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La necessità del risveglio spirituale. ( Seconda parte).

La necessità del risveglio spirituale. Seconda parte. Come ho già detto nella predicazione precedente, vediamo la necessità del risveglio dal modo come Gesù tratta le chiese descritte in Apocalisse: Efeso, Pergamo, Tiatiri, Sardi e Laodicea. Oggi mediteremo sulle chiese di Pergamo, Tiatiri, Sardi e Laodicea. Il risveglio è necessario quando: I SI TOLLERA O SI PRATICA IL PECCATO. Vediamo: A) La chiesa di Pergamo e Tiatiri. (1) I peccati. In Apocalisse 2:13-15 riguardo la chiesa di Pergamo è scritto: “Io so dove tu abiti, cioè là dov'è il trono di Satana; tuttavia tu rimani fedele al mio nome e non hai rinnegato la fede in me, neppure al tempo in cui Antipa, il mio fedele testimone, fu ucciso fra voi, là dove Satana abita. Ma ho qualcosa contro di te: hai alcuni che professano la dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balac il modo di far cadere i figli d'Israele, inducendoli a mangiare carni sacrificate agli idoli e a fornicare. Così anche tu hai alcun...

La necessità del risveglio spirituale. (Prima parte)

La necessità del risveglio spirituale. Prima parte Quali sono le motivazioni, per un risveglio, perché è necessario? Vediamo la necessità del risveglio dal modo come Gesù tratta le chiese descritte in Apocalisse: Efeso, Pergamo, Tiatiri, Sardi e Laodicea. Troviamo degli aspetti generali interessanti della relazione di Gesù con queste chiese. Il primo aspetto è che Gesù conosce le opere della chiesa: pregi e difetti. Il secondo aspetto è che Gesù, tranne la chiesa di Sardi e Laodicea, loda i loro pregi, ma li riprende comunque per le loro mancanze; quindi non possiamo farci forte dei nostri pregi pensando che Dio è soddisfatto di noi, o della nostra chiesa e così c’illudiamo che Lui chiuda gli occhi e ci approvi comunque.  Gesù non chiude gli occhi sui nostri difetti se ci sono solo alcuni pregi, vuole che la chiesa si ravveda e quindi sia irreprensibile, altrimenti la giudicherà. Quindi non possiamo pensare di fare quello che vogliamo tanto Gesù ci perdona ...

La particolarità del risveglio spirituale.

La particolarità del risveglio spirituale. Il termine risveglio è entrato in uso comune all'inizio del XVIII secolo per descrivere ciò che Dio stava facendo durante il Grande Risveglio in America e in Gran Bretagna.  In America il sonno spirituale prevaleva nelle chiese fino a quando un risveglio spirituale cominciò nel New Jersey sotto la predicazione di Theodore Frelinghuysen, un ministro riformato olandese.  Molti furono toccati e si resero conto della loro condizione peccaminosa e della necessità di salvezza, mentre altri furono rinfrescati da un nuovo apprezzamento per la grazia di Dio nel vangelo. Il risveglio presto si diffuse in altre parti dell'America con Jonathan Edwards, George Whitefield, John Wesley e Samuel Davies.  A questo seguirono altri risvegli sia nel XIX e XX secolo sia in America che in Gran Bretagna che portò alla nascita di chiese, seminari e case editrici.

Matt. 9:36-38. Il raccolto e gli operai.

Matteo 9:36-38. Il raccolto e gli operai.   Matteo 9:35-38 funziona come base teologica al discorso missionario.  Matteo inizia dicendo ai suoi discepoli che la missione è parte del suo ministero (Matteo 9:35) ed è un risultato della sua compassione per le persone (Matteo 9:36).  Questo è un punto di svolta nel ministero di Gesù, vuole preparare e coinvolgere i Suoi discepoli per l’opera missionaria, infatti c’è molto lavoro da fare, e fino a quel momento aveva fatto tutto Gesù: predicazione, insegnamento, guarigione; i Suoi discepoli erano stati semplicemente osservatori e ascoltatori. Noi in questo testo vediamo la compassione, il comando e la commissione.

Il raccolto e gli operai (Matteo 9:36-38).

Il raccolto e gli operai (Matteo 9:36-38).   Matteo 9:35-38 funziona come base teologica al discorso missionario.  Matteo inizia dicendo ai suoi discepoli che la missione è parte del suo ministero (Matteo 9:35) ed è un risultato della sua compassione per le persone (Matteo 9:36).  Questo è un punto di svolta nel ministero di Gesù, vuole preparare e coinvolgere i Suoi discepoli per l’opera missionaria, infatti c’è molto lavoro da fare, e fino a quel momento aveva fatto tutto Gesù: predicazione, insegnamento, guarigione; i Suoi discepoli erano stati semplicemente osservatori e ascoltatori. Noi in questo testo vediamo la compassione, il comando e la commissione.

Dio è geloso.

Dio è geloso. Quando pensiamo alla gelosia, pensiamo a una di quelle emozioni poco attraenti, pensiamo a qualcosa di brutto, di solito considerato un tratto negativo piuttosto che positivo. Così possiamo trovare difficile l'idea che Dio sia geloso. In questa predicazione sulla gelosia di Dio vediamo: la prova, la particolarità e la pratica. I LA PROVA.  La gelosia di Dio è affermata più volte nella Bibbia. Cominciamo a vedere: A) Nell’Antico Testamento. La gelosia esprime un'emozione molto forte. I termini ebraici tradotti per “gelosia” vengono da una radice (qnʾ) che significa "essere zelanti" o "essere invidiosi". Quindi possiamo dire che c’è un aspetto positivo della gelosia e uno negativo, o peccaminoso. Per quanto riguarda Dio, la gelosia non è peccaminosa perché in Lui non c’è peccato in quanto è santo (per esempio Isaia 6:3; Giacomo 1:13). 

Principi della fede cristiana. La comunione.

Principi della fede cristiana. La comunione. In Atti 2:42 leggiamo: “Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere”. Una delle caratteristiche della chiesa primitiva era la comunione fraterna, i credenti erano perseveranti in questo. Possiamo dire che la comunione è letteralmente un segno distintivo della chiesa cristiana, e dovrebbe essere una realtà nella vita di ogni persona che si dice essere un cristiano.  Che cos’è la comunione? La parola del Nuovo Testamento per "comunione" è koinōnia, significa stretta associazione reciproca (1 Corinzi 1:9; 1 Giovanni 1:3;); partenariato (Filippesi 1:5); condivisione (2 Corinzi 8:4; Filemone 6; Ebrei 13:16); dare un contributo (Romani 15:26). Possiamo affermare che la comunione è un'associazione e condivisione che coinvolge stretti rapporti. Il credente è unito alla morte e alla resurrezione di Cristo (Romani 6:3...

Salmo 46:1-3: La promessa di aiuto.

Salmo 46:1-3: La promessa di aiuto  L'anno 1527, probabilmente è stato l’anno più difficile del riformatore Martin Lutero. Dopo dieci anni impegnativi di lotte e guida riguardo la riforma, il 22 Aprile di quell’anno fu colto da forti vertigini mentre stava predicando tanto che fu costretto a smettere di predicare.  Lutero temeva per la sua vita. Il 6 luglio, mentre mangiava a cena con gli amici, sentì un acuto ronzio nell'orecchio e si appoggiò, ancora una volta convinto che fosse la fine della sua vita, questa convinzione fu anche alimentata da problemi cardiaci e dalle complicazioni intestinali gravi. Di questa prova, Lutero scrisse: “Ho trascorso più di una settimana in morte e in inferno. Tutto il mio corpo era dolorante e tremavo. Completamente abbandonato da Cristo, ho lavorato nella titubanza, nelle tempeste di disperazione e di blasfemia contro Dio”. Quel che era peggio, era la terribile peste nera che era entrata in Germania e si diffuse a Wittenberg. Molte persone fu...

Matteo 1:1: La fedeltà di Dio.

Matteo 1:1: La fedeltà di Dio . “Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abraamo”. Nella genealogia di Gesù vediamo la fedeltà di Dio. Quando la Bibbia parla di fedeltà di Dio si riferisce al fatto che Dio è fedele a se stesso e fedele al Suo popolo. Iniziamo con Dio è fedele a se stesso. Anche se noi possiamo essere infedeli, Dio comunque rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso dice 2 Timoteo 2:13. Rinnegare se stesso significa rifiutare se stesso, essere falso con se stesso, cioè non essere coerente con quello che Dio è, con i Suoi piani e con la Sua Parola data. Vediamo che Dio agisce nella storia com'è scritto in Ezechiele 20:14 per amore del suo nome affinché il suo nome non sia profanato, quindi Dio agisce per glorificare se stesso (Isaia 42.8; Isaia 43:7).

Romani 10:14-17: La logica del Vangelo della salvezza.

Romani 10:14-17: La logica del Vangelo della salvezza.  Il testo di Romani 10:14-17 dice: “Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c'è chi lo annunzi? E come annunzieranno se non sono mandati? Com'è scritto: ‘Quanto sono belli i piedi di quelli che annunziano buone notizie!’ Ma non tutti hanno ubbidito alla buona notizia; Isaia infatti dice: ‘Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?’  Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo”. Il tema centrale di questo passo è: lo scenario della salvezza inizia con la proclamazione del predicatore che è stato inviato dal Signore e chi ascolta per fede invoca il Signore per essere salvato.