Fiducia: Dio – l’unico fondamento che non crolla
Fiducia: Dio – l’unico fondamento che non crolla
In un’epoca segnata da paure geopolitiche, fragilità economiche e polarizzazioni sociali, la fiducia emerge come risposta necessaria.
La fiducia – dal latino fides ¬¬ – ¬si manifesta su tre livelli: personale (in sé stessi), relazionale (negli altri) ed etico-sociale (nelle istituzioni).
È una parola antica eppure fragile. Oggi più che mai, minata da sfiducia, cinismo e paura. Ma proprio per questo è necessaria:
• Dove la sfiducia paralizza – la fiducia mobilita
• Dove la sfiducia divide – la fiducia unisce
• Dove la sfiducia uccide la speranza – la fiducia la fa rinascere
Possiamo interpretare la proposta di Treccani come un invito a riscoprirla come pratica quotidiana.
Ma ecco la domanda che cambia tutto: su cosa possiamo fondare una fiducia che non deluda?
La Bibbia ha una sola risposta: Dio stesso.
Prima di tutto consideriamo:
I DIO È LA ROCCIA: QUANDO TUTTO VACILLA, LUI RIMANE
“Riconosci dunque che il SIGNORE, il tuo Dio, è Dio: il Dio fedele, che mantiene il suo patto e la sua bontà fino alla millesima generazione verso quelli che lo amano e osservano i suoi comandamenti.” (Deuteronomio 7:9).
Viviamo in un mondo di sabbie mobili dove le istituzioni crollano, le relazioni si sgretolano e le certezze di ieri sono le illusioni di oggi.
In questa tempesta di instabilità, c’è una sola domanda che conta: dove appoggi il peso della tua vita?
Mosè ci fa capire in chi e perché: il Signore, il Dio fedele.
Charles Spurgeon affermò: “La fedeltà di Dio è la base su cui poggia tutta la nostra speranza per il tempo e per l’eternità. Se Dio non fosse fedele, tutte le promesse sarebbero prive di valore e la nostra fede sarebbe vanità.”
Mosè sta ricordando al popolo chi è Colui che devono obbedire e servire; non è un falso dio volubile che cade o fallisce.
Ma il Dio che è sempre fedele e affidabile. “Fino alla millesima generazione” non indica un numero specifico, ma un futuro incommensurabile.
La fedeltà di Dio al Suo patto è senza limiti e senza fine.
Il Suo popolo non deve mai temere che Dio non mantenga la Sua parte dell’accordo, perché Lui è fedelmente costante: si può sempre confidare che farà ciò che ha detto.
La parola ebraica, “fedele” (neʾĕmān), indica ciò che è saldo, inamovibile, essere affidabile e degno di fiducia, e mantiene la Sua promessa al punto da poter contare su di Lui.
Non è un aggettivo religioso: è un fondamento esistenziale. È la differenza tra galleggiare nelle tempeste e affondare nel panico.
Dio:
• Non è capriccioso come le emozioni umane
• Non è volubile come le mode culturali
• Non cambia idea come i leader politici
La fedeltà di Dio attraversa le generazioni che gli sono fedeli come un filo d’oro che non si spezza mai.
Nel Salmo 18:2 è scritto: “Il Signore è la mia ròcca, la mia fortezza, il mio liberatore; il mio Dio, la mia rupe, in cui mi rifugio, il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto rifugio.”
ROCCIA!
Non sabbia, e neppure argilla – non fondamenta che cedono al primo terremoto. Ma ROCCIA!
• Quando l’economia crolla – il Signore è la roccia!
• Quando le relazioni tradiscono – il Signore è la roccia!
• Quando la salute viene meno – il Signore è la roccia!
• Quando le certezze evaporano – il Signore rimane roccia!
J.I.Packer disse: “Se Dio non fosse immutabile, non ci potrebbe essere stabilità o sicurezza nella nostra relazione con Lui... Ma poiché Dio non cambia mai nel Suo essere, nei Suoi propositi, nelle Sue promesse o nella Sua bontà, possiamo contare completamente su di Lui.”
In Numeri 23:19 leggiamo: “Dio non è un uomo, da poter mentire, né un figlio d'uomo, da doversi pentire. Quando ha detto una cosa non la farà? O quando ha parlato non manterrà la parola?”
Questo oracolo fu pronunciato da Balaam al re Balak di Moab, che aveva chiamato il profeta per maledire Israele.
Ma Dio intervenne: gli Israeliti non potevano essere maledetti perché erano stati benedetti da Dio. Balak poteva provarci quante volte voleva, ma avrebbe fallito. Perché? Perché Dio non è come gli uomini che falliscono o mentono.
Qualunque cosa Dio dice avverrà, e le Sue promesse saranno realizzate!
Dio è immutabile! Il Dio di questo versetto è lo stesso Dio che serviamo oggi.
Serviamo un Dio che è sempre fedele, sempre veritiero, e mantiene sempre la parola.
In quel momento stava proteggendo il Suo popolo e loro non sapevano nemmeno che stava accadendo.
Quante volte pensiamo che Dio ci abbia abbandonati, quando in realtà ci sta proteggendo in modi che non possiamo nemmeno vedere?
Dio non mente mai e adempie sempre le Sue promesse.
Passiamo ora alla:
II TRAGEDIA DELLA FIDUCIA MAL RIPOSTA
“Non confidate nei príncipi, né in alcun figlio d’uomo, che non può salvare. Il suo fiato se ne va, ed egli ritorna alla sua terra; in quel giorno periscono i suoi progetti. Beato colui che ha per aiuto il Dio di Giacobbe e la cui speranza è nel Signore, suo Dio, che ha fatto il cielo e la terra, il mare e tutto ciò ch’è in essi; che mantiene la fedeltà in eterno” dice il Salmo 146:3-6.
La Bibbia non ci vende illusioni. Non ci dice “sii positivo e tutto andrà bene”.
Ci guarda negli occhi e ci dice una verità dura:
• Le persone deludono
• I leader falliscono
• Le istituzioni crollano
• I progetti falliscono
E con loro crollano i sogni di chi ci ha creduto, questo perché negli uomini, la volontà viene a mancare tanto spesso quanto la potenza. Non per cinismo, ma per realismo.
Daniel J. Estes lo esprime con bruciante chiarezza: “Gli esseri umani non sono in grado di garantire il proprio futuro, per non parlare del futuro di coloro che dipendono da loro. Gli esseri umani sono mortali e i loro impegni scadranno con loro.”
• Nessun uomo può firmare un assegno che la morte non possa annullare!
• Nessun leader può fare promesse che la tomba non possa vanificare!
• Nessun familiare, o amico può dare garanzie che la separazione non possa spezzare!
Questa è la realtà nuda e cruda dell’affidarsi all’uomo: siamo fragili e temporanei.
Solo chi riconosce la fragilità e la transitorietà umana può cercare l’UNICO fondamento solido che non delude mai: il Signore, il Creatore saggio e dalla potenza illimitata e assoluta che ha tutto sotto controllo!
Il Signore ha le capacità efficaci di soddisfare i bisogni del Suo popolo e si compiace di farlo perché è fedele per sempre.
Poiché il Signore è immutabile nella Sua creazione e nel Suo impegno, Egli fornisce un aiuto affidabile e una speranza per chi spera in Lui. Sono beati coloro che hanno Dio come aiuto, chi spera nel Signore.
Geremia profetizza in un momento drammatico per Giuda: il regno è sull’orlo del collasso, Babilonia minaccia alle porte, e il popolo cerca salvezza nelle alleanze politiche (con l’Egitto) invece che in Dio. Il profeta denuncia questa idolatria politica e spirituale.
“Maledetto l’uomo che confida nell’uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si allontana dal SIGNORE! Egli è come una tamerice nel deserto: quando giunge il bene, egli non lo vede; abita in luoghi aridi, nel deserto, in terra salata, senza abitanti.” (Geremia 17:5-6).
Confidare nell’uomo non significa che non dobbiamo mai fidarci delle persone, ma che non possiamo fare dell’uomo la nostra sicurezza al posto di Dio.
Fare della carne il suo braccio, indica appoggiarsi sulla forza umana. Il braccio è un’immagine biblica di forza e potere (cfr. per esempio Esodo 6:6; 15:16; Salmo 89:11; Isaia 51:9; 53:1).
“Carne” (bāśār), indica la fragilità e mortalità umana, e quindi incapace di padroneggiare con la propria forza le situazioni con cui si confronta.
Chi si appoggia sulla forza umana si appoggia su qualcosa di intrinsecamente debole e incerto.
A questo si aggiunge che il suo cuore si allontana dal Signore, vale a dire che non confida in Dio e rigetta la Sua sovranità e il patto con Lui: questo è il vero problema.
Confidare nell’uomo diventa peccato quando sostituisce Dio con altri.
Appoggiare tutto il peso della tua esistenza sulla forza umana è come scalare una montagna usando corde di ragnatela: sembrano resistenti finché non ci metti sopra il tuo peso.
“Maledetto” (ʾārûr) è una parola forte, vero? Ma è la verità.
Non è tanto Dio che ti condanna! Non è tanto Dio che maledice attivamente, ma è la persona che si pone volontariamente in una condizione di maledizione scegliendo di allontanarsi dalla fonte di vita.
Sei tu che scegli di costruire la tua casa dove la prossima alluvione la spazzerà via. È la conseguenza dannosa intrinseca di una scelta sbagliata.
Chi sostituisce la potenza divina con la debolezza umana è come chi costruisce la propria vita sulla sabbia delle promesse umane, o su una voragine. Non è questione di se crollerà, ma di quando crollerà.
“Maledetto” in questo caso è separarsi dalla fonte di vita, una vita senza frutto, vuota, sterile, arida, allontanarsi dalla benedizione.
Dall’altra parte sempre Geremia dice: “Benedetto l’uomo che confida nel Signore, e la cui fiducia è il Signore! Egli è come un albero piantato vicino all’acqua, che distende le sue radici lungo il fiume; non si accorge quando viene la calura e il suo fogliame rimane verde; nell’anno della siccità non è in affanno e non cessa di portar frutto” (Geremia 17:7-8).
Una persona che confida in Dio è benedetta (bārûk), cioè si trova in una condizione oggettiva di vita abbondante sotto il favore di Dio.
L’immagine suggerisce una persona che può sopportare le avversità della vita senza ansia ed è stabile e produttiva.
Ma ascolta il contrasto:
Vedi la metafora?
• Due alberi
• Stesso ambiente
• Stessa siccità
• Radici diverse
• Destini opposti: uno muore per la siccità mentre l’altro è irrigato alla sorgente.
La differenza è dove affondano le radici.
Un albero piantato lontano dall’acqua muore alla prima calura.
Un albero con radici nel fiume non si accorge nemmeno della siccità.
Dove sono le tue radici oggi?
• Nelle opinioni della gente che cambiano con il vento?
• Nell’economia incerta che periodicamente crolla?
• Nella tua forza che un virus o un batterio può spazzare via?
• Nel fiume inesauribile della fedeltà di Dio che attraversa i millenni senza prosciugarsi mai?
Perché, quando arriverà la siccità - e arriverà - solo chi è radicato in Dio rimarrà in piedi.
Dio non è un piano B quando il piano A fallisce. È l’unico piano che non può fallire.
Esploriamo ora:
III GESÙ: LA FEDELTÀ DI DIO CON UN VOLTO UMANO
“Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno” (Ebrei 13:8).
Quest’affermazione è stata fonte di forza e incoraggiamento per i cristiani di ogni generazione.
Questo versetto implica almeno tre verità: la divinità, l’immutabilità e la costante fedeltà di Cristo al Suo popolo.
È espressione dell’infallibile affidabilità di Colui che è il nostro Salvatore.
In un mondo dove tutto cambia ogni cinque minuti, dove le mode spirituali vanno e vengono, dove le verità di ieri sono gli “errori” di oggi, c’è una costante assoluta: Gesù Cristo.
• Non cambia
• Non si adatta
• Non fa compromessi
• Non aggiorna il Suo messaggio per renderlo più “accettabile”
“Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno” non è rigidità teologica: è l’affidabilità incarnata.
• Quando tutto intorno a te è caos – Lui è la bussola
• Quando tutto intorno a te è instabile – Lui è l’ancora
• Quando tutto intorno a te ti tradisce – Lui non ti abbandona mai
Questo significa che l’eternità e immutabile di Gesù Cristo implicano la Sua affidabilità incrollabile.
Le persone, anche i leader terreni della chiesa come scrive David L. Allen, “vanno e vengono. Vivono e muoiono. Tuttavia, Gesù vive per sempre, immutabile e non influenzato dalla mortalità o da qualsiasi altra cosa che gli impedisca di fornire guida, consiglio, incoraggiamento, forza e qualsiasi altra cosa possa essere necessaria al suo popolo.”
A questo possiamo aggiungere misericordia, grazia per le nostre mancanze.
Gesù Cristo è sempre presente con noi e non cambia mai!
F.F. Bruce diceva: “Il Suo aiuto, la Sua grazia, la Sua potenza, la Sua guida sono permanentemente a disposizione del Suo popolo; perché allora dovrebbero perdersi d’animo? Altri servono la loro generazione per volontà di Dio e poi se ne vanno; ‘ma egli, poiché rimane in eterno, ha il suo sacerdozio immutabile’ (Cfr. 7:24). Non ha mai bisogno di essere sostituito e nulla può essere aggiunto alla Sua opera perfetta.”
E ascolta questa verità sconvolgente: Paolo afferma: “Se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare sé stesso” (2 Timoteo 2:13).
Paolo non pronunciò queste parole per aprire la porta all’apostasia e alla disobbedienza, ma per lenire una coscienza turbata e incoraggiare a tornare a Dio.
Paolo sostenne la sua affermazione dichiarando che Gesù non può rinnegare o cambiare SÉ STESSO.
Questo versetto è una promessa magnifica e un conforto per i credenti che lottano nel loro cammino cristiano.
La verità è che noi veniamo meno a volte cadendo nella tentazione; tuttavia, Egli rimane fedele: non può rinnegare SÈ STESSO.
J.N.D. Kelly sostiene: “Essere fedeli in ogni cosa, nonostante il peggio che gli uomini possano fare, è l’essenza della sua natura.”
In Gesù è presente l’impossibilità morale di contraddire Sè Stesso, e questo costituisce la base della Sua fedeltà! Gesù, prima di essere fedele agli uomini, è fedele a Sè Stesso!
La fedeltà di Gesù a Sè Stesso significa che agisce sempre secondo il Suo carattere perfetto e immutabile, e quindi agisce in base alle promesse che ha fatto agli uomini - è fedele alla Sua parola data!
Se non fosse fedele al proprio carattere e alla parola data, non sarebbe più Dio!
Se Dio fosse infedele, profanerebbe Sè Stesso!
La fedeltà è la garanzia di Dio che Egli non sarà mai diverso da ciò che è, che non agirà mai in contraddizione con Sè Stesso. Dio non cesserà mai di essere quello che Egli è.
Ecco cosa significa concretamente per te:
• Quando tu vacilli nella fede
• Quando tu dubiti
• Quando inciampi nel peccato
• Quando smetti di essergli leale
Gesù:
• Non vacilla nella fedeltà
• Non ti abbandona
• Non ritira le Sue promesse
• Non ti toglie la salvezza
• Non ritira la Sua grazia
Gesù rimane fedele!
Perché? Perché la Sua fedeltà non dipende dalla tua performance, ma dalla Sua natura: non può rinnegare SÉ STESSO!
La fedeltà non è qualcosa che Gesù fa quando gli va. È ciò che Gesù è nella Sua essenza. È il Suo DNA divino. È scritto nel codice stesso della Sua divinità.
Dio agisce sempre in perfetta coerenza con tutto ciò che Egli è:
• La Sua giustizia può disciplinarti quando sbagli
• La Sua santità esige la tua santificazione
• Ma la Sua misericordia perdona chi si pente
• E la Sua fedeltà garantisce che non ti abbandonerà mai definitivamente, non è un contratto a tempo: è un patto eterno
Non può smettere di essere fedele più di quanto possa smettere di essere Dio.
Rinnegare la Sua fedeltà equivarrebbe a rinnegare Sè Stesso - e questo è l’unico impossibile per l’Onnipotente!
Questa non è una limitazione del Suo potere, ma la garanzia assoluta della tua salvezza.
Proprio perché Dio non può contraddire la Sua natura, proprio perché non può rinnegare Sè Stesso, tu puoi stare certo: quando vacilli, quando inciampi, quando la tua fede è debole - Lui rimane fedele.
La fedeltà di Dio:
• Non ha scadenza
• Non ha clausole in piccolo
• Non ha condizioni nascoste
• Non ha termini e limitazioni
È scolpita nell’eternità Affidati a Lui!
E questo ci porta all’ultimo punto:
IV LA FIDUCIA COME SCELTA RADICALE
“Confida nel Signore con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri” (Proverbi 3:5-6).
“Dobbiamo confidare in Dio oggi e affidare il domani interamente a Lui. Il presente è nostro; il futuro appartiene a Dio” (E. M. Bounds).
La fiducia biblica non è un sentimento tiepido. È una scelta radicale. È l’atto di poggiare tutto il peso della tua vita su Dio, anche quando la logica umana urla: “Sei pazzo! Hai bisogno di un piano B!”
In ebraico, l’imperativo attivo “confida” (bĕṭaḥ) è devi riporre la tua fiducia, ti devi appoggiare completamente, devi riposare su, devi affidarti senza riserve.
“Confidare” implica quasi sempre che qualche pericolo, o minaccia si nasconde sullo sfondo, contro il quale ci si aspetta protezione e aiuto.
Esprime il senso di sicurezza e protezione (cfr. per esempio Amos 6:1), che si prova quando si può contare su qualcuno o qualcosa in questo caso sul Signore (cfr. per esempio 2 Re 18:5; Salmo 4:5; Geremia 49:11); è assenza di paura (cfr. per esempio Giudici 18:7, 10, 27; Giobbe 11:18; Proverbi 28:1).
Puoi confidare nella cosa sbagliata, o nelle persone sbagliate. Molti confidano totalmente:
• Nelle proprie capacità
• Nelle risorse finanziarie
• Nelle relazioni umane
• Nella propria astuzia o esperienza
• E così via
Ma il testo ci esorta: “Nel Signore”,
“Confidare nel Signore con tutto il cuore” significa ricordare costantemente a noi stessi che, nella sovrana protezione di Dio, siamo nel posto più sicuro che c’è!
Solo il Signore ci fa abitare nella sicurezza (cfr. per esempio Salmo 4:8; 16:8-10); chi confida nel Signore è al sicuro (Proverbi 29:25).
Questa è una sicurezza completa e pacifica perché il Signore è affidabile!
Quindi, “nel Signore” definisce chi solo il Signore è degno di fiducia totale.
Solo il Signore (Yahweh) è:
• Immutabile quando tutto cambia (cfr. per esempio Malachia 3:6; Ebrei 13:8)
• Sovrano quando tutto sembra fuori controllo (cfr. per esempio Giobbe 42:2; Salmo 103:19)
• Fedele quando gli uomini ci tradiscono e non mantengono la loro parola (cfr. per esempio Numeri 23.19; 1 Corinzi 1:9)
• Sapiente quando siamo nella confusione (cfr. per esempio Geremia 10:12; Romani 11:33)
• Potente quando siamo impotenti (cfr. per esempio Geremia 32:27; 2 Corinzi 12:9)
Nota le parole: con tutto il cuore. Non dice:
• Non metà fiducia in Dio e metà in altre sicurezze
• Non fiducia condizionata a “se capisco”
• Non fiducia trattenuta “finché vedo risultati”
Ma abbandono completo, senza calcoli di riserva!
Con “tutto il cuore” definisce la qualità della fiducia che Dio richiede.
Il “cuore” (lēḇ) è il centro vitale, la centrale operativa delle nostre azioni (cfr. per esempio Proverbi 4:23), la parte interiore di una persona, la sede dei pensieri (mente – cfr. per esempio Genesi 6:5; Deuteronomio 29:3; Neemia 6:8), della volontà (cfr. per esempio Esodo 35:5; 2 Cronache 12:14; Giobbe 11:13), delle emozioni (cfr. per esempio Genesi 6:6), della conoscenza del bene e del male (coscienza – cfr. per esempio Deuteronomio 30:14,17; 1 Re 8:37; Giobbe 27:6; Geremia 31:33; Ezechiele 36:26-27).
“Tutto” (kāl) il cuore indica con tutto noi stessi: pensieri, volontà, emozioni, coscienza.
Questo allora significa totalmente, integralmente, radicalmente, assolutamente e senza dubbi, senza eccezioni!
Tutto ciò che siamo e tutto ciò che abbiamo deve essere affidato alla cura del Signore come nostra sicurezza.
La fiducia parziale non è affatto fiducia! O Dio è degno di fiducia, oppure non lo è!
David Guzik afferma: “Se la fiducia in Dio deve essere vera, deve essere completa. Riporre metà della nostra fiducia in Dio e metà della nostra fiducia in noi stessi, o in qualcos’altro, è davvero un fallimento nel SIGNORE. Dovremmo sforzarci consapevolmente di dare a Dio tutta la nostra fiducia”.
Non si può attraversare un fiume con un piede sulla riva e uno sulla barca. O ti affidi completamente, o affondi.
“Non ti appoggiare” (ʾal tiššāʿēn-nifàl imperfetto iussivo passivo) esprime la volontà a non appoggiarsi sul proprio discernimento.
“Appoggiare” (tiššāʿēn) è “farsi supportare”, “affidarsi con fiducia”, “dipendere”.
La radice del verbo significa sostenersi su qualcosa, appoggiarsi con tutto il proprio peso su qualcosa, quindi fiducia e dipendenza.
Il senso è quello di camminare affidandosi a una stampella, o a un bastone (cfr. per esempio Ezechiele 29:7) riferito alle persone anziane, o infortunate.
Allora l’idea qui trasmessa è semplicemente quella di mettere il proprio peso su qualcosa per avere sostegno e sicurezza (cfr. per esempio Giobbe 24:23), ma non tutte le cose su cui si appoggia effettivamente sosterranno! (cfr. per esempio Giobbe 8:15).
Il versetto stesso crea un contrasto decisivo: “confida... con tutto il cuore”, ma “non appoggiarti sul tuo discernimento” (biynāh) è la tua comprensione, il tuo intendimento.
Questo contrasto è cruciale. Appoggiarsi sul proprio discernimento è esattamente l’opposto di confidare con tutto il cuore.
È qui che si misura se la nostra fiducia è davvero totale:
• Quando le circostanze contraddicono le promesse
• Quando la logica umana suggerirebbe un’altra strada
• Quando il costo dell'obbedienza sembra troppo alto
• Quando il silenzio di Dio mette alla prova la pazienza
In questi momenti dove metti la tua fiducia?
Ci sono almeno tre motivi per appoggiarsi nel Signore.
Il primo motivo è:
(1) La comprensione umana è oscurata dalla nostra natura peccaminosa e dalla cecità spirituale (cfr. per esempio Genesi 6:5; Geremia 17:9; Romani 3:23; 1 Corinzi 2:14; 2 Corinzi 4:4; Efesini 4:18).
Nella migliore delle ipotesi, la comprensione della vita da parte di una persona è fallibile, vacillante e incerta.
Siamo peccatori e quindi fallibili; la nostra natura umana tende a ricercare i nostri interessi, a vivere indipendentemente da Dio!
Chi confida solo nel proprio discernimento, al di fuori della saggezza di Dio è uno stolto!
È pericoloso per una persona fare affidamento sulla semplice saggezza umana!
Per esempio, in Proverbi 14:12 leggiamo: “C’è una via che all'uomo sembra diritta, ma essa conduce alla morte”.
Il secondo motivo è:
(2) La comprensione umana è limitata, mentre Dio è onnisciente, conosce ciò che avverrà anticipatamente
Dio non solo conosce ciò che è presente (cfr. per esempio Sal 33:13–15) e passato (cfr. per esempio Giobbe 38:4–5), ma anche l’avvenire (cfr. per esempio Salmo 139:4; Isaia 46:9–10; Matteo 26:34).
La nostra comprensione non è perfetta e a volte è anche ingannevole, concentrata su aspetti terreni!
Ciò che sembra ragionevole e logico dal punto di vista umano, o terreno, può essere assolutamente stolto dal punto di vista dell’eternità!
Il tuo discernimento è come una torcia in una caverna: illumina pochi metri davanti a te. La sapienza di Dio è il sole che vede dall'inizio alla fine del tunnel.
Il terzo motivo è:
(3) La comprensione umana è spesso contraria alla sapienza di Dio (cfr. per esempio 1 Corinzi 1:20-29) e in molti casi poco saggia
Non possiamo fidarci del nostro discernimento, perché a volte come dice Bruce Waltke, siamo governati da impulsi irrazionali che non possiamo controllare (26:5, 12, 16; 28:26a; 30:1–6; Giobbe 38:4–5).
Molte volte facciamo delle scelte razionali, o abbiamo reazioni emotive che ci portano in un mare di guai! Ci comportiamo da stolti e non da saggi!
Quindi il nostro discernimento deve essere sottoposto a Dio!
Confidare “con tutto il cuore” ha senso solo se l’oggetto della fiducia è assolutamente affidabile. Ecco perché il versetto inizia proprio lì: nel Signore.
Nota ancora: “Riconoscilo in tutte le tue vie.” (v.6).
Non:
• Quando ti senti ispirato
• Se le cose vanno bene
• Finché hai alternative migliori
• Non solo in alcune circostanze
“Riconoscilo in tutte le tue vie” aggiunge la dimensione dell’estensione: non solo fiducia totale – con tutto il cuore – ma fiducia in ogni ambito – in tutte le vie.
“Riconoscilo” (dāʿēhû) è il terzo comando significa essere consapevoli e accettare che qualcuno sia ciò che afferma di essere, in questo caso il Signore, o indicare che si conosce (cfr. per esempio Esodo 6:7; 16:6; Deuteronomio 33:9) il Signore.
Quindi conoscerlo in modo relazionale ed esperienziale (cfr. per esempio Esodo 5:2; Osea 2:20; 8:2) e lo dimostriamo in tutte le nostre vie (dě·rěḵ), nella quotidianità, in tutto quello che facciamo, nella nostra condotta, modo di vivere (cfr. per esempio 1 Re 13:33; Proverbi 1:15; 6:6; Ezechiele 18:23), in qualsiasi circostanza, situazione, questo può avere anche il significato di “vie” (cfr. per esempio Isaia 40:27; Geremia 10:23).
“Riconoscere” include conoscenza e consapevolezza mentale di chi è Dio, riconoscendo la Sua supremazia e guida, e la conseguente sottomissione alla Sua Signoria, quindi obbedirgli in ogni aspetto della nostra vita!
“Riconoscere il Signore” implica una relazione con Lui e con un comportamento corretto verso di Lui in ogni area della nostra vita (cfr. per esempio 1 Re 8:43; Isaia 11:2; Sal 119:79; Proverbi 1:7; 2:5; 1 Cronache 28:9; 2 Cronache 6:33).
La persona saggia è caratterizzata da una continua consapevolezza di Dio e da una pronta osservanza della Sua volontà, non solo nelle grandi questioni della vita, ma anche nella quotidianità delle piccole cose.
In ogni aspetto della nostra vita dovremmo concentrarci su Dio e camminare ogni giorno nella luce spirituale che ci ha fornito.
Non puoi mettere Dio in una scatola chiamata “domenica” e poi vivere come se fossi orfano dal lunedì al sabato.
Il risultato promesso: “Egli appianerà i tuoi sentieri” (v.6).
Dio stesso si fa garante del cammino di chi confida totalmente in Lui, anche quando la via attraversa valli oscure.
“Appianerà” (yaššēr piel imperfetto attivo) indica l’azione intensiva di Dio, la Sua volontà di appianare i nostri sentieri, cioè li renderà rettilinei, livellati, scorrevoli, il che implica un movimento con uno scopo, o con facilità, oppure togliere gli ostacoli per raggiungere la meta (cfr. per esempio, 1 Samuele 6:12; 2 Cronache 32:30; Salmo 5:8; Proverbi 9:15; 11:5; 15:21; Isaia 40:3; 45:13).
Il Signore faciliterà, nel senso che porterà a compimento efficacemente, senza ostacoli, la missione del re persiano Ciro che Lui aveva chiamato per ricostruire Gerusalemme, in Isaia 45:13 è scritto: “’Io ho suscitato Ciro, nella giustizia, e appianerò tutte le sue vie; egli ricostruirà la mia città e rimanderà liberi i miei esuli senza prezzo di riscatto e senza doni’, dice il SIGNORE degli eserciti”.
Ma questo non significa che non ci saranno opposizioni, incomprensioni, o sofferenze, infatti Gesù li ha avute, ma ha compiuto la missione che il Padre gli aveva affidato quella di morire in croce!
Dio non promette di eliminare le montagne, ma di renderti capace di attraversarle senza perderti e di arrivare a destinazione.
Questo ci parla del potere di Dio.
Dio stesso appianerà i nostri sentieri perché è l’Altissimo (ʿelyôn), il Supremo Essere con potere assoluto.
• Niente è troppo difficile per Lui (Geremia 32:27)
• Nessuno può ostacolarlo (Giobbe 42:2)
• Egli possiede la forza per mandare a effetto, senza sforzo e senza ritardi, il Suo eterno proposito.
Dio fa ciò che gli piace... raggiunge sempre il Suo obiettivo! (cfr. per esempio Salmo 115:3; 135:6).
CONCLUSIONE
Treccani ha scelto “fiducia” come parola dell’anno perché il nostro tempo è segnato da una crisi di affidabilità.
• Le istituzioni mentono
• I leader tradiscono
• Le relazioni si spezzano
• L’economia vacilla
• La salute crolla
• Le certezze evaporano
In questo deserto di sfiducia, il credente ha un pozzo che non si prosciuga mai: Dio stesso.
La fiducia cristiana non è ottimismo ingenuo. Non è negazione della realtà.
È la scelta consapevole di ancorare la propria vita all’Unico che non può fallire, all’Unico che non cambia, all’Unico che rimane fedele anche quando noi siamo infedeli.
Alcune domande finali per la tua riflessione:
• Dove stai cercando sicurezza oggi?
• In ciò che è fragile o in ciò che è eterno?
• Le tue radici affondano nel fiume o nella sabbia?
• Dove prende nutrimento la tua anima?
• Quale paura ti impedisce di affidarti completamente a Dio?
L’invito non è a una fiducia cieca, ma a una fiducia informata.
• Informata dalla Parola di Dio
• Informata dalla storia di fedeltà di Dio attraverso le generazioni
• Informata dalla croce di Cristo, dove Dio ha dimostrato l’amore chiaro e inequivocabile che ha per il mondo (cfr. per esempio Giovanni 3:16)
E ricorda: non sei solo in questo cammino di fiducia.
Gesù, prima di salire al Padre, promise ai Suoi discepoli: “E io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi” (Giovanni 14:16-17).
Lo Spirito Santo è il Consolatore (paraklēton), vale a dire Colui che è chiamato accanto per aiutare, assistere, sostenere.
Se sei un vero cristiano, Egli dimora in te, indispensabile per vivere le sfide della vita e della vita cristiana (cfr. per esempio Giovanni 16:13; Atti 1:8; Romani 8:11,14,26; Galati 5:16,22-25; Efesini 3:16).
Concludo dicendo: non tutte le fondamenta reggono. Ma c’è una Roccia che non crolla. Il Suo nome è il SIGNORE.
Confida in Lui con tutto il cuore. E sperimenta la fiducia che non delude mai!
“A colui che è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perché in te confida. Confidate per sempre nel Signore, perché il Signore, sí il Signore, è la roccia dei secoli” (Isaia 26:3-4).
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