspettativa, più dolorosa è la caduta.

Ti innamori di qualcuno che idealizzi - pensi sia perfetto, la persona dei tuoi sogni. Dopo qualche mese, scopri i suoi difetti reali: è egoista, non ti ascolta, litigate spesso.
Risultato: crollo emotivo. Non per chi è davvero quella persona, ma perché hai perso l’illusione che ti eri costruito. 
Se l’avessi conosciuta senza aspettative irrealistiche, avresti visto da subito chi è realmente - senza il dolore della disillusione.

Vedremo in un’altra predicazione come anche Elia cadde in questa trappola - costruendosi aspettative che Dio non gli aveva dato, preparando così la strada per il suo crollo emotivo.

Quando ti metti aspettative che Dio non ti ha dato, prepari la strada per il crollo, per la negatività.

Infine, nelle cause emotive:
(3) Non abbiamo uno scopo nella vita
Quando non sai perché vivi, quando ti senti inutile o senza valore, la negatività riempie quel vuoto.

Salomone in Ecclesiaste descrive questa esperienza: “Perciò ho odiato la vita, perché tutto quello che si fa sotto il sole mi è divenuto odioso, poiché tutto è vanità, un correre dietro al vento” (Ecclesiaste 2:17). 
Quando perse di vista il suo scopo eterno, tutto gli sembrò vuoto e senza senso.

La vita senza scopo genera negatività esistenziale. Non è solo tristezza occasionale - è il senso profondo che nulla conta, che tutto è inutile, che non c’è un “perché” dietro la fatica quotidiana.

Viktor Frankl, psichiatra sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti, osservò che coloro che avevano uno scopo - un “perché” per cui vivere - sopravvivevano meglio degli altri. Scrisse: “Chi ha un perché per vivere può sopportare quasi ogni come.”

Noi cristiani a maggior ragione abbiamo uno scopo divino, servire Dio per la Sua gloria! (cfr. per esempio 1 Corinzi 10:31), e allora tenendo a mente questo obiettivo, non saremo negativi, perché sappiamo che anche nel male Dio trova il bene (cfr. per esempio Genesi 50:20; Romani 8:28), e anche una brutta situazione può diventare occasione di glorificare Dio!

Albert Einstein disse: “Nel mezzo di ogni difficoltà si trova un’opportunità.” 
Per il credente, quella opportunità è sempre glorificare Dio.

Così non diremo: “A che serve?” “Perché sforzarsi?” “Tanto alla fine...”
Questo scopo trasforma anche le giornate più ordinarie in atti di adorazione, anche le fatiche più pesanti in investimenti eterni.

La negatività prospera quando la vita sembra vuota. Lo scopo di glorificare Dio in Cristo riempie quel vuoto.

Poi, ci sono:
B) Cause fisiche
A volte la nostra negatività ha una causa semplicissima: siamo stanchi, affamati, esauriti. 
La spiritualità non ci rende immuni dalla biologia - siamo esseri umani.

Hai mai notato come tutto sembra peggiore quando sei esausto? Come i problemi sembrano giganti quando non hai dormito? 

Non è solo una tua impressione - è scienza. La ricerca scientifica dimostra che la privazione del sonno riduce l’attività nella corteccia prefrontale - la parte del cervello che regola le emozioni - e aumenta l’attività nell’amigdala - il centro della paura e dell’ansia. 

In altre parole, quando sei stanco, il tuo cervello letteralmente amplifica le emozioni negative e riduce la tua capacità di gestirle razionalmente.

Non è peccato essere stanchi. Non è mancanza di fede ammettere che hai bisogno di riposo. Anche Gesù dormì nella barca (Marco 4:38). 
A volte la cosa più spirituale che puoi fare è andare a letto!
Studi hanno dimostrato che anche solo una notte di sonno insufficiente può aumentare l’ansia fino al 30% e ridurre significativamente la capacità di regolare pensieri negativi.

L’autocommiserazione trova terreno fertile - anche questo lo vedremo con l’esempio di Elia, in un’altra predicazione.

CONCLUSIONE
La negatività non è una condanna permanente: è una catena che può essere spezzata!
Come Andy Dufresne scavò pazientemente il suo tunnel verso la libertà, così anche noi possiamo liberarci dalla prigione della negatività con l’aiuto dello Spirito Santo.

Abbiamo visto che le radici della negatività affondano in tre terreni: spirituale, emotivo e fisico. Non possiamo ignorare nessuna di queste dimensioni. 
Una fede profonda, relazioni sane e un corpo riposato lavorano insieme per costruire una vita di speranza anziché di disperazione.

La scelta è tua: continuerai a “darti da fare a morire” nella negatività, o sceglierai di “darti da fare a vivere” nella speranza che Cristo offre? 
Ricorda: “La speranza è una cosa buona, forse la migliore delle cose, e le cose buone non muoiono mai.”
Inizia oggi: coltiva la fede, approfondisci la comunione con Dio, lasciati riempire dallo Spirito Santo, ricorda le Sue benedizioni, rinnova la mente con la Sua Parola e rimani connesso al corpo di Cristo. 
E non dimenticare: a volte la cosa più spirituale che puoi fare è semplicemente... riposare.

La libertà dalla negatività non è un sogno impossibile - è una promessa di Dio per chi cammina con Lui.

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