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Salmo 27:4: Il desiderio più grande.

Salmo 27:4: Il desiderio più grande.  Il genere umano ricerca la felicità, e molti pregano per questo.  Ma che cosa porta alla felicità?  Per molti è la comodità, i piaceri della vita, le ricchezze, le cose materiali, ma queste cose sono solo fugaci, o una volta raggiunte non danno la felicità tanto agognata perché manca ciò che è più importante per noi per cui siamo stati creati (Romani 11:36): il Dio della Bibbia da cui provengono tutte le cose, da cui dipendiamo per vivere (per esempio 1 Samuele 2:6-8).  Una persona è felice perché ha una relazione con Dio, gode della pienezza di Dio e pertanto ha una ricompensa da parte di Dio: l’approvazione di Dio, o come ha detto qualcuno, il sorriso di Dio (per esempio Matteo 5:1-12).  Così lo scopo primario della nostra vita sarà quello di contemplare la bellezza del Signore da cui provengono tutte le cose!  Avere Dio e avere tutto!  Dio è il bene supremo che dobbiamo ricercare!  ...

Aggeo 2:6-9: L’antidoto allo scoraggiamento (2)

Aggeo 2:6-9: L’antidoto allo scoraggiamento (2) Nei vv.1-3 abbiamo visto lo scoraggiamento del popolo ai tempi di Aggeo. Nei vv.4-5 l’antidoto a superare lo scoraggiamento: la promessa contemporanea della presenza di Dio e del Suo Spirito. Nei vv.6-9 vediamo che l’antidoto allo scoraggiamento riguarda le promesse sulle future condizioni del tempio, quindi vediamo le motivazioni per servire il Signore e superare lo scoraggiamento. La certezza della presenza di Dio e del Suo Spirito, dovrebbero essere sufficienti a essere forti, a mettersi all’opera e a non temere nel ricostruire il tempio. Ma il Signore aggiunge un ulteriore motivo e incoraggiamento che riguarda le promesse future. Dio farà valere la Sua sovranità,  provvederà al completamento dei suoi propositi e che alla fine darà una gloria ancora maggiore al tempio in costruzione rispetto a quello di Salomone. Non dobbiamo fare l’errore di confrontarci solo con il passato e basta, certo dobbiamo guarda...

Aggeo 2:4-5: L’antidoto allo scoraggiamento (1)

Aggeo 2:4-5: L’antidoto allo scoraggiamento (1) Quando si parla di “antidoto”, si parla di una sostanza che è capace di neutralizzare l'azione di un dato veleno sull'organismo, e in senso figurato significa rimedio in generale. Il 13 Luglio del 2019 un antidoto partito da Pavia dal “Centro nazionale antiveleni Maugeri” ha salvato la vita a un 50enne di Barletta punto da una da un ragno della specie "vedova nera".  L'uomo è stato punto dal ragno alla gamba mentre stava lavorando in un giardino in campagna.  La puntura gli ha provocato sudore, convulsioni, dolori articolari, muscolari e all'addome, aggravando ora dopo ora la situazione, fino a quando il 50enne è finito in una situazione definita “critica”. Una volta accertati i sintomi, l'ospedale di Barletta si è rivolto al Centro nazionale antiveleni Maugeri di Pavia, che dopo una diagnosi per avvelenamento, ha inviato in tempi brevi l’antidoto specifico contro questo tipo di punture. In poche...

Aggeo 2:1-3: Un paragone sconfortante.

Aggeo 2:1-3: Un paragone sconfortante. Il primo capitolo di Aggeo, si conclude con lo zelo del popolo ripristinato, e l’inizio dei lavori di ricostruzione del tempio iniziato il ventiquattresimo giorno del sesto mese (Aggeo 1:15).  Ma questo capitolo si apre dicendoci che meno di un mese dopo, il ventunesimo giorno del settimo mese, la situazione è cambiata di nuovo. Lo spirito zelante era evaporato e aveva lasciato il posto a un'aria di sconforto e depressione. Questi versetti fanno parte del secondo messaggio di Aggeo che termina al v.9. I vv.1-3 ci fanno capire che il popolo è scoraggiato a causa del confronto tra la gloria del tempio prima dell’esilio e il suo attuale stato. I vv.4-9 invece ci parlano dell’incoraggiamento a continuare a lavorare nella ricostruzione del tempio considerando la presenza di Dio, e quindi le Sue promesse future che riguardano la gloria del tempio. Dunque, i vv.1-3 ci parlano dello scoraggiamento che ha toccato la popolazione...

Giovanni 15:1-8: Gesù è la vera vite.

Giovanni 15:1-8: Gesù è la vera vite. Noi in questi versetti vediamo che Gesù è la vera vite, e i credenti, i Suoi discepoli sono i tralci, chiamati a portare frutto per la gloria di Dio. Senza l’unione con Gesù Cristo, questo non sarà possibile, perché dipendiamo da Gesù per portare frutto nella vita cristiana! Noi, in questi versetti, vediamo i simboli, il sistema e lo scopo. Cominciamo a vedere: I I SIMBOLI (vv.1,5). Prima di tutto troviamo: A)La vera Vite (vv.1,5). Noi al v.1 leggiamo: “Io sono la vera vite”. Così nel v.5 è scritto: “Io sono la vite”. Il pronome “Io” è enfatizzato.  Così anche “vera”, infatti nel greco è messa in enfasi, quindi “Io sono la vite vera”.  Questo è l’ultimo dei sette detti di Gesù che iniziano con “Io sono” (Giovanni 6:35; 8:12; 10:7,9, 11,14; 14:6; 15:1,5). Gesù è la vera vite che porta frutto (v.1).  La vite non è una pianta ornamentale,  esiste per dare i suoi frutti. “Vera” (alÄ“thi...

Giovanni 14:6: Gesù l’unico modo per avvicinarsi a Dio.

Giovanni 14:6: Gesù l’unico modo per avvicinarsi a Dio. Gesù non è una via, una verità e una vita!  Gesù è la via, la verità e la vita!  Non ci sono altre vie o modi per essere condotti a Dio.  Dopo aver fatto il lavaggio dei piedi ai Suoi discepoli, durante l’ultima cena (Giovanni 13:1-17), Gesù annunzia alcune verità sconvolgenti: uno di loro lo avrebbe tradito, Egli stava per lasciarli e Pietro lo avrebbe rinnegato. Presto i discepoli avrebbero visto che il loro Maestro sarebbe stato portato via, processato e crocifisso.  La loro fede sarebbe stata messa duramente alla prova, e quindi si sarebbero scoraggiati, così Gesù li consola dicendo di non essere turbati, di avere fede in Dio e in Lui perché và a preparare un luogo per loro e poi ritornerà e li accoglierà presso di Lui. Tommaso gli disse che non conoscono dove Gesù sta andando e chiede come possono sapere la via ed ecco che “Gesù gli disse: 'Io sono la via, la verità e la vita; nessuno...

Giovanni 11:25-26: Gesù è la resurrezione e la vita.

Giovanni 11:25-26: Gesù è la resurrezione e la vita. Joseph Fort Newton, un ministro battista vissuto tra il 1880 e il 1950 nella sua autobiografia “River of Years”, descrisse drammaticamente il giorno in cui, da piccolo, guardò per la prima volta in una tomba aperta. Era la sepoltura di suo padre. La neve giaceva a terra. Soffiava un forte vento e un fuoco ardeva a pochi metri di distanza. Sebbene troppo piccolo per comprendere appieno ciò che vedeva e sentiva, il giovane Joseph Newton sapeva nel suo cuore che qualcosa di forte era successo. Stava vicino a sua madre, stringendole la mano. Con grande sincerità, il vecchio ministro della cittadina lesse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai”. (Giovanni 11:25 -26). Riflettendo sull'esperienza, Newton dichiarò: “Non dimenticherò mai il potere di quelle parole. Era come se una Mano grande e gentile, più forte della mano dell'uomo e più tenera ...