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Visualizzazione dei post con l'etichetta Compassione

2 Re 4:2: Come posso aiutarti?

 2 Re 4:2: Come posso aiutarti? “Eliseo le disse: ‘Che devo fare per te? Dimmi, che cosa hai in casa?’ La donna rispose: ‘La tua serva non ha nulla in casa, tranne un vasetto d'olio’”. Ci sono diversi film che nei dialoghi qualcuno chiede a un altro: “Cosa posso fare per te”. Per esempio, nel film “Il Miglio Verde” (1999), diretto da Frank Darabont e basato sull'omonimo romanzo di Stephen King, i protagonisti sono Paul Edgecomb (Tom Hanks), capo delle guardie del braccio della morte del penitenziario di Cold Mountain, e John Coffey (Michael Clarke Duncan), un condannato a morte dotato di poteri soprannaturali di guarigione. In una scena c’è un dialogo tra i due, due giorni prima che John sia giustiziato sulla sedia elettrica: Paul Edgecomb (Tom Hanks): “John... Ora devo chiederle una cosa molto importante”. John Coffey (Michael Clarke Duncan): “So cosa vuoi chiedere, non c'è bisogno di dirlo”. Paul Edgecomb (Tom Hanks): “No, devo, devo chiedertelo. John... dimmi cosa posso ...

Osea 2:21-23: La presenza del Signore

 Osea 2:21-23: La presenza del Signore  Il Signore non è assente dalla vita del Suo popolo! (cfr. per esempio Salmo 121; Isaia 41:10; Matteo 28:20; Ebrei 13:5). Questa è una delle più confortanti verità del cristianesimo che riguardano la nostra relazione con il Signore il Dio che ci ha creati! A.W. Tozer disse: “Quando cantiamo: ‘Attirami più vicino, più vicino, Signore benedetto’, non pensiamo alla vicinanza del luogo, ma alla vicinanza della relazione. È per gradi crescenti di consapevolezza che preghiamo, per una coscienza più perfetta della Presenza divina. Non abbiamo mai bisogno di gridare attraverso gli spazi a un Dio assente. Egli è più vicino della nostra anima, più vicino dei nostri pensieri più segreti”. Dunque, uno degli aspetti della relazione tra il Signore e il Suo popolo, è la Sua presenza dinamica. Nelle precedenti predicazioni abbiamo visto l’azione del Signore nell’abolire il Baalismo e il dare prosperità a Israele, che fidanzerà a Sé Israele, in questa pre...

La natura di Dio : Gli attributi comunicabili (2)

 La natura di Dio: Gli attributi comunicabili (2) Stiamo ancora considerando gli attributi comunicabili di Dio, vale a dire quegli attributi di Dio che trasmette in una certa misura agli uomini.  Gerard Van Groningen scrive: “Gli attributi comunicabili trovano qualche riflesso o analogia negli esseri umani creati a immagine di Dio”. Leggi e rispondi alle domande 1. Amore -Amorevolezza Dio è amore (1 Giovanni 4;8,16). L'amore di Dio è un attributo comunicabile in quanto è comunicato all’umanità e deve essere imitato dall'umanità.  In quanto destinatari dell'amore divino, i credenti ameranno sia a Dio che agli altri (Matteo 22:39-40), anche ai nemici (Matteo 5:44). Con le Sue stesse azioni, Dio insegna all’umanità ad amare attivamente, concretamente e in modo sacrificale (cfr. per esempio Efesini 5:1-2; 1 Giovanni 3:16). Tim Shenton scrive: “Dio non è semplicemente amorevole, Egli è l'amore stesso, la personificazione dell'amore perfetto, il che implica una responsabi...

Matteo 14:17: La potenza miracolosa di Gesù

 Matteo 14:17: La potenza miracolosa di Gesù “Non abbiamo qui altro che cinque pani e due pesci”. Gesù salì in barca per andare in un luogo solitario, in disparte; le folle, saputolo, lo seguirono a piedi dalle città.   Gesù, sceso dalla barca, vide una gran folla; ne ebbe compassione e ne guarì gli ammalati. Facendosi sera, i suoi discepoli si avvicinarono a Lui e gli dissero che erano in un luogo dove non c’era nessuno, ed era tardi, così consigliano Gesù di lasciare andare la folla nei villaggi per comprarsi da mangiare. Ma Gesù dà una risposta strana, disse loro: “Non hanno bisogno di andarsene; date loro voi da mangiare!”  Perché Gesù risponde così? In primo luogo: (1) Per rafforzare la fede dei discepoli Gesù sapeva che i discepoli non avrebbero capito, ma Lui ha lanciato la sfida per ottenere la loro attenzione e per rendere evidente il miracolo che stava per fare, e quindi affinché loro potessero imparare ad avere fiducia in Lui. Questo miracolo, perciò, è un...

Giudici 10:16: La rimozione degli idoli

 Giudici 10:16: La rimozione degli idoli “Allora tolsero di mezzo a loro gli dèi stranieri e servirono il SIGNORE, che si addolorò per l'afflizione d'Israele”. A causa dei peccati d’idolatria (v.6), Israele fu punito da Dio consegnandolo nelle mani dei Filistei e degli Ammoniti che li angariarono e oppressero (cfr.vv.6-8).  Gli Israeliti gridarono al Signore per liberarli, ma Dio in un primo momento gli disse di andare a gridare dagli dèi che avevano scelto, il popolo non si scoraggia e riconosce che ha peccato (vv.13-15), e tolse di mezzo gli dèi stranieri che avevano e servirono il Signore che si è addolorato per l’afflizione d’Israele.  Così in questo versetto vediamo il cambiamento e la consacrazione del popolo, e il cuore di Dio. Prima di tutto vediamo: Il cambiamento del popolo Già al v.15, il popolo aveva pregato il Signore riconoscendo di aver peccato e riconoscendo la Sua Signoria, cioè che faccia loro tutto ciò che gli piace e gli chiedono la liberazione. Israel...

Osea 1:10-2:1: La riconciliazione di Dio con il Suo popolo

 Osea 1:10-2:1: La riconciliazione di Dio con il Suo popolo In questi versetti Dio decide di ribaltare il giudizio dei vv.2–9 con la riconciliazione con il Suo popolo. Si passa bruscamente dalla cupa realtà del giudizio presente dovuta all’infedeltà spirituale del popolo di Dio, alle promesse di speranza della riconciliazione futura. Si passa da un passaggio di oracolo di giudizio alla promessa della salvezza futura. Si passa da un “voi non siete mio popolo” a “siete figli del Dio vivente” che culmina al capovolgimento incoraggiante dei nomi dei figli da “Lo-Ammi” (non mio popolo) ad “Ammi” (mio popolo) e da “Lo-Ruama” (che non ottiene compassione) a “Ruama” (che ottiene compassione). Questo passaggio è del tutto inaspettato e immeritato, e qualcuno lo ha definito la “teologia della grazia illogica”. Profeticamente possiamo vedere questo testo con tre fasi.

Osea 1:6-7: Lo-Ruama niente più compassione di Dio

 Osea 1:6-7: Lo-Ruama niente più compassione di Dio Ci sono persone che credono nella “teologia del Babbo Natale”; secondo questa teologia i peccati non creano nessun problema; Dio perdona sempre e non punisce nessuno, anche coloro che hanno uno stile di vita immorale e idolatra, non dobbiamo temerlo, chi lo fa è giudicato antiquato, bigotto, puritano.  Ma questo non rispecchia ciò che dice la Bibbia, ciò che troviamo scritto in Osea 1:4-9. Dopo la chiamata di Osea da parte di Dio di sposare una moglie prostituta, Gomer, e fare figli di prostituzione, ecco che Gomer concepì e partorì il primo figlio che il Signore disse a Osea di chiamarlo Izreel. Nei vv.6-7 vediamo la nascita di una figlia, che è simbolo di negazione della compassione di Dio verso Israele, il Regno del Nord. Se mentre il nome del primo figlio si concentrava sia sul giudizio sulla dinastia del re Ieu, della monarchia e su Israele, ora con questo nome simbolico del secondo figlio, il giudizio si concentra solo ...

Matteo 23:37-39: Il lamento di Gesù su Gerusalemme

 Matteo 23:37-39: Il lamento di Gesù su Gerusalemme In questi versetti vediamo il lamento di Gesù per Gerusalemme. William Hendriksen riguardo questi versetti scrisse: “Il discorso pubblico finale di Cristo si chiude opportunatamente con un commovente lamento, in cui si rivelano sia la sua solenne tenerezza che la severità del giudizio divino su tutti coloro che hanno risposto a tale meravigliosa compassione con disprezzo”. Quindi, in questo lamento di Gesù vediamo sia la Sua tenerezza e sia la Sua severità. Bontà e severità sono caratteristiche che troviamo anche in Dio Padre (cfr. Romani 11:22). Ci sono molti che pensano solo a Gesù come il Gesù di amore, di compassione, ma questo passo ci parla anche della Sua severità. Gesù era attento alla reazione comportamentale delle persone verso di Lui; non era indifferente. Ho diviso questa predicazione in tre punti. Cominciamo a considerare, il primo punto:

Si grato al Signore! (Salmi 103:1-22)

 Si grato al Signore! (Salmi 103:1-22) “I cristiani dovrebbero avere un atteggiamento di gratitudine” (Stuart Briscoe) C’è sempre il pericolo di dimenticare. Che cosa dobbiamo fare per ricordare? Perché molte persone non sono grate? Quali pensi siano le cose più importanti della vita? Quali sono i beni più fragili che curi e proteggi di più? Osservare Quale esortazione introduce e conclude il salmo? (Salmo 103:1-2, 20-22) Qual è il punto centrale di questo salmo? (Salmo 103:1-22) Di quali benefici del Signore parla l’autore? (Salmo 103:3-13,17-18) Quali immagini ha usato lo scrittore del salmo? (Salmo 103:4-5, 11-16) Il salmista parla del regno di Dio, quali caratteristiche troviamo a riguardo? (Salmo 103:6, 19) Come reagisce il Signore alla peccaminosità delle persone? (Salmo 103:8-10) Come vengono illustrati la bontà e il perdono di Dio? (Salmo 103:11-13) In che modo Dio dimostra la Sua pietà al Suo popolo? (Salmo 103:8-18) A chi il Signore dà le sue benedizioni? (Salmo 103:6-7,1...

Luca 16:19-21: I protagonisti della parabola del ricco e di Lazzaro.

Luca 16:19-21: I protagonisti della parabola del ricco e di Lazzaro. Questa storia è il culmine di una sezione che parla sull'uso e l'abuso della ricchezza; l’apice è il giudizio di Dio (Luca 16:1-31). Studiosi sono divisi nell’interpretazione di questa storia raccontata da Gesù, se è un evento reale, o una parabola. Le parole di apertura di questa storia ci fanno capire che è una parabola, infatti sono coerenti con la lingua con cui Gesù ha spesso iniziato le sue parabole (cfr. Luca 10:30; 14:16; 15:11; 19:12).  Le immagini che troviamo in questa parabola sono tra gli avvertimenti più tragici e gravi della Bibbia.  Noi troviamo due protagonisti principali: un uomo ricco e un uomo povero in netto contrasto tra di loro. Uno aveva tutto quello che desiderava, mentre l’altro non aveva niente! L'uomo ricco, che è vestito in modo elegante e mangia bene, è anonimo, a differenza del povero che ha un nome. Noi in questa parabola vediamo che è importan...

La parabola del ricco e di Lazzaro (Luca 16:19-21). (1 Parte) I protagonisti

La parabola del ricco e di Lazzaro (Luca 16:19-21). (1 Parte) I protagonisti Questa storia è il culmine di una sezione che parla sull'uso e l'abuso della ricchezza; l’apice è il giudizio di Dio (Luca 16:1-31). Studiosi sono divisi nell’interpretazione di questa storia raccontata da Gesù, se è un evento reale, o una parabola. Le parole di apertura di questa storia ci fanno capire che è una parabola, infatti sono coerenti con la lingua con cui Gesù ha spesso iniziato le sue parabole (cfr. Luca 10:30; 14:16; 15:11; 19:12).  Le immagini che troviamo in questa parabola sono tra gli avvertimenti più tragici e gravi della Bibbia.  Noi troviamo due protagonisti principali: un uomo ricco e un uomo povero in netto contrasto tra di loro. Uno aveva tutto quello che desiderava, mentre l’altro non aveva niente! L'uomo ricco, che è vestito in modo elegante e mangia bene, è anonimo, a differenza del povero che ha un nome. Noi in questa parabola vediamo che ...

1 Corinzi 11:1: L’esempio da seguire.

1 Corinzi 11:1: L’esempio da seguire. “Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo”. Questo versetto serve a concludere l'argomentazione di Paolo per questa sezione. Paolo ha appena dato il suo principio di azione al v.33 del capitolo 10, egli ora esorta a seguire il suo esempio (cfr. 1 Tessalonicesi 1:6; 2 Tessalonicesi 3:7,9). “Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo” indica sia l’autorità che aveva Paolo e sia il modello di rinunciare al proprio diritto di libertà per il bene degli altri. Allora l’esortazione di Paolo ai credenti è di seguire il suo esempio come lui segue quello di Cristo! “Siate” è un imperativo presente e indica “diventate” piuttosto che “essere”, inoltre indica lo sforzo morale. Quale punto di somiglianza ha in mente Paolo?

Giacomo 5:19: Perché una persona si svia dalla verità?

Giacomo 5:19: Perché una persona si svia dalla verità? “Fratelli miei, se qualcuno tra di voi si svia dalla verità”. “Si svia” si riferisce a vagare lontano, allontanarsi, andare fuori strada, errare. "Sviarsi dalla verità" suggerisce la metafora familiare di una pecora che si perde, che va fuori strada, una pecora errante (Ezechiele 34:4, Matteo 18:12; 1 Pietro 2:25). Ora chi “si svia” secondo alcuni, è una persona che si allontana dalla verità perché è ingannata da falsi insegnanti (Atti 20:29-30; 2 Timoteo 3:1-13; Ebrei 6:4-6; 2 Giovanni 7-8; Giuda 3-4); infatti circolavano falsi insegnanti impostori (Cfr. Matteo 12:22-37, 24:4-5,11; Marco 12:24,27; 13:5-6; Efesini 4:14; 2 Timoteo 3:13; 2 Pietro 2:11-19; 1 Giovanni 2:26; 4:6; Apocalisse 2:20). Si può essere ingannati dal diavolo, il padre della menzogna (Giovanni 8:44; Marco 4:4,15; 2 Corinzi 4:4; 2 Tessalonicesi 3:5) è il leone ruggente e va in giro cercando chi possa divorare (1 Pietro 5:8). Si può essere ingannat...

Il servo senza misericordia (Matteo 18:21-35).

Il servo senza misericordia (Matteo 18:21-35). Questo passo è ovviamente collegato al passo precedente della disciplina.  Quando una persona dice che ha sperimentato il perdono di Dio (Matteo 18:24-27), spetta a loro poi perdonare gli altri (Matteo 18:28-29).  Se non perdonano dimostrano che non hanno mai sperimentato il perdono di Dio e pertanto saranno giudicati da Lui (Matteo 18:31-34; 6:14-15).  Così quando la persona disciplinata si pente (Matteo 18:15-20), la chiesa deve perdonare (Matteo 18:21-35).  Pietro parlando di eventuali offese che una persona può ricevere chiede a Gesù, quante volte perdonerà la persona che ha peccato contro di lui?  Fino a sette volte? Pietro pensava forse di essere più generoso delle tre volte che diceva la tradizione giudaica.   Infatti secondo l'insegnamento all'interno del Giudaismo (basato su Amos 1:3; Amos 2:6; Giobbe 33:29, 30) si poteva perdonare tre volte; tre volte erano abbastanza per mostrare un ...

Matt. 9:36-38. Il raccolto e gli operai.

Matteo 9:36-38. Il raccolto e gli operai.   Matteo 9:35-38 funziona come base teologica al discorso missionario.  Matteo inizia dicendo ai suoi discepoli che la missione è parte del suo ministero (Matteo 9:35) ed è un risultato della sua compassione per le persone (Matteo 9:36).  Questo è un punto di svolta nel ministero di Gesù, vuole preparare e coinvolgere i Suoi discepoli per l’opera missionaria, infatti c’è molto lavoro da fare, e fino a quel momento aveva fatto tutto Gesù: predicazione, insegnamento, guarigione; i Suoi discepoli erano stati semplicemente osservatori e ascoltatori. Noi in questo testo vediamo la compassione, il comando e la commissione.

Il raccolto e gli operai (Matteo 9:36-38).

Il raccolto e gli operai (Matteo 9:36-38).   Matteo 9:35-38 funziona come base teologica al discorso missionario.  Matteo inizia dicendo ai suoi discepoli che la missione è parte del suo ministero (Matteo 9:35) ed è un risultato della sua compassione per le persone (Matteo 9:36).  Questo è un punto di svolta nel ministero di Gesù, vuole preparare e coinvolgere i Suoi discepoli per l’opera missionaria, infatti c’è molto lavoro da fare, e fino a quel momento aveva fatto tutto Gesù: predicazione, insegnamento, guarigione; i Suoi discepoli erano stati semplicemente osservatori e ascoltatori. Noi in questo testo vediamo la compassione, il comando e la commissione.

La parabola del buon Samaritano.

Luca 10:25-37: La parabola del buon Samaritano.  Guardando i telegiornali, o dei reportage, o leggendo i giornali, ci rendiamo conto che la sofferenza è grande nel mondo. Ci sono molte associazioni umanitarie onlus (senza scopo di lucro) in diversi campi e così ci sono molte associazioni di filantropia. La parola “Filantropia” indica un sentimento di amore (φιλία, filìa) nei confronti degli esseri umani ( ἄνϑρωπος, ànthropos).  Nell'uso corrente un filantropo è una persona generosa che fa attività di beneficenza. Uno di questi è Bill Gates il fondatore di Microsoft si è ritirato dagli affari per dedicarsi a un’associazione da lui fondata  nel Gennaio del 2008 la “Bill & Melinda Gates Foundation”, oggi, rappresenta l’istituzione filantropica più ricca al mondo, con circa 37,3 miliardi di dollari è considerata la fondazione più grande del mondo ed è attiva nella ricerca medica, nella lotta all'AIDS e alla malaria, nel miglioramento delle condizioni di vita nel ter...

La potenza miracolosa di Gesù.

Matteo 14:13-21  La potenza miracolosa di Gesù. Molti anni fa, l’evangelista L. Stanley Jones fu coinvolto in una discussione col Mahatma Gandhi sulla natura e l’importanza del cristianesimo. Gandhy era impressionato di Gesù Cristo solo come maestro di morale e per questo motivo scrisse  un giorno a Jones. Jones rispose a Gandhy scrivendo così: “Avete trovato i principi, ma vi è sfuggita la persona”.  Gesù è più di un semplice maestro di morale!  Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, da un grande contributo alla Cristologia e ci parla molto di più dei principi morali insegnati da Gesù!  Questo miracolo, infatti, mette in enfasi diversi aspetti dell’identità di Gesù: la Sua sensibilità, quindi compassione verso le folli, di come Lui sia veramente l’Emmanuele,  Dio con noi (Matteo 1:23) come anche la Sua Signoria, la Sua potenza miracolosa e quindi la Sua provvidenza e sufficienza.

Beati i misericordiosi.

Matteo 5:7. Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta. Il tatuaggio è diventato un vero e proprio fenomeno di massa, che coinvolge tutti i ceti sociali. Molti hanno un tatuaggio, le riviste scrivono sui tatuaggi, programmi televisivi fanno vedere come questi artisti fanno i tatuaggi, insomma c’è un certo commercio fiorente. Una donna che vive negli Stati Uniti, detiene il record dei tatuaggi, non ricordo quanti ne ha, ma i tatuaggi sono  su ogni centimetro del suo corpo, perfino su tutta la faccia, anche sulla fronte. Perché lo ha fatto? Perché così può nascondere una malattia della pelle, dice lei. Ma questo non è l’unico motivo. In un articolo dal titolo: “La psicologia dei tatuaggi” di Camilla S. Palombo: “Il tatuaggio oggi sembra avere le stesse motivazioni che aveva nelle popolazioni  primitive: viene fatto per motivi estetici, ma anche per comunicare, esprimere l'appartenenza ad un gruppo ed esorcizzare le paure. E' un segno che esprime qualco...