Post

Aggeo 2:1-3: Un paragone sconfortante.

Aggeo 2:1-3: Un paragone sconfortante. Il primo capitolo di Aggeo, si conclude con lo zelo del popolo ripristinato, e l’inizio dei lavori di ricostruzione del tempio iniziato il ventiquattresimo giorno del sesto mese (Aggeo 1:15).  Ma questo capitolo si apre dicendoci che meno di un mese dopo, il ventunesimo giorno del settimo mese, la situazione è cambiata di nuovo. Lo spirito zelante era evaporato e aveva lasciato il posto a un'aria di sconforto e depressione. Questi versetti fanno parte del secondo messaggio di Aggeo che termina al v.9. I vv.1-3 ci fanno capire che il popolo è scoraggiato a causa del confronto tra la gloria del tempio prima dell’esilio e il suo attuale stato. I vv.4-9 invece ci parlano dell’incoraggiamento a continuare a lavorare nella ricostruzione del tempio considerando la presenza di Dio, e quindi le Sue promesse future che riguardano la gloria del tempio. Dunque, i vv.1-3 ci parlano dello scoraggiamento che ha toccato la popolazione...

Giovanni 15:1-8: Gesù è la vera vite.

Giovanni 15:1-8: Gesù è la vera vite. Noi in questi versetti vediamo che Gesù è la vera vite, e i credenti, i Suoi discepoli sono i tralci, chiamati a portare frutto per la gloria di Dio. Senza l’unione con Gesù Cristo, questo non sarà possibile, perché dipendiamo da Gesù per portare frutto nella vita cristiana! Noi, in questi versetti, vediamo i simboli, il sistema e lo scopo. Cominciamo a vedere: I I SIMBOLI (vv.1,5). Prima di tutto troviamo: A)La vera Vite (vv.1,5). Noi al v.1 leggiamo: “Io sono la vera vite”. Così nel v.5 è scritto: “Io sono la vite”. Il pronome “Io” è enfatizzato.  Così anche “vera”, infatti nel greco è messa in enfasi, quindi “Io sono la vite vera”.  Questo è l’ultimo dei sette detti di Gesù che iniziano con “Io sono” (Giovanni 6:35; 8:12; 10:7,9, 11,14; 14:6; 15:1,5). Gesù è la vera vite che porta frutto (v.1).  La vite non è una pianta ornamentale,  esiste per dare i suoi frutti. “Vera” (alÄ“thi...

Giovanni 14:6: Gesù l’unico modo per avvicinarsi a Dio.

Giovanni 14:6: Gesù l’unico modo per avvicinarsi a Dio. Gesù non è una via, una verità e una vita!  Gesù è la via, la verità e la vita!  Non ci sono altre vie o modi per essere condotti a Dio.  Dopo aver fatto il lavaggio dei piedi ai Suoi discepoli, durante l’ultima cena (Giovanni 13:1-17), Gesù annunzia alcune verità sconvolgenti: uno di loro lo avrebbe tradito, Egli stava per lasciarli e Pietro lo avrebbe rinnegato. Presto i discepoli avrebbero visto che il loro Maestro sarebbe stato portato via, processato e crocifisso.  La loro fede sarebbe stata messa duramente alla prova, e quindi si sarebbero scoraggiati, così Gesù li consola dicendo di non essere turbati, di avere fede in Dio e in Lui perché và a preparare un luogo per loro e poi ritornerà e li accoglierà presso di Lui. Tommaso gli disse che non conoscono dove Gesù sta andando e chiede come possono sapere la via ed ecco che “Gesù gli disse: 'Io sono la via, la verità e la vita; nessuno...

Giovanni 11:25-26: Gesù è la resurrezione e la vita.

Giovanni 11:25-26: Gesù è la resurrezione e la vita. Joseph Fort Newton, un ministro battista vissuto tra il 1880 e il 1950 nella sua autobiografia “River of Years”, descrisse drammaticamente il giorno in cui, da piccolo, guardò per la prima volta in una tomba aperta. Era la sepoltura di suo padre. La neve giaceva a terra. Soffiava un forte vento e un fuoco ardeva a pochi metri di distanza. Sebbene troppo piccolo per comprendere appieno ciò che vedeva e sentiva, il giovane Joseph Newton sapeva nel suo cuore che qualcosa di forte era successo. Stava vicino a sua madre, stringendole la mano. Con grande sincerità, il vecchio ministro della cittadina lesse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai”. (Giovanni 11:25 -26). Riflettendo sull'esperienza, Newton dichiarò: “Non dimenticherò mai il potere di quelle parole. Era come se una Mano grande e gentile, più forte della mano dell'uomo e più tenera ...

Giovanni 10:1-6,11-18: Gesù è il buon pastore.

Giovanni 10:1-6,11-18: Gesù è il buon pastore. Giovanni 10 è un capitolo molto amato dai cristiani perché parla che Gesù è il Buon Pastore che si prende cura delle Sue “pecore”, dei Suoi discepoli.  Nel Nuovo Testamento Gesù Cristo è chiamato anche il “Grande Pastore” (Ebrei 13:20-21), e il “Supremo Pastore” (1 Pietro 5:4).  L'Antico Testamento spesso immagina Dio come il pastore di Israele, che guida e protegge il suo popolo (Salmo 78:52–54; 79:13; 80:1; 95:7; 100:3). Come un pastore, Dio nutre il suo gregge, raccoglie gli agnelli, li porta delicatamente e li conduce (Isaia 40:11; Geremia 23:3–4; Ezechiele 34:11–16; Zaccaria 10:3). In questi versetti vediamo: I IL BUON PASTORE HA UNA RELAZIONE INTIMA CON LE SUE PECORE (vv.1-6).  Per capire bene questo testo è importante conoscere l’ambiente dove si svolge la vicenda che racconta Gesù.  Ci troviamo in un piccolo villaggio giudaico, dove la maggior parte delle famiglie possedeva delle pecore....

Giovanni 10:9-10: Gesù è la porta.

Giovanni 10:9-10: Gesù è la porta. Un soldato romano andò da Giulio Cesare chiedendo il permesso di suicidarsi. Era una persona infelice e disperata, senza vitalità. Cesare lo guardò e gli disse: “Uomo, sei mai stato veramente vivo?" Chi è veramente vivo, gli piace vivere! Senza Gesù non c’è la vera vita! Quando sperimentiamo veramente Gesù, arriva una nuova vitalità, una sovrabbondanza di vita.  Solo quando viviamo con Cristo la vita diventa veramente degna di essere vissuta e iniziamo a vivere nel vero senso della parola. Nel contesto troviamo che Gesù sta facendo un’analogia che Lui è il buon pastore, in contrasto con i ladri e i briganti che pensano solo ai loro interessi  a scapito delle pecore, cioè i credenti, il Suo gregge, la Sua chiesa. Questi versetti rivelano che Gesù è la porta! 

Giovanni 8:12:Gesù è la luce del mondo.

Giovanni 8:12:  Gesù è la luce del mondo. Questo è il secondo dei sette detti di Gesù, in questo Vangelo, che iniziano con “Io sono” seguiti da un predicato che identifica, o definisce il soggetto  (Giovanni 6:35,48,51; 8:12; 10:7,9; 10:11,14; 11:25; 14:6; 15:1,5). Nei Vangeli vediamo che Gesù usa l'ordinario per parlare dello straordinario, il materiale per parlare dello spirituale, il temporale per parlare dell'eterno, la vita presente per parlare dell'aldilà, il terrestre per parlare del celeste, il limitato per parlare dell’illimitato, e il finito per parlare dell'infinito. Gesù ha parlato di se stesso con un linguaggio metaforico. La metafora è più che sostituire un termine, o paragonarlo con un altro secondo analogia, crea nuove intuizioni, trabocca di un sovrappiù di significato che ci spinge a ripensarci, portandoci a riflettere più profondamente, a pensare di più. Nelle parole del filosofo Paul Ricoeur: “La metafora introduce la scintilla d...

Giovanni 6:51: Gesù è il pane vivente.

Giovanni 6:51: Gesù è il pane vivente. Durante la seconda guerra mondiale, i tedeschi costrinsero molti ragazzini di dodici e tredici anni nella Junior Gestapo. Questi ragazzi sono stati trattati molto duramente e hanno svolto lavori disumani. Quando la guerra finì, la maggior parte aveva perso le tracce delle loro famiglie e vagava senza cibo o riparo. Come parte di un programma di aiuti alla Germania del dopoguerra, molti di questi giovani sono stati collocati in tendopoli. Qui medici e psicologi hanno lavorato con i ragazzi nel tentativo di ripristinare la loro salute mentale e fisica. Hanno scoperto che molti dei ragazzi si svegliavano nel mezzo della notte, urlando di terrore. Un medico ha avuto un'idea per gestire quella paura. Dopo aver dato un pasto abbondante ai ragazzi, li mise a letto con un pezzo di pane tra le mani, che fu loro detto di conservare fino al mattino. I ragazzi hanno poi dormito profondamente perché, dopo tanti anni di fame, hanno finalmente avuto la ce...

Matteo 20:25-28: La via della croce.

Matteo 20:25-28: La via della croce. Dai vv.17-28 vediamo un tema unico che riguarda “la teologia della croce”. Come vediamo nella Bibbia, la via della croce è al centro del cristianesimo, ed è la via per sperimentare la salvezza, la presenza e la potenza di Dio nella nostra vita (per esempio 1 Corinzi 1:17-18,23; Romani 6; Galati 2:20; Colossesi 3:8-14). La via della croce è la via della grandezza che dobbiamo ricercare.  Ma dobbiamo fare attenzione! Come diceva Tozer, ci sono due tipi di croce: quella nuova e quella vecchia, noi dobbiamo seguire quella vecchia! Benché i predicatori della “nuova croce” possono usare un linguaggio biblico, il contenuto e l’enfasi sono diverse dalla “vecchia croce”. La “nuova croce” non si oppone alla natura peccaminosa del “Vecchio Adamo” che è in noi: non parla di rinunciare al peccato, di umiltà, di morire a se stessi, anzi mette al centro il proprio io, il proprio piacere, il sentirsi bene, e si usa la fede in Gesù Crist...

La parabola del fariseo e del pubblicano (Luca 18:9-14)

 La parabola del fariseo e del pubblicano (Luca 18:9-14). Dal modo di pregare possiamo vedere che tipo di rapporto abbiamo con Dio! In questi versetti vediamo il tipo di rapporto di due uomini che hanno con Dio attraverso la loro preghiera!  L’enfasi della preghiera è il modo di porsi davanti a Dio, quindi deve essere fatto con l’umiltà e Dio ci approverà! Noi in questa parabola vediamo che Dio approva la preghiera fatta con umiltà e non quella fatta con orgoglio, vale a dire colui, che vuole essere ascoltato per i propri meriti, che confida nelle proprie opere! Il brano quindi è polemico contro l’arroganza, l’orgoglio e incoraggia l’umiltà.  Vediamo la motivazione e lo scopo della parabola per “certuni che erano persuasi di essere giusti e disprezzavano gli altri” (v.9). “Persuasi” (pepoithotas- perfetto attivo participio), allude a uno stato di convinzione, una fiducia in se stessi, che risiede nella persona e questa non va via (cfr. Luca 11:2...