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Introduzione alla Bibbia: Ispirazione

Introduzione alla Bibbia. Ispirazione La parola ispirazione biblicamente è diversa dal modo come si intende oggi. Oggi viene usata per esempio che un pittore vede un tramonto e fa un quadro, o che il poeta vede una bella ragazza e fa una poesia, nel senso biblico è diverso. Il significato, quindi, non è che Dio soffiò negli scrittori, né che egli in qualche modo respirava negli scritti da dare loro un carattere speciale, ma che ciò che è stato scritto dagli autori umani è stato espirato da Dio. Egli ha parlato attraverso di loro. Erano i suoi portavoce.  Per ispirazione si intende l'influenza esercitata di Dio su gli scrittori della Bibbia, permettendo loro di trasmettere la rivelazione di se stesso in forma scritta. Nella redazione dei manoscritti originali, lo Spirito Santo ha guidato gli autori sia nei concetti e sia nelle parole senza per questo annientare o sostituire la loro personalità e la loro cultura.  Nelle Scritture troviamo il divino e l’umano come in Gesù! ...

Introduzione alla Bibbia: Rivelazione

Introduzione alla Bibbia. Rivelazione Tutto quello che noi conosciamo del cristianesimo è stato rivelato a noi da Dio.  Il termine rivelazione deriva dal latino "revelatio" che significa scoprimento.  La parola ebraica per rivelare è "galah", invece una parola greca comune per "rivelare" è "apokalypto".  Rivelare esprime sia l'idea della scoperta e anche quello che era nascosto.  Così rivelazione indica svelare qualcosa di nascosto, in modo che possa essere visto e conosciuto per quello che è; vuol dire svelare rimuovendo un velo da qualcosa che era celato. L’idea, dunque è di rendere le cose oscure chiare, portare alla luce cose nascoste, affinché la persona a cui è rivolto il messaggio possa vedere, sentire, percepire, capire e conoscere. Per quanto riguarda Dio, indica che svela se stesso, si fa conoscere.  Giorgio Girardert scriveva: “Tutto il messaggio biblico è fondato sul presupposto che Dio esiste, ma è inaccessibile, c...

Introduzione alla dottrina della Bibbia

Introduzione alla dottrina della Bibbia Che cosa è la Bibbia?  La Bibbia non è semplicemente un libro, è il libro dei libri per l’importanza dei suoi soggetti, per la grandezza del suo rango, per la maestà del suo Autore. La Bibbia si trova in alto come il cielo al di sopra della terra.  La parola “Bibbia” deriva da una parola greca “biblion” che significa libro o rotolo. Il nome deriva dalla parola greca “Byblos”, che indicava la corteccia interna del papiro che cresceva nelle paludi o negli argini dei fiumi, soprattutto lungo il Nilo. Il materiale che si usava per scrivere, appunto era fatto dalla pianta del papiro. La forma plurale “biblia”, libri, quindi Bibbia, cominciò a essere usata dai cristiani di lingua latina per indicare tutti i libri dell’Antico e del Nuovo Testamento. La Bibbia è composta da sessantasei libri. Sono inclusi libri contenenti leggi, come il Levitico e Deuteronomio; libri storici, come Esdra e Atti; libri poetici, come i Salmi e l’Ecclesiaste;...

Matteo 6:11: Dacci il nostro pane quotidiano.

Matteo 6:11: Dacci il nostro pane quotidiano.  Dopo i tre soggetti di preghiera incentrati su Dio, che ci indicano che va messo sopra ogni cosa non dimenticando la Sua gloria, Gesù nel suo insegnamento sulla preghiera, passa al soggetto dei nostri bisogni primari.  Andiamo, dunque a Dio portando i nostri bisogni, ma lo facciamo dopo aver considerato Dio, così non saremo arroganti, disperati e nemmeno ansiosi.  Nella società moderna dei paesi ricchi, dove il cibo è pianificato e assicurato anticipatamente, la dipendenza quotidiana da Dio è lontana dalla nostra esperienza, ma in molte altre parti del mondo oggi, come nel contesto dove visse Gesù, non era così.  Lo stile di vita di molti lavoratori era precario, vivevano alla giornata, venivano pagati un giorno alla volta e saltare un giorno di lavoro, significava avere seri problemi.  Anche per Gesù e per i suoi discepoli durante la loro missione itinerante, la fornitura quotidiana dei bisogni m...

Matteo 6:10: Sia fatta la volontà di Dio.

Matteo 6:10: Sia fatta la volontà di Dio. Questo soggetto di preghiera è molto abusato, ma se molte persone la capissero realmente, avrebbero difficoltà a recitarla!  Josè M.Martinez a proposito questa richiesta di preghiera scrive: “In chi la medita nel modo dovuto, genera pensieri al tempo stesso inquietanti e salutari. Inquietanti perché producono una scossa fortissima nella nostra volontà, che è la parte più rilevante della nostra personalità. Salutari perché aprono la strada alla meta suprema dell’essere umano: vivere conformemente ai sublimi piani che Dio ha per lui”.

Matteo 6:10: Venga il Regno di Dio.

Matteo 6:10: Venga il Regno di Dio. Qualcuno ha detto: “L'unico regno che prevarrà in questo mondo è il regno che non è di questo mondo”. Questo ovviamente si riferisce al regno di Dio! Il regno di Dio sopravvive alla dissoluzione di tutti i regni e di questo mondo. Così, la cosa più importante da dire sul regno di Dio è che è il regno di Dio.  Il regno di Dio è esaltato al di sopra dei regni degli uomini e del regno spirituale ed è infinitamente superiore a loro. Secondo la testimonianza dei primi tre Vangeli, la proclamazione del regno di Dio era il messaggio centrale di Gesù (Matteo 4:23). Questo è il secondo soggetto di preghiera del Padre nostro.  La preghiera “venga il tuo regno” ha due significati.

Matteo 6:9: Sia santificato il nome di Dio.

Matteo 6:9: Sia santificato il nome di Dio. “Sia santificato il tuo nome”. Questo è il primo soggetto di preghiera del “Padre nostro”.  Molte persone pensano che il proprio io, sia più importante di tutti e di tutto. Pur di soddisfare i propri desideri sono disposti a tutto, e ostacolano ciò che impedisce la loro individualità, o usano coloro che in qualche modo possono essere strumenti per raggiungere i loro desideri, progetti, interessi… vedono gli altri come risorse. Queste persone sono egocentriche, si credono al centro del mondo, cioè hanno come l’unico punto di riferimento se stesse, e cercano di riportare tutto a sé, a interessarsi alle persone e alle cose nella misura in cui ne possono trarre vantaggio. Quindi sono anche egoiste, hanno un attaccamento eccessivo a se stessi tanto da ricercare esclusivamente il proprio piacere e interesse personale. Purtroppo si può essere egocentrici ed egoisti anche con Dio quando lo cerchiamo per soddisfare i nostri ...

Matteo 6:9: Ciò che dobbiamo ricordare!

Matteo 6:9: Ciò che dobbiamo ricordare! Il volto del presidente turco Cemal Gursel (1895-1966) era raggiante, orgoglioso, mentre si allontanava, con un autista al volante, dal palazzo del parlamento di Ankara, con la prima auto prodotta in Turchia. Ma cento metri più avanti, il presidente smise di sorridere, mentre il motore tossiva e si spegneva; il motivo: avevano dimenticato di mettere la benzina!!  Ci sono aspetti riguardo Dio molto importanti che non dobbiamo mai dimenticare, che dobbiamo sempre ricordare, sia per la preghiera e sia per la vita cristiana. Uno di questi aspetti lo troviamo in questa invocazione del “Padre nostro”. Gesù dice: “Voi dunque pregate così: ‘Padre nostro che sei nei cieli’”. Martyn Lloyd Jones scriveva: “La preghiera, senza alcun dubbio, è l’attività più sublime dell’animo umano. L’uomo tocca l’apice quando, in ginocchio, sta faccia a faccia con Dio”. Gesù nel “Padre nostro” insegna ai Suoi discepoli come pregare.  Ora, que...

Abacuc 3:16-19: La fede di Abacuc

Abacuc 3:16-19: La fede di Abacuc Questi ultimi versi di Abacuc contengono alcune delle parole più belle e profonde mai state scritte.  James Montgomery Boice ha scritto: “Che cosa rende questo capitolo, e in particolare i versi finali, così forte? Secondo me è il modo coraggioso in cui Abacuc abbraccia tutte le calamità che può immaginare e tuttavia trionfa su di loro nella conoscenza e nell'amore del suo Salvatore”.  Nella parte finale del suo salmo di preghiera, Abacuc esprime nuovamente i propri pensieri e sentimenti come aveva fatto all'inizio del capitolo (Abacuc 3:2).  In questi versetti vediamo come il profeta ha reagito alla rivelazione di Dio su quello che accadrà attorno a lui.  Il suo non è un atteggiamento di rassegnazione, né è un tentativo di nascondersi da ciò che accade intorno a lui.  Non cerca di raccogliere da sé le risorse morali, o psicologiche necessarie per far fronte a una situazione drammatica.  Abacuc si concentra su chi è Dio in ...

La parabola del figliol prodigo (Luca 15:11-32).

La parabola del figliol prodigo (Luca 15:11-32). Un uomo si era perduto nel deserto e si trascinava da due giorni sulla sabbia infuocata. Era ormai giunto allo stremo delle forze, improvvisamente vide davanti a sé uno che dava cravatte, ma il povero uomo aveva bisogno di acqua. Così quell'uomo cercò di dare una cravatta all’assetato, ma questi rifiutò. Verso sera, il viaggiatore assetato, strisciando sulla sabbia, alzò la testa e rimase allibito: era nel piazzale di un lussuoso ristorante, con il parcheggio pieno di macchine lussuose. L’uomo barcollando va vicino alla porta cercando di entrare, chiedendo acqua, ma il portiere rispose: “ Desolato signore qui non si può entrare senza cravatta”. Molte persone sono perdute, lontane da Dio, vagano nel deserto, Dio da loro una soluzione per la loro salvezza dai peccati, ma da alcuni non è presa in considerazione perché sembra una soluzione strana, assurda o troppo semplice. In questa parabola vediamo che il padre rappresenta D...