Post

Deuteronomio 4:39: Il Signore è Dio ovunque!

 Deuteronomio 4:39: Il Signore è Dio ovunque! “Sappi dunque oggi e ritieni bene nel tuo cuore che il SIGNORE è Dio lassù nei cieli, e quaggiù sulla terra; e che non ve n'è alcun altro”. Dal v.32 fino al v.38, Mosè descrive Dio come Creatore Sovrano e Salvatore potente e anche la Sua unicità, infatti le Sue azioni non hanno precedenti. Il popolo è invitato a ricercare anche nei tempi antichi per vedere se ci fosse stato qualcuno simile a Dio. Mosè fa una serie di domande. Sappiamo benissimo che fare le domande giuste è un'abilità importante per insegnare la verità, e dall’altra parte, per chi le ascolta, le domande sono importanti per far riflettere e imparare la verità. Questa serie di domande retoriche implicano una risposta negativa: “No!”

Giacomo 4:8: La conseguenza dell’avvicinarsi a Dio

  Giacomo 4:8: La conseguenza dell’avvicinarsi a Dio “Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi”. Di grande importanza è la risposta immediata e di grazia di Dio per coloro che si avvicinano a Dio. Se il peccatore si avvicina a Dio, Dio non sarà insensibile, Dio si avvicinerà al peccatore che si pente! (avvicinerà – engiei - futuro attivo indicativo). Questa meravigliosa promessa ci parla della grazia di Dio (cfr. Giacomo 4:6), la grazia di Dio restaura di nuovo la comunione dei cristiani. Come il padre del figliol prodigo (Luca 15:22-24), Dio è sempre pronto ad accogliere coloro che si ravvedono. Meravigliosamente, per quanto una persona possa essere lontana, o si è allontanata da Dio, dobbiamo sapere e credere che quando una persona torna, o ritorna a Dio, il suo rapporto con Dio è ristabilito, Dio perdona i nostri peccati.

Giacomo 4:8: Avvicinatevi a Dio!

  Giacomo 4:8: Avvicinatevi a Dio! "Avvicinatevi a Dio”. Continua ancora l’esortazione di Giacomo basato sulla sua preoccupazione per la vita spirituale dei suoi lettori. Il loro comportamento mondano, descritto molto bene nei versetti precedenti (Giacomo 3:14-4:1-5), li ha allontanati da Dio.  Ma cosa significa avvicinatevi a Dio?  Avvicinatevi a Dio indica la comunione. “Avvicinatevi” esprime l’azione positiva di avvicinarsi a Dio in contrasto con l’azione negativa del versetto precedente di resistere al diavolo. “Avvicinatevi a Dio” ricorda il rapporto dei servi di Dio che devono avere con Lui. “Avvicinatevi a Dio” ricorda ancora, l’idea dell’Antico Testamento di un sacerdote, o di Mosè che si avvicinano al Signore come menzionato in diversi versetti (Esodo 19:22; 24:2; Levitico 21:21, 23; Deuteronomio 16:16; Isaia 29:13; 58:2, 65:5; Ezechiele 40:46,Cfr. Ebrei 4:16; 7:19). Ricorda anche, le molte promesse profetiche che indicavano la conversione del popolo (2 Cronache ...

Apocalisse 1:8: Il Signore controlla la storia!

Apocalisse 1:8: Il Signore controlla la storia! In questo ultimo anno abbiamo visto e sentito persone anche credenti concentrarsi, come abbiamo fatto altre volte, sulla sofferenza, sul problema, sulla pandemia, ma noi dobbiamo concentrarci su Dio! In questi tempi di pandemia, ci sono tanti aspetti di Dio che ci possono confortare come la Sua sovranità, la Sua eternità e la Sua dinamicità. Il Signore, in questo periodo non è assente dalla storia degli uomini, anzi la sta guidando e preparando per il Suo ritorno. Questo versetto ci parla di:  I SOVRANITÀ DI DIO  Noi leggiamo: “’Io sono l'alfa e l'omega’, dice il Signore Dio’”.

Salmo 73:23-24: La certezza del credente

Salmo 73:23-24: La certezza del credente  La sezione che va dai vv. 23-27, sviluppa la certezza del Salmista che Dio è sempre lì, sempre al proprio fianco. Nella precedente predicazione abbiamo visto la consacrazione del credente, quindi la perseveranza e la priorità. Nei vv.23-24 si parla ancora della perseveranza dei credenti! I credenti come l’autore di questo salmo, Asaf, possono avere dei periodi di crisi, ma non perderanno definitivamente la fede e la salvezza perché sono sostenuti da Dio, Dio nel Suo piano li ha già salvati e fatti sedere nei luoghi celesti (cfr. per esempio Romani 8:29-30; Efesini 2:6). Molte persone quando pensano a Dio lo pensano come se fosse là chissà dove e non si prende cura degli uomini; pensano a Dio come un essere distaccato, indaffarato da qualche altra parte, ma Dio è con noi! È presente in modo dinamico e operativo! E come diceva John Wesley: “La cosa migliore è che Dio è con noi”.

Salmo 73:23,25: La consacrazione a Dio

 Salmo 73:23,25: La consacrazione a Dio Ciò che Dio vuole da una persona non è l’abilità, o il successo, Dio vuole l’intera persona, vuole la nostra completa consacrazione! Frances Ridley Havergal poetessa e scrittrice inglese (1836-1879) ha ricevuto Cristo quando era giovane, ma c’è voluto del tempo affinché capisse il segreto della vita cristiana. Lei diceva: “Avevo sperato che nel mio viaggio fosse stata raggiunta una specie di altopiano, dove avrei potuto camminare un po' nella luce, senza la successione stanca di roccia e fossato, rupe e palude, inciampando e lottando; ma mi sembra di essere tornata indietro in tutte le vecchie difficoltà del cammino, con molti aggravamenti peccaminosi. Penso che la grande radice del mio problema e della mia alienazione sia che non mi arrendo senza riserve a Dio; finché questo non sarà fatto non conoscerò pace. Ne sono sicura”. Questa scrittrice aveva lottato per molti anni, tra la tensione del consenso delle grandi folle di Londra che amava i...

2 Corinzi 4:18: La sofferenza non è per sempre!

 2 Corinzi 4:18: La sofferenza non è per sempre!  A causa del peccato, i nostri corpi anche quelli più forti e più belli, sono soggetti a malattie, a infezioni, a tosse, a raffreddore, a dolori, e a sofferenze di vario genere, e a decadimento. Ma quando saremo glorificati, i nostri stessi corpi saranno perfetti, e non ci sarà nessuna traccia di peccato e di decadimento; ognuno di noi, se siamo veri cristiani, sarà glorificato! (cfr. per esempio Romani 8:29-30; 1 Corinzi 15:42-49; Filippesi 3:21). Paolo dopo aver parlato dei motivi per cui non dobbiamo essere scoraggiati quando soffriamo, e cioè perché il nostro uomo interiore si rinnova, e perché la sofferenza è un dono di Dio per non essere legati a questo mondo, ora ci dà un terzo motivo: la sofferenza non è per sempre per il cristiano, questo perché andrà alla presenza beata eterna di Dio, non così per l’incredulo!

2 Corinzi 4:17: La sofferenza è un dono di Dio per non essere legati a questo mondo

2 Corinzi 4:17: La sofferenza è un dono di Dio per non essere legati a questo mondo Riguardo la sofferenza A. W. Tozer disse: “La Bibbia ha molto da dire sulla sofferenza e la maggior parte è incoraggiante”. Dopo aver parlato della prima motivazione per cui non dobbiamo scoraggiarci, e cioè che l’uomo interiore si rinnova mentre il nostro uomo esteriore, il corpo fisico si consuma, ora Paolo dà la seconda motivazione: la sofferenza è un dono di Dio per non essere legati a questo mondo. Il 10 novembre 1942, dopo la vittoria nel deserto di El Alamein, il primo ministro britannico Winston Churchill disse: “Questa non è la fine. Non è nemmeno l'inizio della fine. Ma forse è la fine dell'inizio". Ogni giorno ci avviciniamo di più alla morte, ci stiamo avvicinando alla fine dell’inizio, infatti la fine di questa vita, per noi credenti, è la fine dell’inizio della nostra relazione con Dio in questa vita terrena. Ma non finisce tutto su questa terra e con la nostra morte!

2 Corinzi 4:16: La sofferenza rinnova l’uomo interiore

 2 Corinzi 4:16: La sofferenza rinnova l’uomo interiore Sembra che Aristotele abbia detto: “Non possiamo imparare senza dolore”. Anche il salmista ha detto: “È stata un bene per me l’afflizione subita, perché imparassi i tuoi statuti” (Salmo 119:71). I tempi di sofferenza sono tempi di insegnamento, tempi in cui possiamo imparare ciò che nei piaceri non possiamo capire! La sofferenza è produttiva nella vita del servo di Dio. Nei vv.16-18 vediamo una serie di contrasti che ci parlano della sofferenza e del beneficio della sofferenza: Uomo esteriore / uomo interiore (v. 16), disfacimento / rinnovamento (v.16), leggera / più grande, smisurato (v.17), momentaneo / eterno (vv.17-18), afflizione / gloria (v.17), cose che si vedono / cose che non si vedono (v.18). Paolo dai vv.16-18 parla di tre motivi per cui non essere scoraggiati:  1) La sofferenza rinnova l’uomo interiore 2) La sofferenza è un dono di Dio per non essere legati a questo mondo 3) La sofferenza non è per sempre Oggi...

Matteo 23:23-24: L’obbedienza parziale è ipocrisia

 Matteo 23:23-24: L’obbedienza parziale è ipocrisia Dopo aver partecipato a un culto in una chiesa, un dentista disse al pastore: "Non posso più frequentare la tua chiesa". Quando il pastore gli chiese il motivo, il dentista rispose: "Uno dei tuoi membri stava cantando lodi a Dio attraverso i denti che si è rifiutata di pagare".  Questa storia ci fa capire come possiamo essere ipocriti con un’obbedienza parziale: la domenica adoriamo il Signore e durante la settimana ci comportiamo come ci pare! La controversia di Gesù con le autorità ebraiche porta a una condanna delle pratiche "ipocrite" degli "scribi e Farisei", e a un solenne avvertimento di un prossimo giudizio (capitolo 23). L’occasione della condanna agli scribi e ai Farisei è iniziata al capitolo 22:41-46 in seguito a una domanda per provarlo chiedendogli quale fosse il gran comandamento nella legge, e da qui Gesù inizia un confronto con i Farisei sul Messia. Matteo riporta poi la condann...