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Matteo 6:13: La lode finale del Padre nostro.

Matteo 6:13: La lode finale del Padre nostro. “Perché a te appartengono il regno, la potenza e la gloria in eterno, amen”. Dopo i soggetti di preghiera che riguardano i nostri bisogni, problemi e limitazioni, si ritorna alla verità della grandezza di Dio e alla Sua completa sufficienza. Ogni preghiera dovrebbe finire per come va cominciata e cioè innalzando Dio con l’adorazione e la lode, questa è la misura della nostra spiritualità. Alcuni studiosi pensano che il modello di questa lode finale sia condensata in 1 Cronache 29:10-11. Nel Nuovo Testamento troviamo qualcosa del genere in Apocalisse 5:13. Questa lode dichiara che Dio, il nostro Padre celeste è il re; è una gioiosa affermazione della sovranità di Dio, quindi che in controllo su tutto e di tutto e a cui noi dobbiamo obbedire. Così quando noi preghiamo che a Dio appartiene il regno, stiamo dicendo che Dio è libero di fare tutto ciò che vuole (Salmo 135:6; Isaia 46:10; Daniele 4:32-35); Dio è capace di fare tutto ciò che...

La parabola del posto di onore (Luca 14:7-11).

 La parabola del posto di onore (Luca 14:7-11). "Quando a un certo oratore gli veniva chiesto qual era la regola principale dell'eloquenza, rispondeva: ‘Consegna’. Qual era la seconda regola: ‘Consegna’. Qual era la terza regola: ’Consegna’. Quindi se mi chiedi dei precetti della religione cristiana, la prima, la seconda, la terza, e sempre risponderei: ‘Umiltà’”.  Questa parabola parla di umiltà. Agostino diceva: “Vuoi essere un grande? Comincia con l’essere piccolo. Vuoi erigere un edificio che arrivi fino al cielo? Costruisci prima le fondamenta dell’umiltà”. Prima di tutto vediamo:

Luca 14:7-11: La parabola del posto di onore.

Luca 14:7-11: La parabola del posto di onore. "Quando a un certo oratore gli veniva chiesto qual era la regola principale dell'eloquenza, rispondeva: ‘Consegna’. Qual era la seconda regola: ‘Consegna’. Qual era la terza regola: ’Consegna’. Quindi se mi chiedi dei precetti della religione cristiana, la prima, la seconda, la terza, e sempre risponderei: ‘Umiltà’”.  Questa parabola parla di umiltà. Agostino diceva: “Vuoi essere un grande? Comincia con l’essere piccolo. Vuoi erigere un edificio che arrivi fino al cielo? Costruisci prima le fondamenta dell’umiltà”. Prima di tutto vediamo:

Matteo 6:13: Non ci mettere nelle condizioni di essere tentati.

Matteo 6:13: Non ci mettere nelle condizioni di essere tentati. “E non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno”. Gesù dirà ai tre discepoli che lo accompagneranno nel Giardino del Getsemani poco prima del Suo arresto e morte: “Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Matteo 26:41). “Esporre” (eisenenkÄ“s) è portare, condurre, si riferisce al fatto che qualcuno entri in un evento, o in una condizione, come per esempio lo Spirito di Dio condusse Gesù nel deserto per essere tentato (Matteo 4:1-11). “Tentazione” (peirasmos) si riferisce all’istigazione a peccare, o alle circostanze in cui il male è difficile da resistere, alla nostra vulnerabilità e alla debolezza nel peccare.

La parabola del fico infruttuoso (Luca 13:6-9).

Luca 13:6-9: La parabola del fico infruttuoso. George Whitefield ha scritto nel suo diario che durante il suo primo viaggio in Georgia, il cuoco della nave aveva il brutto vizio di bere. Quando il cuoco fu rimproverato per questo e altri peccati, disse in modo arrogante che sarebbe stato peccatore fino agli ultimi due anni della sua vita e poi si sarebbe ravveduto. Whitefield aggiunse che, dopo sei ore che il cuoco fece questa dichiarazione arrogante, morì di una malattia legata al suo bere. Nel contesto vediamo che Gesù richiama al ravvedimento dai peccati, chi non si ravvede perirà! (Luca 13:1-5). L'avvertimento di questa parabola è: può esserci un periodo di misericordia e di pazienza di Dio, ma c'è un limite di tempo; ora è il momento di pentirsi prima che sia troppo tardi.

Luca 13:6-9: La parabola del fico infruttuoso.

Luca 13:6-9: La parabola del fico infruttuoso. George Whitefield ha scritto nel suo diario che durante il suo primo viaggio in Georgia, il cuoco della nave aveva il brutto vizio di bere. Quando il cuoco fu rimproverato per questo e altri peccati, disse in modo arrogante che sarebbe stato peccatore fino agli ultimi due anni della sua vita e poi si sarebbe ravveduto. Whitefield aggiunse che, dopo sei ore che il cuoco fece questa dichiarazione arrogante, morì di una malattia legata al suo bere. Nel contesto vediamo che Gesù richiama al ravvedimento dai peccati, chi non si ravvede perirà! (Luca 13:1-5). L'avvertimento di questa parabola è: può esserci un periodo di misericordia e di pazienza di Dio, ma c'è un limite di tempo; ora è il momento di pentirsi prima che sia troppo tardi.

Matteo 6:12: Chi è stato perdonato da Dio perdona gli altri!

Matteo 6:12: Chi è stato perdonato da Dio perdona gli altri! “Rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori”. In questa richiesta di preghiera, il primo aspetto che vediamo è quello di chiedere perdono a Dio per i nostri peccati.  Il peccato è un debito morale e spirituale a Dio che deve essere pagato. Questa richiesta si riferisce alla consapevolezza dei nostri peccati davanti a Dio come nostro Padre e non come giudice, perché i credenti hanno sperimentato per sempre il perdono di Dio come giudice nel momento in cui si sono affidati a Gesù (Romani 8:1,33-34). Ma abbiamo bisogno che i nostri peccati siano perdonati quotidianamente (Cfr. Giovanni 13:10). Infatti, anche il più spirituale dei cristiani pecca, e nonostante è perdonato da tutti i suoi peccati, passati, presenti e futuri, grazie al sacrificio di Gesù per fede (per esempio Atti 10:43; Romani 3:25; Efesini 1:7), è chiamato a confessarlo e a chiedere perdono al Padre, nel momento in...

L’atteggiamento per un risveglio (2 Cronache 7:14).

L’atteggiamento per un risveglio: 2 Cronache 7:14. Dopo il discorso e la preghiera di Salomone, la gloria del Signore riempì il tempio, poi il re e tutto il popolo offrirono dei sacrifici al Signore.  Le parole del v.14, sono una parte della risposta del Signore alla preghiera di Salomone; il Signore ha esaudito la sua preghiera e gli comunica che il tempio, da lui costruito, è stato scelto come casa di sacrifici, e Dio sarà attento alle preghiere del popolo offerte nel tempio (2 Cronache 7:12-16). Ora questo versetto, è stato usato riguardo il risveglio; il risveglio nasce nella chiesa e si diffonde nel resto della società. Oggi ci rendiamo conto, vista la situazione della chiesa e della società, che è necessario un risveglio, infatti molte chiese locali sono in letargo, e l’immoralità, l’idolatria, è dilagante nella società. Il risveglio è l’opera di Dio che visita il suo popolo ripristinandolo, rianimandolo, versando su di esso la Sua benedizione, e da qui si al...

2 Cronache 7:14: L’atteggiamento per un risveglio.

2 Cronache 7:14: L’atteggiamento per un risveglio. Dopo il discorso e la preghiera di Salomone, la gloria del Signore riempì il tempio, poi il re e tutto il popolo offrirono dei sacrifici al Signore.  Le parole del v.14, sono una parte della risposta del Signore alla preghiera di Salomone; il Signore ha esaudito la sua preghiera e gli comunica che il tempio, da lui costruito, è stato scelto come casa di sacrifici, e Dio sarà attento alle preghiere del popolo offerte nel tempio (2 Cronache 7:12-16). Ora questo versetto, è stato usato riguardo il risveglio; il risveglio nasce nella chiesa e si diffonde nel resto della società. Oggi ci rendiamo conto, vista la situazione della chiesa e della società, che è necessario un risveglio, infatti molte chiese locali sono in letargo, e l’immoralità, l’idolatria, è dilagante nella società. Il risveglio è l’opera di Dio che visita il suo popolo ripristinandolo, rianimandolo, versando su di esso la Sua benedizione, e da qui si al...

La preghiera di attesa per il risveglio (Atti 1:14)

La preghiera di attesa per il risveglio (Atti 1:14)  La storia dei risvegli ci dice che molti sono nati dalla preghiera. Per esempio Ken Terhoven scrive: “Nel 1857 Jeremiah Lanphier si presentò al suo appuntamento con la ‘Chiesa Riformata Olandese’ come missionario cittadino della città di New York. La chiesa stava soffrendo di una perdita di membri, freddezza e apatia. Preoccupato dai bisogni della chiesa e della città, egli decise di invitare altri a condividere il suo peso e a organizzare un incontro di preghiera a mezzogiorno che si tenesse una volta a settimana. Il 23 settembre 1857 solo sei persone vennero a pregare. Il mercoledì seguente ne vennero venti. Durante la settimana successiva c’erano quaranta intercessori e nel giro di sei mesi diecimila persone erano riunite per pregare in ciascun edificio disponibile. In due anni un milione di convertiti furono aggiunti alla chiesa senza che la maggior parte di loro avesse mai sentito un sermone. Le preghiere continuarono f...