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La parabola del medico (Luca 4:23-24).

 La parabola del medico (Luca 4:23-24). Iniziamo la nostra serie di predicazioni sulle parabole di Gesù. La prima parabola in sequenza di tempo, che la Scrittura registra, è proprio la parabola di questo testo, anche se qui la parola è stata tradotta con “proverbio”. La parola “proverbio” (parabolēn) è la stessa parola per indicare le parabole (greco parabolē, ebraico māshāl -parabola, confronto, illustrazione), copre una vasta gamma di significati (detto, motto scherzoso, similitudine, indovinello, proverbio, oracolo), qui ha una speciale applicazione per un proverbio preciso che comporta un confronto. Una parabola paragona un oggetto naturale con un oggetto spirituale, al fine di insegnare una verità teologica. A volte può prendere la forma di un proverbio come in questo caso. Noi vediamo in questa predicazione tre aspetti di questa parabola: il contesto della parabola, il contenuto della parabola, e la connessione alla parabola. Iniziamo con:

Prove sull’esistenza di Dio

Prove sull’esistenza di Dio Paul Little disse: “Tra le domande che esigono una risposta, nella vita umana, non ce ne una più profonda di quella circa l’esistenza o meno di Dio”.  Dio abita una luce inaccessibile che nessun uomo ha mai visto né mai può vedere (1 Timoteo 6:16), come possiamo essere sicuri che Dio esista veramente? La domanda è: Dio può essere provato, dimostrato? Quali sono le prove, gli argomenti per l’esistenza di Dio? Certo ci sono delle argomentazioni che dimostrano l’esistenza di Dio, ma l’esistenza di Dio non dipende dalle prove razionali, e la sua esistenza, come la verità della fede cristiana non dipende sulla base del successo, o del fallimento delle nostre argomentazioni. Nonostante ciò, gli argomenti non sono privi di significato, perché confermano la fede. Essi confermano ciò che la fede riconosce o sa riguardo l’esistenza di Dio, perciò le prove o argomentazioni razionali non sono inseparabili o indipendenti dalla fede. Quali prove abbiamo allora? Ved...

Le argomentazioni filosofiche riguardo l’esistenza di Dio.

Le argomentazioni filosofiche riguardo l’esistenza di Dio. Una cosa è presentare i fatti, un'altra è riceverli. Si racconta la storia di un principe birmano che ha avuto una conversazione, tanti anni fa, con un visitatore che veniva dall’Europa. Il visitatore disse al principe, che in Europa ci sono fiumi che d’inverno una persona ci può camminare sopra. Il principe non aveva mai visto il ghiaccio, o la neve e non aveva mai vissuto un giorno freddo, quindi non credeva al visitatore che stava dicendo la verità . Egli disse: " Anche se tutto il mondo mi dicesse questo, io non credo che una persona possa camminare su un fiume d’inverno”. I fatti erano stati presentati a lui, ma lui ha rifiutato di credere. Si possono presentare dei fatti riguardo a Dio, ma non significa che crederanno tutti coloro a cui, questi fatti, sono presentati. Ci sono alcune argomentazioni filosofiche riguardo l’esistenza di Dio.

Gli elementi essenziali della devozione a Dio.

Gli elementi essenziali della devozione a Dio. L’atteggiamento personale verso Dio che si traduce in azioni che gli sono gradite, nel Nuovo Testamento è chiamato: pietà, nel senso di devozione (eusebeia 1 Timoteo 2:2; 4:7-8; 6:3-6,11; Tito 1:1; 2 Pietro 1:3, 6-7; 3:11 ). La devozione non tocca solo le emozioni, non si riferisce solo alla preghiera e alla meditazione della Bibbia, elementi importanti della nostra spiritualità, ma è anche altro. La devozione è la vita donata a Dio (Romani 12:1), indica colui, o colei che non vive più secondo la propria volontà, i propri desideri, o il modo, le tendenze e il sistema di pensiero di questo mondo (Galati 2:20; 1 Giovanni 2:15-17). Ma vive secondo la volontà di Dio, che mette Dio sopra ogni cosa (Luca 14:25-27), che lo serve unicamente ed esclusivamente ogni giorno, in ogni aspetto della propria vita per la gloria di Dio (1 Corinzi 10:31). Dio è al centro dei suoi pensieri sempre, Dio è lo scopo della Sua vita (Filippesi 1:21). Tre sono...

Luca 1:18-25: L ’incredulità di Zaccaria.

Luca 1:18-25: L ’incredulità di Zaccaria. Horatius Bonar un predicatore scozzese vissuto nel 1800 riguardo l’incredulità disse: “In ogni incredulità ci sono queste due cose: una buona opinione di sé e una cattiva opinione di Dio”. Quando una persona è incredula, mette sé stesso prima di Dio, crede di più a sé stesso che in Dio. Certo anche noi credenti possiamo avere momenti d’incredulità, dubitiamo della Parola o delle promesse di Dio proprio come Zaccaria, e questo avviene perché guardiamo la nostra vita, gli altri e le circostanze, o le condizioni solo da un punto di vista umano e non da quello di Dio. In questa predicazione vediamo il pessimismo di Zaccaria, la punizione di zaccaria e la promessa mantenuta.

L’incredulità di Zaccaria (Luca 1:18-25).

                                                L’incredulità di Zaccaria (Luca 1:18-25). Horatius Bonar un predicatore scozzese vissuto nel 1800 riguardo l’incredulità disse: “In ogni incredulità ci sono queste due cose: una buona opinione di sé e una cattiva opinione di Dio”. Quando una persona è incredula, mette sé stesso prima di Dio, crede di più a sé stesso che in Dio. Certo anche noi credenti possiamo avere momenti d’incredulità, dubitiamo della Parola o delle promesse di Dio proprio come Zaccaria, e questo avviene perché guardiamo la nostra vita, gli altri e le circostanze, o le condizioni solo da un punto di vista umano e non da quello di Dio. Continuando il nostro studio biografico su Giovanni Battista abbiamo visto lo sfondo della sua nas...

Giacomo 5:19-20: Una parola conclusiva d’incoraggiamento.

Giacomo 5:19-20: Una parola conclusiva d’incoraggiamento. Nell'estate del 1989, un adolescente di Memphis divenne famoso come un eroe perché ha salvato una ragazza più grande di lui di quattro anni che stava per annegare. Questo ragazzo era sorpreso per l’attenzione su di lui dei mass-media. Un giornalista televisivo gli chiese i dettagli di come andarono i fatti, aspettandosi chissà quale risposta, lui semplicemente e con naturalezza rispose: "L'ho vista in piscina che stava annegando, mi sono buttato e lo tirata fuori dalla piscina ". La maggior parte di noi forse ci penserebbe due volte prima di tuffarsi in una piscina o di salvare qualcuno intrappolato dentro un’auto in fiamme per paura di farsi male. Purtroppo facciamo la stessa cosa per le cose spirituali, per quanto riguarda la salvezza dei peccatori, abbiamo paura di farci male: paura delle reazioni che ci trattino male. Ma Giacomo, sempre con un tono pastorale e amorevole- li chiama nuovamente “fratelli ...

Giacomo 5:16-18. La preghiera efficace.

                                                Giacomo 5:16-18. La preghiera efficace. J. Sidlow Baxter pastore e teologo (1903-1999) disse: “Gli uomini possono disprezzare i nostri appelli, rifiutare il nostro messaggio, opporsi ai nostri argomenti, disprezzare le persone, ma sono impotenti contro le nostre preghiere”. La preghiera e la risposta sono un pò misteriose per me, mi sfugge qualcosa, ma ciò che vediamo nella Bibbia che Dio ascolta le preghiere dei suoi, di chi gli appartiene.       Giacomo aveva parlato che possiamo pregare Dio sia quando siamo in uno stato gioioso e sia quando siamo in periodi difficili. Ci esorta a confessare i peccati e pregare gli uni per gli altri per essere guariti. Ora ci ricorda quale sia la p...

Giacomo 5:15-16. Le motivazioni per pregare.

Giacomo 5:15-16. Le motivazioni per pregare. Che cosa è la preghiera? La preghiera per dirla con le parole di David A. Hubbard: “La preghiera è la nostra dichiarazione di dipendenza da Dio”. Chi prega riconosce che ha bisogno di Dio, riconosce i propri limiti e necessità, riconosce che non è un supereroe, e perciò riconosce che ha bisogno di Dio e quindi prega. Nel sermone precedente abbiamo visto l’esistenza di un Dio per tutte le stagioni della nostra vita, lo possiamo cercare, pregare sia nei momenti allegri e sia nei momenti difficili come la sofferenza e la malattia. Giacomo, continua ancora il discorso sulla preghiera e ci dice in questi versetti quali sono le motivazioni per pregare nella circostanza di una persona malata. La prima motivazione è: 

Giacomo 5:13-14. Un Dio per tutte le stagioni!

                                           Giacomo 5:13-14. Un Dio per tutte le stagioni! Il passo di Giacomo 5:13-18, è stato ed è un campo di battaglia, dove i vari interpreti nel corso della storia l’hanno usato per affermare le loro convinzioni, per esempio i cattolici usano questo passo per sostenere la convinzione dell’estrema unzione. Oppure i guaritori di ogni genere l’hanno usato per insegnare che tutti i cristiani possono essere guariti attraverso la preghiera. Questo passaggio solleva una serie di difficili questioni interpretative. Comunque, oggi, in questa predicazione, vedremo in modo particolare l’esortazione alla preghiera. È tipico nelle sezioni finali delle lettere del Nuovo Testamento, concludere con l’esortazione a pregare (Romani 15:30-32; Efesini 6:18-20...